Federer a Rotterdam per la storia: "Non ci credevo più". Krajicek: "Forse l'ultima volta"

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Federer a Rotterdam per la storia: “Non ci credevo più”. Krajicek: “Forse l’ultima volta”

Tutto pronto per l’assalto di Federer al numero uno. Sarebbe il più vecchio di sempre. Il direttore del torneo in esclusiva: “Non sappiamo per quanto continuerà”. Seppi ok

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da Rotterdam, il nostro inviato

FEDERER NIGHT FEVER – Lo scorso anno arrivarono all’ultimo momento i forfait di Wawrink e Nadal; come per uno strano e benevolo karma, stavolta il last minute di Rotterdam ha portato in dote Roger Federer. Una e-mail, subito dopo gli Australian Open tramite il suo agente Tony Godsick, per scatenare sogni ed eccitazione nel primo ATP 500 dell’anno. “Ero negli Stati Uniti, l’ho letta appena sveglio” racconta in esclusiva Richard Krajicek, campione a Wimbledon ’96 e direttore del torneo. “Sapevo ci fosse una piccolissima possibilità di vederlo qui, ma capire che si sarebbe concretizzata è stato straordinario. Non sappiamo per quanto ancora giocherà, potrebbe essere la sua ultima volta qui”. Si respira l’aria tesa e febbrile di un evento raro a Rotterdam. Alla sua 45esima edizione, l’ABN AMRO World Tennis Torunament potrebbe essere il palcoscenico di un avvenimento storico, che manco a dirlo avrebbe come protagonista lo svizzero. Federer approfitterà infatti di una wild card, e giocherà per diventare il più vecchio numero uno del mondo di sempre: per farlo gli sarà sufficiente raggiungere la semifinale, a prescindere poi dalla vittoria del titolo. E forse mai, in un torneo che pure nell’albo d’oro vede Ashe, Connors, Borg, Edberg, Becker e Murray, oltre allo stesso Federer, si è avuta la sensazione di essere il centro del mondo tennistico, come in questo momento. Basta girare per la sala stampa che ribolle di addetti ai lavori, rappresentanti media e staff. Nel 2017 si faticava a raggiungere la doppia cifra di presenze, oggi la difficoltà sta nel trovare un desk libero: “Roger”, rispondono alzando le spalle e sorridendo i colleghi.

L’ULTIMA VOLTA NEL 2013 – Federer torna a Rotterdam dopo cinque anni, da quell’orribile 2013 in cui vinse un solo torneo (Halle) e qui perse inopinatamente contro Julien Benneteau, che già lo aveva spaventato sei mesi prima a Wimbledon, costringendolo a rimontare da due set sotto. Lo scorso anno preferì volare direttamente nella “sua” Dubai, dove raccolse la sua prima, sorprendente sconfitta stagionale contro Donskoy, pur avendo avuto match point a disposizione. Stavolta le carte in tavola sono diverse e decisamente di maggior valore: “Mi ero prefissato di studiare il ranking dopo gli Australian Open” dice nella conferenza stampa pre-torneo, in una sala gremita come non mai e vestito di una tuta scura. “Non avrei mai pensato di vincere di nuovo, erano dieci anni che non confermavo un titolo dello Slam (US Open 2008, il quinto consecutivo, ndr). A dire la verità dopo la sconfitta alle Finals credevo non avrei mai avuto altre chance per tornare numero uno”, trono su cui non siede dal 4 novembre 2012. Quell’anno vinse Rotterdam, poi Indian Wells e Wimbledon trai sette tornei complessivi. “Febbraio è sempre stato un mese piuttosto flessibile nelle mie stagioni. Ho sempre varie opzioni tra cui scegliere, Dubai, Rotterdam o la Svizzera con la famiglia (che non lo ha seguito qui in Olanda, ndr). Se fosse necessario, potrei anche giocare negli Emirati, non so ancora”.

ROGER DAL 1999 – Per due volte Federer ha vinto il torneo di Rotterdam (2005 e 2012, finali con Ljubicic e del Potro) ma i suoi esordi sono da datare ben prima. Quasi vent’anni fa ottenne qui i primi risultati di rilievo della sua carriera: “Quando penso a questo torneo ho ricordi piuttosto vividi del ’99: quarti di finale, poi di nuovo quarti a Marsiglia, mi permisero di fare un bel balzo nel ranking. Certo dopo non vinsi un match per mesi, ma… (ride)”. A ottobre di quell’anno avrebbe vinto il suo primo e unico Challenger in carriera, a Brest contro Maks Mirnyi. “Il torneo è cambiato da quando sono stato qui l’ultima volta, l’arena è stata migliorata ma lavorano ancora molte delle persone che già conoscevo. Significa che l’ambiente di lavoro è sereno e coinvolgente, e quest’atmosfera si respira”. A trentasei anni sarebbe il tennista più vecchio in assoluto a raggiungere la vetta del ranking, scavalcando anche Serena Williams, che si è rivista in Fed Cup lo scorso weekend anche se solo aggregata al team: “Serena è una grande fonte di ispirazione, ci siamo stimolati sempre a fare di più. E un risultato del genere sarebbe incredibilmente prezioso, ma non sono qui perché sento di doverlo fare. Sto bene, sono in pace con me stesso e questa è la cosa che conta. È fondamentale essere entusiasta, non solo vedere un torneo o degli incontri come passi verso un record”. E a conferma di ciò si  allenato in tre diverse sessioni oggi, tutte insieme all’olandese Haase, suo abituale compagno di off season a Dubai.

WAWRINKA A METÀ – Il debutto sarà mercoledì sera contro il belga Ruben Bemelmans, che oggi si è allenato con Karen Khachanov: non ci sono precedenti. Sulla strada per consegnarsi una volta di più alla storia Federer potrebbe incontrare il suo grande amico e connazionale Stan Wawrinka, campione qui nel 2015 in finale contro Berdych: si troverebbero eventualmente in quarti di finale, il match decisivo per tornare numero uno: “Mi fa piacere vederlo di nuovo in campo, è mancato al tour. Sarebbe speciale, certo, ma non fa differenza il mio avversario, l’importante ovviamente è vincere”. E Krajicek conferma le ottime chance di Roger, senza badare alla scaramanzia: “Avrà una pressione particolare, ma ormai è abituato. Anche quando era favorito per il Roland Garros non giocò al massimo, ma riuscì con l’esperienza a vincere il torneo. Wawrinka solitamente sarebbe un avversario tostissimo, ma viene da un stop molto lungo e Federer è in fiducia dopo Melbourne. Si gioca indoors quindi nelle condizioni ideali per Roger. È il match che si aspettano tutti, ma per noi sarebbe un successo clamoroso in ogni caso: se Wawrinka dovesse perdere prima, significherebbe avere la certezza di un olandese in quarti di finale, probabilmente contro Federer. Meglio di così…”. Wawrinka è tornato quest’anno dopo una lunga pausa per infortunio. La scorsa settimana ha raggiunto e perso la semifinale al 250 di Sofia, contro il bosniaco Mirza Basic che ha poi proseguito con il vincere il suo primo titolo in carriera. Stan è sereno, consapevole e non si fa illusioni: “Ho giocato tre partite consecutiva per la prima volta dopo otto mesi, e sono contento. Ma sono ancora lontano dalla mia forma migliore, so quello di cui ho bisogno per poter essere al top, ormai sono esperto”. “Federer? Tutto quello che ha fatto è nei libri di storia. E quanto al nostro quarto di finale, credo mi convenga pensare al primo turno e vedere come mi sento”.

ROTTERDAM MARCHIO GARANTITO – Federer o non Federer, il tabellone di quest’anno a Rotterdam è impressionante: quattro top 10, sette top 20 che avrebbero potuto essere di più se Tsonga e Kyrgios non avessero deciso di ritirarsi. “Sì, peccato abbiano dato forfeit. Ma quando c’è la fortuna di avere Federer il resto passa in secondo piano”, ammette Krajicek. Un torneo che si conferma quindi polo di attrazione per l’inizio stagione, e che richiama tennisti di calibro assoluto: “Abbiamo strutture fantastiche, campi di allenamento numerosi e in condizioni perfette, e l’intera organizzazione è impeccabile” riporta fiero il padrone di casa, che vinse qui nel ’95 e ’97. Sarebbe un candidato per la fantomatica categoria di ATP 750? “Potremmo provarci. Ma non credo sarebbe un sistema di punteggio positivo. Ai miei tempi ci fu un periodo in cui non era ben chiaro quali tornei fosse meglio giocare, quali punti e vantaggi avrebbero comportato. La divisione attuale mi sembra vincente, 100, 500 e 250 ben ripartite anche in proporzione. Non cambierei, insomma, ma se fosse così proveremmo a fare il meglio per il torneo e per la città”.

ZVEREV SÌ, ZVEREV NO – I primi turni hanno di fatto già regalato tennis e nomi di altissima qualità. Mischa è il primo degli Zverev a scendere in campo: aggredisce e attacca come suo solito, ma si trova di fronte un Berdych in ottima condizione che chiude in due set, rimontando un break di svantaggio nel primo, per poi comandare. Il ceco, che ha da pochissimo detto addio alla Davis, vuole dire la sua nella caccia a Federer, e si candida come uno dei primi indiziati. Sascha, invece, non trema e di forza respinge la usuale, commovente tigna di David Ferrer: 6-4 6-3 senza repliche, frutto di una paurosa tenuta al servizio e di una diagonale di dritto che troppe volte costringeva lo spagnolo a perdere campo. Nel box degli Zverev si vede Boris Becker, che da qualche mese partecipa ai lavori della federazione tedesca: “Abbiamo avuto un’esperienza fantastica in Davis, ed è prezioso avere qualcuno di così esperto accanto”. Nessun riferimento quindi a una possibile partnership di lunga durata. Il messaggio a Roger comunque, in vista della semifinale, è lanciato.

SEPPI C’È – Sarà Andreas Seppi a sfidare Sascha al secondo turno. L’azzurro, entrato come lucky loser dopo il forfeit di Tsonga, lotta quasi due ore per avere la meglio sul portoghese Sousa, di fronte a un pubblico ben più nutrito di quanto l’ora tarda potesse far presagire. Avvio poco coinvolgente, Seppi strappa il primo set di calma e solidità prima di cedere senza appello il secondo: “Sono un po’ uscito dal match verso la metà, ho avuto un calo anche di concentrazione. All’inizio del terzo ho giocato beinssimo però, è statà lì la svolta”. Il servizio viaggia anche se incostante, il lungolinea di rovescio fa male e toglie a Sousa le certezze del dritto a uscire, per timbrare il biglietto nel torneo che nel 2008 lo vide battere Rafael Nadal. “Non avrò niente da perdere contro Zverev, lui ovviamente è in ottima condizione. Me la giocherò, tutto qui”. 

 Risultati:

[6] T. Berdych b. M. Zverev 7-5 6-3
F. Lopez b. [Q] M. Klizan 6-3 7-6(4)
[LL] A. Seppi b. J. Sousa 6-4 1-6 6-2
[3] A. Zverev b. D. Ferrer 6-4 6-3

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