Dimitrov: "La partita con Goffin? Mi piacerebbe premere replay"

Interviste

Dimitrov: “La partita con Goffin? Mi piacerebbe premere replay”

Grigor Dimitrov è in fiducia. Sull’aver evitato lo psicodramma nel terzo set contro Sock: “Sono queste le partite in cui sento che il mio livello è più alto rispetto agli scorsi anni”

Pubblicato

il

 

Cosa potrebbe rendere pericoloso David Goffin in finale e in che modo c’entrerà la partita di mercoledì, gli chiede l’ultimo dei giornalisti in conferenza. “Quel match è il passato. Vorrei poter semplicemente premere il tasto ‘replay’. Penso che nessuno dei due ci penserà. David è un giocatore molto intelligente, sa benissimo come stare in campo. Può essere pericoloso in ogni giornata e in ogni momento, non posso pensare a una cosa in particolare. Ha ottenuto grandi vittorie e si sta esprimendo al meglio in questo finale di stagione. Penso che sia in fiducia. Certo, nessuno dei due ha qualcosa da perdere, siamo entrambi alla prima finale qui. Penso che sarà entusiasmante“.

Introduce così Grigor Dimitrov la prima finale dal 2008 (Djokovic-Davydenko), settima in totale, in cui si affrontano due giocatori entrambi all’esordio nell’atto finale della competizione. Dimitrov è anche l’undicesimo giocatore della storia del Masters a raggiungere la finale alla prima partecipazione, da esordiente assoluto (l’ultimo David Ferrer nel 2007). Solo McEnroe (1978) e Corretja (1998) sono riusciti a sollevare il trofeo, tra questi. Il 2017 rimarrà un’edizione statisticamente rilevante anche per il fatto che Goffin, in pratica, non è un esordiente “puro” solo per via dell’inciampo di Monfils che 12 mesi fa lo costrinse a scendere in campo nell’ultimo (ininfluente) match contro Djokovic. È ‘quasi’ una finale tra debuttanti, circostanza che peraltro non si è mai verificata nella storia del Masters.

Dimitrov ha anche raggiunto un altro traguardo piuttosto rilevante. Da lunedì, e fino alla riapertura delle ostilità nel 2018, sarà numero 3 del mondo. L’obiettivo era chiudere in top 10, chiuderà da n.3. È grandioso, cosa posso dire? È uno splendido riconoscimento ed è quello per cui ho lavorato. Finire l’anno in questo modo è bello non solo per me, ma per tutto il mio team. Penso sia anche una grande spinta per ricominciare il prossimo anno“. Gli ulteriori 500 punti che Grigor maturerebbe battendo Goffin in finale sarebbero preziosissimi per ammortizzare le cambiali in scadenza a gennaio prossimo, quando il bulgaro dovrà difendere il titolo di Brisbane (250 punti) e la semifinale di Melbourne (720).

Contro Jack Sock però qualche momento di difficoltà c’è stato. Se il bulgaro da quando ha preso il comando delle operazioni nel secondo set ha dato la sensazione di essere superiore, nell’ultimo game della partita il rischio di rimettere in gioco il suo avversario è stato concreto. E il fresco precedente di Indian Wells, in cui Dimitrov aveva ceduto a Sock dopo aver sciupato quattro match point nel set decisivo, forse gli è transitato nei pensieri. “Non puoi permetterti di pensare a cose del genere nei momenti importanti. Sì, gli ultimi due match con Jack erano stati molto sfortunati per me. Ma è questo che rende il gioco così speciale. A volte non devi batterti solo contro l’avversario ma anche contro i ‘demoni’ dei match precedenti. Ma sono molto felice di come ho gestito la pressione. Anche quando ho dovuto fronteggiare un break-point, anche se avessi dovuto giocare un altro game l’avrei accettato. Si impara a prescindere da questi momenti, sicuramente ho imparato qualcosa anche questa volta”.

Un atteggiamento maturo che evidenzia i progressi di Grisha sotto il profilo dell’attitudine. In situazioni come queste, il Dimitrov che con troppo rammarico avevamo imparato a conoscere in passato, avrebbe probabilmente rovinato tutto. “Queste sono le partite più importanti, quelle in cui sento che il mio livello è più alto rispetto agli scorsi anni. La cosa più importante per me è trovare il modo di vincere anche quando non sei nella migliore giornata, quando non colpisci la palla al meglio o senti che qualcosa non va. È esattamente quello che fanno i top player. Nelle giornate difficili trovare il modo di farcela lo stesso. Non dico di aver giocato male oggi, ma avrei potuto fare meglio alcune cose“.

Dice Grigor, quasi in chiusura, che la preparazione non sarebbe cambiata se avesse dovuto affrontare Federer in finale, come tutti credevano. “C’è sempre un match da giocare, non sai mai cosa può accadere in campo. Chiunque io debba affrontare la cosa da fare è la stessa: prepararmi come ho fatto nei giorni precedenti. L’approccio non cambia. Ovviamente sono emozionato, è un grande giorno per scendere in campo. Insomma, la domenica è sempre un grande giorno per giocare (sorride)“.

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement