Mondo Challenger: Thompson sopravvive a sé stesso. Occhio a Marterer

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Mondo Challenger: Thompson sopravvive a sé stesso. Occhio a Marterer

Jordan vince a Chennai facendo valere la prima testa di serie ma in finale va a un passo dal clamoroso harakiri. Marterer domina a Cherbourg ed entra trionfalmente nella top 70

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Chennai (India, $50.000, cemento) – [1] J. Thompson b. [2] Y. Bhambri 7-5 3-6 7-5

Dura vincere la depressione, sulla costa indiana d’oriente. Dopo ventidue edizioni consecutive il prestigioso torneo di Chennai, tradizionale tappa inaugurale della stagione ATP, affronta l’anno zero del declassamento a Challanger nemmeno di primissime ambizioni. L’organizzazione ha provato a risollevare il morale dell’ambiente favorendo l’iscrizione di una dozzina abbondante di tennisti autoctoni: risultati modesti. Dei tredici indiani ai nastri di partenza tra aventi diritto, qualificati, wild card e ranking protetti – qualcuno si ricorda di Saketh Myneni? Il tizio è stato anche 137 al mondo nel 2012, prima che un piede gli procurasse continui tormenti –  solo quattro sono riusciti a passare la tagliola del primo turno. Il più in vista era anche uno dei favoritissimi alla vittoria finale: seconda testa di serie in gara, Yuki Bhambri ha rispettato il ruolo affidatogli dal draw proprio come il capotabellone Jordan Thompson e il coreano Duck-hee Lee, terza testa di serie e in semifinale insieme agli altri due, ma si è fermato a un punto da una clamorosa vittoria in rimonta nell’ultimo atto contro l’australiano. Dominante per gran parte della manifestazione, Thompson ha riacciuffato per i capelli una finale prima vinta e stravinta, poi inopinatamente scappatagli di mano: scellerato al punto da farsi recuperare tre break di vantaggio nel set decisivo, di cui due consecutivi sul tre a zero e servizio, egli ha dovuto addirittura annullare match point sul 4-5, prima di piazzare il parziale di tre giochi a zero con cui ha chiuso la contesa. Il tennista di Sydney può così esporre in bacheca il quinto challenger della carriera, il primo dal 2016, l’anno santo in cui vinse tutti e quattro i precedenti entrando per la prima volta in vita sua tra i migliori 100 tennisti del mondo.

Cherbourg (Fra, $43.000, cemento indoor) – [2] M. Marterer b. [WC] C. Lestienne 6-4 7-5

Continua sul canale della manica la grande stagione di Maximilian Marterer. Dopo l’ottimo Open d’Australia e i quarti raggiunti nell’ATP di Sofia, il ventiduenne di Norimberga ha vinto il sesto Challenger in carriera a Cherbourg, passeggiando per tutta la settimana nel vento della penisola del Cotentin. Intrattabile con il cannone mancino, la seconda testa di serie in gara ha alzato il trofeo senza perdere un set e battendo in finale il redivivo Constant Lestienne, tornato a competere a discreti livelli dopo il controverso affaire scommesse che l’ha visto nolente protagonista. Marterer intanto gioisce: acciuffato un nuovo best ranking al numero settanta delle classifiche, egli promette di lasciare presto questi lidi per traslocare definitivamente al piano di sopra, promettendosi di essere pericoloso anche tra i grandi, specie sui campi duri: per referenze chiedere a Luca Vanni e Mattero Berrettini, gli unici italiani in tabellone in Normandia, rispettivamente eliminati al secondo turno e in semifinale dallo spilungone bavarese. In chiusura, rendiamo conto della trascurabile apparizione del teorico primo favorito del draw, quel Gilles Simon riapparso sul palcoscenico challenger dopo otto anni di naturale assenza e congedatosi già agli ottavi di finale, sconfitto senza colpo ferire da un altro tedesco piuttosto caldo quale certamente è Mats Moraing (poi semifinalista nella parte alta).

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