Dopo notte tormentata da ricorrenti incubi e da mille visioni inquietanti, il vecchio Rogelfo, unico depositario dell’arcana magia elfa, esce solitario alle prime luci per salire, nascosto a tutti, sul sacro monte Goat, fantastico, mistico Parnaso custode delle antiche, mirabolanti gesta degli eroi del passato. Qui si concede ritemprante, liturgica abluzione nelle magiche acque della cascata di Reredef in cui immerge anche la scintillante Wilsonia onde proteggere e preparare quel miracoloso ferro al prossimo, durissimo cimento. Poi si dirige verso la radura dei Quarti ove trova, come presagiva, il possente Esterofilo, fabbro e maniscalco dalla forza bruta e dal ceruleo occhio che, ingaggiata la contesa, inizia a colpire con vigorose martellate che piovono da ogni lato. Il vetusto elfo, in atarassico stato, sembra non reagire sotto i colpi del mazzolatore ceco quando un segno, certamente mandato da Nike sua dea protettrice, lo scuote visibilmente: l’acuto, enigmatico verso del falco Inoaut che, pur restando invisibile ai due, invade subdolo, persistente e assordante il campo di battaglia. Destatosi così da quel torpore, il vecchio estrae l’invincibile Wilsonia che, come accecante, implacabile folgore, si abbatte per tre volte consecutive sul malcapitato Esterofilo incenerendolo; il poveretto, seppur a stento, torna alla sua umile dimora tra le braccia della premurosa sposa che, per certo, saprà ben presto trovare ed applicare portentoso, consolatorio balsamo a sollievo e conforto delle profonde ferite subite. Rogelfo, da par suo, non può ancora gioire: si profila già al tenebroso orizzonte la strisciante ombra del Coreano occhialuto che tutto appare fuorchè sazio: ingurgitato in un sol colpo Omenomen, lo scapigliato rettile lo attende infatti per altra, epocale battaglia…

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