Nella lotta per l'affido Azarenka perde il coach

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Nella lotta per l’affido Azarenka perde il coach

Dopo meno di un anno Michael Joyce interrompe la collaborazione con la bielorussa: “Rispetto la decisione di mettere al primo posto la vita privata”. Nel suo futuro sembra esserci Konta

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Il 2017 di Victoria Azarenka, che dodici mesi fa assomigliava ad una favola, oggi è sempre più una matassa da sbrogliare. Diventata mamma durante la scorsa off season, si è presto separata dal fidanzato Billy McKeague e la sua battaglia per riprendersi un posto nel circuito WTA è presto stata affiancata da quella per la custodia del figlio: il tribunale ha affidato il piccolo Leo al padre e ha imposto ad Azarenka il divieto di portarlo al di fuori della California, limitando enormemente la possibilità della bielorussa di partecipare ai grandi tornei.

La serie di forfait che ne è seguita, che di fatto ha limitato la sua stagione a sei soli incontri sull’erba, ha spinto il suo allenatore Michael Joyce a interrompere la loro collaborazione, come comunicato dallo stesso negli ultimi giorni. La decisione lascia intendere come la prossima stagione tennistica dell’ex n.1 al mondo, oggi scivolata alla posizione 209, sia tutt’altro che programmata (anche se al momento è confermata la sua presenza all’ASB Classic di Auckland nella prima settimana dell’anno).

“È con profondo rammarico che ho deciso di andare avanti con la mia carriera di coach” ha detto Joyce, già avvistato dalla BBC insieme a Johanna Konta sui campi dell’All England Club. “Vika è una giocatrice di grande talento e sebbene io non veda l’ora di vederla tornare a giocare, incoraggio e rispetto la sua decisione di mettere al primo posto la famiglia. Le auguro la migliore delle fortune”. Subentrato a Wim Fissette e allo sparring Sascha Bajin, Joyce aveva iniziato a collaborare con Azarenka soltanto a stagione 2017 già iniziata.

Coach di Maria Sharapova per oltre sei anni e mezzo (dall’estate del 2004 al gennaio del 2011), l’ex giocatore statunitense fu il “grimaldello” che lo scrittore David Foster Wallace utilizzò per introdursi nel mondo del tennis pro; dall’esperimento nacque il saggio pubblicato nel 1996 con il titolo “String Theory”. Ad Azarenka, senza allenatore e ormai privata della grande occasione della finale di Fed Cup da giocare in casa, sembra essere rimasto soltanto il grande sorriso che sfoggia nelle foto con il figlio. Dovrà essere il suo punto di partenza per riprendersi tutto il resto.

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