Guida alle WTA Finals: cambio di generazione

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Guida alle WTA Finals: cambio di generazione

Venus Williams a parte, a Singapore sta per iniziare un’edizione del Masters femminile sinonimo di rinnovamento e ringiovanimento dei vertici WTA

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Dopo alcune stagioni in cui le partecipanti alle WTA Finals sono state decise in volata, con nomi in sospeso fino all’ultimo e cambi in extremis, quest’anno i distacchi in classifica (e gli infortuni) hanno determinato le otto migliori con maggiore anticipo. La settimana in più mi consente di dedicare due articoli al Masters; il prossimo martedì ci sarà l’articolo di “guida”, dedicato esclusivamente alle Finals 2017, con i confronti diretti, le condizioni di forma delle diverse giocatrici e altro ancora.
Questa settimana vorrei invece ragionare in termini più estesi, con uno sguardo ampliato alle ultime edizioni. Del resto al torneo accedono le prime otto del mondo (salvo defezioni), e quindi riconsiderare l’evoluzione delle partecipanti delle passate stagioni è anche un modo di valutare come sta cambiando il vertice del tennis femminile, e quali direzioni sta prendendo. Innanzitutto ecco una tabella riassuntiva delle ultime cinque edizioni:

– Meno punti per il primo posto
Dal 2013 a oggi ci sono stati piccoli aggiustamenti nel conteggio dei punti per il ranking WTA (e di conseguenza per la Race), ma si tratta di cambiamenti marginali, che non hanno sostanzialmente modificato i numeri necessari per primeggiare nelle classifiche di fine stagione. Questo fa sì che le cifre delle diverse annate siano paragonabili per valutare il rendimento complessivo delle giocatrici.
Nel 2017 spicca il basso numero di punti sufficienti per ottenere il primo posto, se confrontato con quello degli anni precedenti. Questo il risultato di chi ha chiuso la Race al comando: tre volte Serena (dal 2013 al 2015) con 12040, 7100 e 9400 punti. Poi Kerber con 8000 punti tondi nel 2016. Tutti valori ampiamente al di sopra dei 5675 che sono bastati ad Halep per presentarsi da numero uno a Singapore. Per avere un’idea di quanto si sia abbassata la soglia: il bottino della leader di quest’anno, nelle edizioni passate sarebbe al massimo valso il terzo posto.

Il dato mi pare di evidente interpretazione: questa stagione non ha avuto una giocatrice dominante, e il posto lasciato vacante da Serena (ma in fondo anche da Kerber) non ha trovato una alternativa altrettanto solida e stabile. La soglia per il primato così bassa spiega perché in stagione ci siano stati cinque cambi al vertice della classifica, ma anche perché la leadership sia ancora in palio, e attenda proprio dal torneo di Singapore il verdetto definitivo. Del resto non solo gli Slam sono stati vinti da quattro tenniste differenti (Serena, Ostapenko, Muguruza, Stephens), ma attualmente al vertice del ranking abbiamo addirittura un quinto nome (Halep). E anche Pliskova in estate aveva raggiunto il primato.

– Più punti per l’ottavo posto, la sfortuna di Johanna Konta
Pochi punti per il primo posto, e invece situazione quasi opposta in coda. Con 3610 punti Johanna Konta è rimasta fuori dalle prime otto delle Finals 2017. Eppure questo bottino le sarebbe bastato per essere ammessa tra le “elette” nelle due edizioni scorse. Addirittura nel 2015 (il torneo con la soglia di accesso più bassa) con gli stessi punti Konta sarebbe entrata come quarta. Va però ricordato che il 2015 è stata un’edizione in cui Serena ha deciso di dare forfait, abbassando ulteriormente il limite di ingresso.

Il Masters sembra un torneo stregato per Konta: quest’anno un infortunio al piede le ha impedito di cercare i punti necessari a Mosca, dopo il sorpasso subito ad opera di Caroline Garcia, capace di vincere consecutivamente Wuhan e Pechino a coronamento di un solido rendimento medio per tutta la stagione.
Ancora più in extremis gli eventi dell’anno scorso: Kuznetsova l’aveva superata quando Johanna si trovava già a Singapore e si stava allenando in attesa della conferma ufficiale di partecipazione. Per Svetlana fu un weekend decisamente movimentato: vittoria sabato a Mosca (6-2, 6-1 contro Gavrilova). Premiazione e trasferimento aereo immediato per arrivare il prima possibile a Singapore, a 8500 chilometri di distanza, dove il torneo stava iniziando (domenica le prime partite).
E quindi Konta relegata a riserva. Nel 2016 a Johanna non erano bastati 3455 punti (contro i 3490 di Kuznetsova), quest’anno nemmeno 145 punti in più le hanno garantito l’accesso alle Finals.

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