Fognini alla Gazzetta: "Se diventassi numero 1 mi chiederebbero lo zero"

Rassegna stampa

Fognini alla Gazzetta: “Se diventassi numero 1 mi chiederebbero lo zero”

Stralci dell’intervista concessa da Fabio Fognini a Riccardo Crivelli per la Gazzetta dello Sport. “In Italia si è tifosi, non appassionati. Squalifica? Starò tranquillo, promesso”

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L’intervista a Fognini: “Se fossi numero 1 mi chiederebbero di essere zero”

Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport del 28.11.2017

Il nuovo anno di Fabio Fognini sta prendendo forma tra Miami e Barcellona: poco tennis ancora, perché il ginocchio sinistro operato di menisco nel 2008 si è infiammato nelle ultime settimane e richiede cautela nella preparazione… (segue). Il numero uno italiano dovrebbe iniziare il 2018 a Sydney e poi agli Australian Open. Con quale spirito, ce lo racconta lui stesso.

Per il quarto anno negli ultimi cinque, lei ha chiuso tra i primi 30 del mondo. Eppure di Fognini non si è mai contenti…
Ormai ci sono abituato, le critiche superano sempre di gran lunga i complimenti. Il problema è che in Italia si è tifosi, pro o contro, e non appassionati di sport. Se un giorno dovessi arrivare al numero uno del mondo, gli italiani non sarebbero comunque contenti e mi chiederebbero di essere il numero zero.

Ha parlato di stagione positiva, però la macchia degli insulti alla giudice arbitro agli US Open non si può dimenticare.
Ho sbagliato, non sono stato un buon esempio, mi sono scusato e ho pagato. Non credo ci sia nient’altro da aggiungere.

Non crede che la sanzione (due Slam subjudice e 80.000 euro di multa), anche se sospesa, possa in qualche modo incidere sul suo rendimento negli Slam?
Io tante volte faccio già fatica, e lo sapete bene, a pensare a me stesso e alla partita, figuratevi se posso permettermi anche un peso del genere. Sono sereno, prometto che starò tranquillo.

A proposito di salute, ben cinque top ten hanno chiuso la stagione in anticipo per infortuni. Si gioca troppo?
Sicuramente il calendario è piuttosto compresso, credo che una sospensione dell’attività per un paio di settimane a metà stagione farebbe bene a tutti, come magari giocare tutta la Coppa Davis in una settimana. Però mi dà abbastanza fastidio che chi si lamenta di più per le troppe partite poi finisca l’anno in giro per il mondo a giocare esibizioni.

Cosa pensa delle nuove regole sperimentate alle Next Gen Finals?
Ma, il killer point sul 40-40 c’è già in doppio, pur con qualche sfumatura diversa, e forse sarebbe la più semplice tra quelle che riguardano il punteggio. Per quanto mi riguarda, possono mettere anche subito l’orologio dei 25″ tra un punto e l’altro, ma forse Nadal non sarebbe d’accordo (sorride, ndr): l’importante è che si usi sempre il buon senso, specialmente nelle partite lunghe.

Se dovesse scegliere, meglio un grande exploit in uno Slam oppure rendimento costante a alto livello nei Masters 1000?
Uno Slam resta uno Slam.

Una promessa per il 2018?
Voglio rientrare tra i primi 20 del mondo. E rimanerci.


Terra promessa. Federer ci pensa

Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport del 28.11.2017

Dopo un anno di assenza (giustificata) dai campi in terra, la novità del 2018 di Roger Federer potrebbe essere il ritorno sul rosso. Alla vigilia del Masters il numero 2 del mondo si era fatto sfuggire che ripresentarsi al Roland Garros era una questione su cui “riflettere bene, valutando pensando i pro e i contro” insieme al suo staff. Ma a chi lo conosce bene come Claudio Mezzadri, l’ex numero 26 del mondo ed ex capitano di Coppa Davis della Svizzera, il Genio ha confessato che non gli dispiacerebbe rimettere i piedi… sulla terra. “Non per l’intera stagione”, puntualizza Mezzadri, “piuttosto solo per Parigi, al limite per un altro torneo. Che potrebbe essere un torneo Roma”. Ovvero il Masters 1000 sul rosso che gli piace di più, considerato che Madrid è troppo vicino al Roland Garros e si gioca in condizioni troppo diverse, prima di tutte l’altitudine, e che a Montecarlo storicamente Federer non si trova a suo agio. Nell’agosto del 2018 compirà 37 anni, la priorità sarà dunque evitare, come ha fatto negli ultimi anni, una programmazione troppo affollata e riservare le energie ai grandi appuntamenti: i quattro tornei dello Slam e il Masters… (segue).

“Tornare numero 1? È una grande sfida, la più ambiziosa nel tennis, ma alla mia età è poco realistica”, ha risposto a chi ha provato a stimolarlo sull’argomento. Al momento il distacco da Nadal è di 1040 punti: né pochi né troppi. “Ma Rafa ha già meno punti di me da difendere in Australia, e qui inizia il problema. Mettermi a inseguire il numero 1 sarebbe un errore”(segue). In questi giorni fra l’altro Federer, dopo aver ricevuto la laurea honoris causa dall’Università di Basilea, ha rivelato di essere stato vicino a ritirarsi già nel 2004, ad appena 23 anni, dopo aver raggiunto per la prima volta il vertice del ranking. “Avevo raggiunto gli obiettivi che mi ero posto. Ci ho pensato sul serio. Se ho continuato, è perché mi sono detto che non avevo più niente da dimostrare a nessuno”(segue).

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