WTA 2017: dieci match da ricordare (e riguardare) - Pagina 3 di 5

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WTA 2017: dieci match da ricordare (e riguardare)

Dagli Australian Open alle Finals di Singapore, dieci partite memorabili del 2017 per qualità tecnica, tattica e agonistica

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6. Karolina Pliskova def. Jelena Ostapenko 4-6, 6-0, 10-8 Australian Open, 3R
Terzo turno degli Australian Open. La testa di serie numero 5 Karolina Pliskova affronta Jelena Ostapenko; la numero 38 del ranking è una teenager promettente, ma è la prima volta che ha vinto due partite di fila in un Major. Per i bookmaker si prospetta un confronto senza storia (1,22 a 4,00).

È il secondo match della sessione serale sulla Margaret Court Arena. Si parte, e subito Ostapenko dimostra di non avere alcun timore reverenziale, rispondendo colpo su colpo. E il suo rovescio, soprattutto lungolinea, finisce per fare la differenza nel finale di set: 6-4 per Jelena. La reazione di Karolina è immediata: sfodera 23 minuti di tennis straordinario, certificati dalle statistiche: 11 vincenti e un solo errore non forzato per un perentorio 6-0. In realtà non si può dire che Ostapenko abbia giocato male, solo che Pliskova è stata vicina alle perfezione.

Sembra che la situazione sia tornata sui binari annunciati, ma invece la partita deve ancora dare il meglio; il terzo set si rivelerà uno dei più memorabili della stagione. Sul 2-2 Karolina comincia a soffrire un po’ di braccino, e si rifugia in un tennis un po’ troppo conservativo: non è un calo drastico, ma quel poco di incisività in meno permette a Jelena di entrare più spesso nello scambio e risolverlo con una serie di vincenti. È un frangente che per Pliskova rischia di rivelarsi fatale; sul 2-4 esprime tutta la sua frustrazione spaccando la racchetta; ma l’emorragia continua, e perde di nuovo la battuta. Sotto di 2-5, con un doppio break di svantaggio, per risollevarsi avrebbe bisogno di un mezzo miracolo. Che realizza. In parte con la collaborazione di Ostapenko, che non riesce più a incidere al servizio, ma molto per meriti propri: risponde alla grande e inizia a servire in modo stupefacente.
Sullo slancio sembra addirittura poter infilare cinque game consecutivi; arriva al match point che le varrebbe il 7-5, ma Jelena è una avversaria tosta e di carattere: lo annulla con un vincente, un gran dritto inside-in. Dal 6-6 Pliskova sforna una serie di turni di servizio mostruosi: li vince tutti a zero, grazie a una battuta degna della miglior Serena Williams; quando non mette a segno ace o servizi vincenti gioca comunque battute di tale efficacia da consentirle di chiudere gli scambi a proprio favore. In questo modo mette sempre più pressione all’avversaria, che capitola al 18mo gioco: 10-8 in 65 minuti.

127 minuti totali. Saldo vincenti/errori non forzati: Ostapenko -2 (41/43), Pliskova +28 (46/18) con 19 ace (diciannove, non è un errore) e solo 2 doppi falli.
Ostapenko ha perso, ma in molti cominciano a pensare che la ragazzina terribile abbia davvero stoffa. E ci si chiede: chissà cosa saprà combinare alla prossimo Slam, il Roland Garros?

5. Eugenie Bouchard def. Maria Sharapova 7-5 2-6 6-4 Madrid, 2R
Le wild card a Sharapova? “È una imbrogliona. E secondo me, in qualsiasi sport, a un’imbrogliona non dovrebbe più essere permesso di competere. È così sleale nei confronti di tutte le altre giocatrici che invece si comportano correttamente e sono oneste. La WTA accogliendo a braccia aperte chi imbroglia manda un messaggio sbagliato ai giovani”.

Maria Sharapova è appena rientrata dopo la sospensione per il meldonium, e ha ricevuto tre wild card dai più importanti tornei di preparazione al Roland Garros (Stoccarda, Madrid, Roma). Non tutte le colleghe hanno gradito, e fra le diverse critiche espresse quelle di Eugenie Bouchard sono probabilmente le più dure. E colpiscono ancora di più se accostate a una vecchia foto che la ritraeva bambina felice accanto al suo idolo (di allora) Sharapova.

Cosa succederà quando si troveranno in campo una contro l’altra? Per scoprirlo non occorre attendere molto, visto che la sorte le mette di fronte appena due settimane dopo, a Madrid. La Sharapova post-rientro non è quella degli anni migliori, ma rimane comunque un’avversaria tosta, e sulla carta sembra un ostacolo troppo alto per la Bouchard dimessa dell’ultimo periodo. E poi i precedenti dicono 4-0 per Masha. Anche per i bookmaker l’esito è già scritto: Sharapova 1,20, Bouchard 4,33.

Ma le motivazioni possono essere determinanti, a maggior ragione in uno sport così complesso e mentale come il tennis. A Madrid va in scena un confronto a volte con qualche errore di troppo, ma spesso anche con grandi scambi. E sempre intensissimo sul piano agonistico; sotto questo aspetto rimane senza dubbio una delle partite indimenticabili del 2017.
A dimostrazione di quanto il tennis possa essere uno sport anomalo: Sharapova ottiene più punti totali (112 a 109) e chiude con un migliore saldo vincenti/errori non forzati: -5 (44/49) a -7 (20/27). Ma la partita la vince Bouchard, grintosa e concentrata su ogni punto, disposta a inseguire anche palle apparentemente imprendibili: 2 ore e 51 minuti di lotta, che almeno per un giorno la riportano ai livelli del 2014, la sua stagione migliore.

a pagina 4: i match numero 4 e numero 3

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