Settimana degli italiani: siamo agli sgoccioli

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Settimana degli italiani: siamo agli sgoccioli

Della stagione sicuramente, ma anche del movimento tennistico tutto? In campo femminile non si vede la luce, tra gli uomini ormai c’è solo Fognini. Lorenzi in crisi nera

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Considerando l’andamento di questi ultimi giorni, si profila un finale di stagione assai mesto per il movimento azzurro, che questa settimana raccoglie solo sconfitte nel circuito maschile. Meglio non indugiare troppo sul settore femminile, che dedica le ultime settimane del 2017 alle giocatrici che coi loro risultati si sono guadagnate la possibilità di partecipare agli eventi di chiusura, WTA Finals e WTA Elite Trophy (o “Masters B”, riservato alle giocatrici attestatesi tra la nona e la ventesima posizione del ranking), e la finale di Fed Cup. Tra le donne, abbiamo avuto una generazione d’oro, è vero, forse “irripetibile” se ci si riferisce alla quantità di tenniste capaci di issarsi contemporaneamente ai vertici delle classifiche. Tuttavia, ricordare che due anni fa eravamo presenti alle Finals con Pennetta (prima di lei, ci riuscirono Schiavone ed Errani), che esattamente un anno fa partecipavamo al Masters B di Zuhai con Vinci e che appena nel 2013 vincevamo la quarta Fed Cup in sette anni e confrontare questi successi col “nulla” attuale – la prima giocatrice a ridosso dell’80esima posizione, Schiavone e Vinci prossime al ritiro, la miglior under 23 al 130° posto del ranking – fa male. Degli errori devono essere per forza essere stati commessi se all’improvviso, in attesa del rientro definitivo della 30enne Errani – alla quale vanno grandi complimenti per l’ottimo rientro nel circuito in queste ultime 3 settimane -, ci troveremo nei tornei importanti a partecipare con una sola giocatrice, osteggiata tra l’altro dalla federazione, senza metter il dito in una piaga su una nazionale di Fed Cup relegata nella “serie B”, senza vere speranze di rientrare quantomeno nel World Group.

Tra gli uomini, invece, probabilmente Fognini sconta lo sforzo psicofisico delle tante partite e trasferte aeree affrontate negli ultimi quaranta giorni, e lo fa giocando a Vienna una brutta partita contro Schwartzman, risultato anticipatore alla conclusione prematura del suo 2017 tennistico, ufficializzato con la cancellazione dall’entry-list dell’ultimo atto di Parigi-Bercy a causa di un problema al ginocchio sinistro. Certamente non è il caso di indugiare troppo sulla brutta prova del ligure, quando gli altri azzurri nella top 100 versano in crisi di risultati più che profonde: passi per Seppi, che perde nelle quali di Vienna da un tennista non classificato nella top 200, ma che a Mosca con i quarti raggiunti battendo Kohlshreiber aveva dato un senso a un’ultima parte di stagione giocata poco e male. Chi preoccupa maggiormente sono Lorenzi e Fabbiano: il toscano perde vincendo appena quattro game da Chung, un tipo di punteggio che quando sta bene difficilmente subirebbe anche da un top ten, mentre Fabbiano è stato capace addirittura di perdere due volte dall’austriaco Dennis Novak (lo stesso che aveva battuto Seppi nel primo turno delle quali viennesi), 284 ATP: prima nel secondo turno di qualificazioni a Vienna, poi due giorni dopo, da ripescato, nel tabellone principale. Il vero problema è che per i numero 2 e 3 d’Italia queste sconfitte non sono episodiche: Lorenzi, i cui ottavi raggiunti a New York stanno rivelando di avere un prezzo da pagare molto alto, è alla sua sesta sconfitta consecutiva all’esordio nei tornei, tra l’altro con tennisti sempre peggio classificati di lui, un filotto negativo come non gli accadeva di vivere dall’ultima parte dell’estate del 2010. Non sta facendo meglio Fabbiano, che nei main draw del circuito principale ha perso al primo turno in 8 degli ultimi 10 eventi ai quali ha partecipato (terzo turno agli US Open e ottavi a San Pietroburgo esclusi): per entrambi non resta che sperare che il 2017 termini al più presto.

Venendo all’approfondimento delle partite dei nostri azzurri, in assenza di chi si sia distinto positivamente, partiamo questa volta in ordine di classifica e quindi da Fognini, che giocava per la settima volta a Vienna, un torneo dove al massimo aveva raggiunto due volte i quarti di finale, nel 2013 (quando era ancora un ATP 250) e nel 2015, il primo anno in cui il torneo è stato promosso alla categoria di ATP 500. L’anno scorso, reduce dalla finale di Mosca, Fabio incappò in una brutta sconfitta contro Ramos-Vinolas, la prima dopo nove vittorie in altrettanti scontri diretti con lo spagnolo. Questa settimana, opposto a uno dei giocatori più “caldi” del circuito, Diego Schwartzman, 26 ATP, sconfitto nell’unico precedente risalente alla terra di San Paolo 2015, ha ripetuto all’Erste Bank Open una prova opaca sulla falsariga di quella offerta l’anno precedente nella capitale austriaca. Il ligure, dopo aver perso in appena 27 minuti il primo parziale, si è ripreso nel secondo, vinto con autorità: nel terzo però, il break subito nel gioco iniziale ha indirizzato il parziale e l’incontro, vinto dal 25enne argentino di Buenos Aires col punteggio di 6-1 2-6 6-2 in 1 ora e 27 minuti di partita. La prova mediocre di Fognini è facilmente testimoniata da come abbia subito troppo un servizio ben lavorato, ma di certo non ingiocabile come quello dell’argentino, vincitore del 81% di punti con la prima e del 62% con la seconda, a fronte del misero 52% di punti vinti dal ligure quando era al servizio.

 

Oltre a Fognini, altri tre italiani erano a Vienna per provare ad accedere al tabellone principale: Thomas Fabbiano, Andreas Seppi e Simone Bolelli. Il 28enne pugliese, 72 ATP, provava per la prima volta a partecipare all’Erste Bank Open, ma la sua classifica lo ha costretto a passare dalle quali, dove al primo turno ha affrontato Andreas Haider-Maurer, 460 ATP, battuto in 3 dei 4 precedenti: un’ inerzia favorevole confermata a Vienna, dove Thomas si è imposto 6-3 6-2 in 64 minuti. Nel secondo e decisivo turno Fabbiano è stato però fermato da un altro austriaco, il 24enne Dennis Novak, 284 ATP, vincitore in 1 ora e 50 minuti col punteggio di 6-4 3-6 6-3. Il ritiro a tabellone già compilato di Grigor Dimitrov ha però permesso a Fabbiano di entrare ugualmente, ma come lucky loser, nel main draw viennese. Qui, per uno strano scherzo del destino, ha affrontato ad appena due giorni di distanza nuovamente Dennis Novak. L’occasione per una pronta rivincita non è stata però sfruttata dall’azzurro, il quale, pur trovandosi avanti di un break in tutti e due i parziali, nel momento clou di entrambi ha giocato peggio di Novak: non è bastato un moto d’orgoglio di Thomas, quando sul 5-4 del secondo ha strappato il servizio all’austriaco andato a servire per il match. Il numero 284 ATP si è qualificato per gli ottavi dopo 1 ora e 55 minuti col punteggio di 7-6(4) 7-5 al termine di un match equilibrato, in cui hanno fatto la differenza a suo favore le percentuali al servizio leggermente migliori e la più grande capacità nella partita di giocare i punti importanti (57% di palle break convertite per Novak, appena il 30% per Fabbiano).

Andreas Seppi giocava per la nona volta a Vienna (la prima fu addirittura nel 2004, quando ventenne perse al primo turno da Nalbandian) un torneo in cui solo una volta aveva vinto due partite di fila, nel 2013, quando batté Baghdatis e Ljubicic per poi perdere in semifinale da Djokovic. L’85esima posizione nel ranking ha costretto il bolzanino a iscriversi alle quali, dove ha perso al primo turno 6-4 7-6(1) in 1 ora e 21 minuti contro quel Dennis Novak che poi avrebbe sconfitto, come raccontato, due volte in 48 ore il nostro Fabbiano. Infine, Simone Bolelli, 183 ATP, ha deciso di iscriversi per la sesta volta a Vienna, un torneo per lui sfortunato, nel quale ha tre volte perso al primo turno e in due circostanze non è riuscito a qualificarsi. Non è andata meglio questa volta, sebbene Simone al primo turno, sconfiggendo 6-3 6-4 in 86 minuti Dusan Lajovic, 84 ATP, abbia quantomeno ottenuto la quarta vittoria del 2017 contro un top 100 (dopo quelle contro Lu, Mahut e Kukushkin). Purtroppo però contro Pierre Hughes-Herbert, 83 ATP, contro il quale aveva vinto l’unico precedente nel 2012, non ha saputo confermarsi, uscendo sconfitto 7-6(1) 6-2 in 9o minuti.

All’altro grande torneo del circuito in programma questa settimana, quello di Basilea, è andato un solo azzurro, Paolo Lorenzi, per la seconda volta iscrittosi a un nobile torneo come l’ATP 500 svizzero, lo Swiss Open, nato nel 1970, dotato di più di 2 milioni di dollari di montepremi e reso prestigioso da un albo d’oro firmato non solo dalle vittorie dell’idolo di casa Roger Federer, ma anche da quelle di vari ex numeri 1 del tennis come Novak Djokovic, Bjorn Borg, Ivan Lendl, John McEnroe, Boris Becker, Stefan Edberg e Pete Sampras. Paolo l’anno scorso vinse una bella partita contro Mahut, allora 41esimo giocatore al mondo, prima di perdere da Nishikori al termine di un buon match. Purtroppo questa volta il toscano è arrivato in Svizzera a seguito di una delle serie di sconfitte più lunghe degli ultimi anni (dal 2010 non gli capitava di perdere consecutivamente 5 volte alla partita d’esordio, tra l’altro con avversari sempre peggio classificati di lui). Paolo allo Swiss Open ha purtroppo confermato di essere scarico, sbagliando più del dovuto nello scontro inedito contro il Next Gen Hyeon Chung, 57 ATP (ma 44 un mese fa). Il toscano ha fatto gara pari sino al 3 pari del primo set, prima di conquistare solo un gioco dei successivi 10 e perdere col punteggio di 6-3 6-1 in 1 ora e 36 minuti una partita nella quale, oltre ai gratuiti, ha pesato il modestissimo 36% di punti ottenuti quando si giocava con la sua seconda.

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ATP Miami: Ruud cade, Ruusuvuori approfitta del buco, Rublev col pilota automatico si prepara per Sinner

Negli altri match del giorno la sorpresa è la sconfitta di Ruud per mano di Van de Zandschulp; l’olandese troverà Ruusuvuori che continua nel buon momento. Rublev mostruoso, brutto cliente per Sinner

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Andrey Rublev – ATP Dubai 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)

Riportiamo qui di seguito il risultato e il dettaglio dei match della prima giornata del torneo maschile di Miami 2023 a nostro avviso più interessanti

[26] Van De Zandschulp b. [3] C. Ruud 3-6 6-4 6-4

Continua il momento no del norvegese, numero 4 del mondo ma che da lunedì vedrà concretizzarsi una notevole emoraggia di punti. Casper infatti l’anno scorso aveva raggunto proprio a Miami la sua prima finale 1000, sconfitto da Alcaraz. Alla luce delle statistiche (per una legenda dei grafici potete rivedere qua), il match è stato senz’altro combattutto, con Ruud che non ha sfigurato, specie al servizio, ma che però nei momenti topici non è riuscito a salire di livello e a far valere la sua migliore classifica. Se andiamo infatti a vedere le principali metriche vediamo che sulle prime di servizio in campo entrambi i giocatori hanno fatto registrare un ottimo 69% con una percentuale di realizzazione sulla prima di 75% (48/64) per Ruud e 67% (56/83) per Van de Zandschulp. Anche in risposta, le performance di realizzazione sulla seconda di servizio hanno visto prevalere Ruud, con un a 55% (21/38) contro il 48% (14/29) dell’olandese. In generale quindi ci si sarebbe aspettati una vittoria di Cristian che infatti ha anche vinto più punti del suo avversario (110 a 103). La chiave del match insomma sono stati i punti importanti, con Ruud che ha convertito solo il 13% delle proprie occasioni, (2/15), contro il 50% (3/6) di Van De Zandschulp. Match che insomma ha visto alcuni game fiume, come il decimo gioco del secondo set o quasi tutti i game alla fine del match, nei quali la bagarre è stata notevole e va dato atto all’olandese di aver mantenuto i nervi saldi, anche grazie al contributo del servizio; sono stati 12 alla fine gli ace dell’olandese, contro i 6 del norvegese.

 

[6] A. Rublev b. [29] M. Kecmanovic 6-1 6-2

Oggi Rublev andava di fretta e non c’è stato scampo per il malcapitato Kecmanovic. A vedere il match la differenza sembrava decisamente superiore fra i due: ricordiamo che il serbo è comunque n.35 al mondo. Ma Andrey oggi era decisamente ingiocabile, basti pensare al mostruoso numero di vincenti sparati (34!) in soli 15 game. Partita nella quale il serbo non è mai nemmeno riuscito ad arrivare a palla break, mentre il russo al servizio quando ha messo la prima a sfoderato una percentuale di realizzazione dell’84%. Basta insomma dare anche solo un’occhiata al grafico per confrontare quanto sia striminzita l’area di Kecmanovic comparata con quella di Rublev; decisamente non c’è stata partita e se Rublev riuscirà a mantenere questo livello di forma anche nei prossimi turni decisamente potrebbe diventare una mina vagante molto pericolosa. Insomma per Sinner decisamente non un buon cliente da incontrare, speriamo che possa avere le polveri un po’ più bagnate di oggi

E. Ruusuvuori b. [WC] T. Daniel 6-3 7-6 (3)

Zitto zitto Ruusuvuori continua nel suo buon momento dimostrando di essere un cliente poco simpatico per chiunque su superfici dure. Anche approfittando del buco nel tabellone il finlandese è bravo a giocare una partita giudiziosa e a prevalere sul giapponese Daniel, in precedenza giustiziere di Zverev. Il finalandese troverà Van de Zandschulp che ha sconfitto Ruud. Un match che sarà fra due outsider con una grossa opportunità di fare bei punti e che vedrà il vincitore scontrarsi contro il vincente di Sinner – Rublev. Ma veniamo alla partita. Match tirato nel quale le prime di servizio in campo sono state il 70% per Ruusuvuori e il 65% per Daniel, con una percentuale di realizzazione sulla prima pari a 75% (40/53) e 78% (29/37) rispettivamente. In risposta invece, le performance di realizzazione sulla seconda di servizio sono state pari a 55% (11/20) e 52% (12/23). La combinazione di efficienza al servizio e di incisività in risposta ha portato in dote ai due giocatori un numero di palle break pari a 5 per Ruusuvuori e 7 per Daniel. La gestione della pressione in queste situazioni di break point ha avuto come risultato un tasso di conversione pari a 40% (2/5) e 14% (1/7). La partita insomma è stata decisa dal giocatore che ha gestito meglio i punti importanti; non a caso il secondo parziale si è deciso al tie break, dove il finlandese ha fatto valere il suo maggior peso, spegnendo gli ardori di un Daniel che comunque torna a casa con lo scalpo di Zverev da questo torneo.

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ATP Miami, Sinner: “Con Dimitrov la chiave è stata la risposta, il secondo set un gioco di scacchi”

Intervista esclusiva di Ubitennis a Jannik Sinner, dopo il successo su Grigor e il passaggio agli ottavi: “Sto provando ad aggiungere qualcosa al mio gioco per essere meno prevedibile”

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Jannik Sinner – ATP Miami 2023 (foto Ubitennis)

Jannik Sinner ha staccato il pass per gli ottavi di finale superando 6-3 6-4 in 1h28′ di match la testa di serie numero 21 Grigor Dimitrov, in quello che era il loro secondo scontro diretto dopo gli Internazionali d’Italia 2020 dove il bulgaro si impose in rimonta con un doppio 6-4, ed ora al prossimo turno troverà il n. 6 del tabellone Andrey Rublevil russo ha sconfitto Miomir Kecmanovic. Dopo la vittoria, nella sala conferenze della Florida, l’azzurro si è concesso in esclusiva ai microfoni dell’inviato di Ubitennis al Miami Open Presented By Itaù Vanni Gibertini. Ecco, di seguito, le parole rilasciate dall’altoatesino.

Vanni Gibertini, Ubitennis: Due set quasi diversi perché nel primo ci sono stati scambi più monotoni, con lui che cercava di tenere la palla bassa. Nel secondo, invece, lui ha decisamente cambiato qualcosa e poi ci sono stati tutti quei break all’inizio che hanno cambiato la dinamica del set. Cosa è cambiato tra i due parziali?

Jannik Sinner: “Sicuramente io avendo vinto il primo comunque non ho dovuto cambiare tanto, è stato bravo lui a cambiare diverse giocate. Insomma, era una partita non dico più equilibrata ma più un gioco di scacchi dove gli scambi erano più lunghi e più tosti. Però niente, credo che alla fine ho risposto molto bene che forse oggi era un pò la chiave della partita e credo quindi di poter essere contento“.

 

Vanni Gibertini, Ubitennis: Quindi sei soddisfatto della tua prestazione al servizio e in risposta?

Jannik Sinner: “In risposta sì, al servizio anche. Soprattutto all’inizio ho servito molto bene, poi forse il lancio di palla ho iniziato a farlo un pò troppo in avanti. Ho sbagliato due, tre giocate con il servizio però fa parte della mia crescita. Ho fatto comunque un serve&volley che ho messo dentro, e che diciamo non accade spesso. In generale sto provando ad aggiungere qualcosa al mio gioco perché devo investire per il futuro. Quello che sto provando a far è cercare di essere meno prevedibile e da questo punto di vista la partita di oggi si è svolta molto bene“.

Vanni Gibertini, Ubitennis: Andrey [Rublev, ndr] al prossimo turno. Partita ovviamente tosta, l’ultima volta vi siete affrontati al Roland Garros lo scorso anno in quello che speriamo sia stato il tuo ultimo ritiro. Cosa ci puoi dire che dovrai fare giocando contro di lui?

Jannik Sinner: “Va bè, la tattica ora non la dico. Lui è sicuramente un giocatore che serve molto bene, tira forte il dritto e anche di rovescio è molto solido. Quindi sarà una partita diversa rispetto a quella con Dimitrov. Quindi certamente dovremo stare entrambi attenti ai nostri game di servizio, e poi vedere quello che succede in risposta. Lui risponde molto bene, ma bisognerà comunque vedere quando giocheremo e in quali condizioni. Oggi ad esempio abbiamo giocato di sera, il campo era più lento perché non c’era vento mentre con il vento la partita cambia “.

Vanni Gibertini, Ubitennis: L’ultima cosa, oggi il pubblico ha creato una bella atmosfera. Te ne sei reso conto anche dal campo?

Jannik Sinner: “Si, si sentiva. Il campo era pieno dal primo punto e alla fine questo è il bello dello sport, credo che giocare in quest’atmosfera sia molto, molto bello. C’era pubblico sia per me che per lui e alla fine è stata una partita bella, intensa, di qualità e livello alti che alla fine è quello che conta“.

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ATP Miami: Sinner liquida Dimitrov e accede agli ottavi. Ora c’è Rublev

Jannik Sinner continua il suo buon momento sconfiggendo in due set Grigor Dimitrov. Agli ottavi trova Andrey Rublev

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Jannik Sinner – ATP Miami 2023 (foto Ubitennis)

(da Miami il nostro inviato)

[10] J. Sinner b. [21] G. Dimitrov 6-3 6-4

Le file che arrivavano fino alla fontana della Plaza centrale già durante il match tra Keys e Krejcikova lasciavano presagire che l’incontro tra Jannik Sinner e Grigor Dimitrov sarebbe stato uno dei più ambiti per gli spettatori di questa domenica al Miami Open presented by Itaù. E così è stato, con il Grandstand pressochè gremito in ogni tribuna, pieno di fans di uno e dell’altro giocatore. Un bello spettacolo per il pubblico del tennis, che si sta sempre più ritrovando dopo gli anni post-COVID piuttosto dimessi, e un bel risultato per Jannik Sinner, che ha messo in campo una prestazione decisamente convincente per raggiungere il quarto turno a Miami per la terza volta in carriera.

 

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Un match dai due volti, con un primo set un po’ più monocorde, fatto di scambi sulle diagonali e impostato in maniera più tradizionale da Dimitrov, e un secondo set decisamente movimentato con ben cinque break ma soprattutto splendidi scambi ad alta velocità.

PRIMO SET – Con uno splendido tramonto che arrossava il sole a ovest del Grandstand, il match iniziava con Dimitrov che provava a utilizzare il suo rovescio tagliato per tenere la palla bassa e impedire a Sinner di caricare con in colpi da fondo, soprattutto il rovescio. L’italiano pareva centratissimo e commetteva pochissimi errori, lasciando a Grigor il compito di dover prendere i rischi. Un game di servizio da dimenticare sul 2-2 con un doppio fallo e tre errori gratuti costava a Dimitrov il break a zero, e quel passaggio a vuoto era sufficiente per consentire a Sinner di siglare il primo set per 6-3 in 35 minuti.

SECONDO SET – Alla fine del primo parziale una buona fetta di spettatori sulle tribune avevano guadagnato i ristoranti fuori dal Grandstand, forse prevedendo una rapida fine della partita. Ma costoro non avevano fatto i conti con Dimitrov, che approfittando di uno dei consueti brevi cali di attenzione di Sinner (quattro errori anche per lui) si prendeva il break di vantaggio in apertura di set per l’1-0, e poi allungava sul 2-0 recuperando un game da 0-40 appoggiandosi alla prima di servizio.

Se nel primo set il bulgaro aveva giocato in maniera più conservativa, nel secondo appiattiva le traiettorie dei suoi colpi e soprattutto iniziava a giocare molto di più aprendo il campo, senza rimanere bloccato sulle diagonali. Questa modifica nel suo gioco, accoppiata alla capacità di spinta e di rincorsa da parte sia sua sia di Jannik davano vita a scambi molto vivaci, conclusi a volte da colpi estremamente spettacolari.

Sinner era però molto abile a mantenere il contatto con il suo avversario, sfruttando un doppio fallo nel turno di battuta seguente e ottenendo subito il controbreak per il 2-2. Il ritmo saliva, sul 30-30 Dimitrov si prendeva di prepotenza il gradino più alto del podio negli highlights odierni, e Sinner seguiva il suo avversario alzando il suo livello di gioco.

Dimitrov tornava in vantaggio di un break sul 3-2, ma questa volta non riusciva a consolidare: uno smash di Sinner cancellava la palla del 4-2, si esaltava nel corri e tira e poi incassava il controbreak sul quinto doppio fallo di Dimitrov. Nel game probabilmente più importante del match, Sinner rimontava da 15-30 e teneva la battuta con un serve and volley passando in vantaggio 4-3. Due game più tardi Dimitrov provava a tagliare il campo come un panettone utilizzando le traiettorie esterne al servizio, ma Jannik metteva la marcia superiore in risposta entrando in campo a martellare sulla seconda e aggrediva il turno di servizio di Dimitrov. Il bulgaro annullava i primi due match point con il servizio, ma sul terzo l’ennesima risposta aggressiva di rovescio chiudeva il match dopo 87 minuti di gioco.

Sinner affronterà al prossimo turno Andrey Rublev, testa di serie n. 6 e recente finalista al Dubai Duty Free. I precedenti tra i due sono in parità (2-2) ma due di questi sono terminati in ritiro: il primo a Vienna nel 2020 e l’ultimo, lo scorso anno al Roland Garros, quando Sinner dovette abbandonare il torneo per un infortunio al ginocchio.

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