Federer tiene il primato, poi un altro record: "Non lo ricordavo!"

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Federer tiene il primato, poi un altro record: “Non lo ricordavo!”

Roger Federer può far registrare il suo miglior avvio di stagione. Dovrà vedersela con un Coric centrato ma ancora cauto: “Devo continuare a migliorare”

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Anche nel deserto californiano si è costretti a fare dei balzi nel passato. E chi altro potrebbe essere il protagonista se non Roger Federer, che per l’ennesima volta in questi ultimi mesi costringe a rispolverare statistiche vecchie di oltre dieci anni. Stavolta a vacillare è la sua stessa striscia di match vinti in apertura di stagione (si tratta quindi di anno solare). Il record personale di Roger risale infatti al 2006, quando vince il torneo di Doha – contro Monfils – e l’Australian Open – battendo Baghdatis – prima di sbattere contro Rafael Nadal nella finale di Dubai; lo svizzero si ferma a 16 vittorie di fila e vede infrangersi anche il record di match vinti consecutivamente sul cemento (56, ancora imbattuto). Con la vittoria su Hyeon Chung nei quarti di finale, il campione elvetico ha eguagliato sé stesso e avrà la ghiotta opportunità di superarsi in caso di 17-0 dopo la semifinale contro Coric. Tuttavia la stampa ha trovato un Roger insolitamente impreparato su questo aspetto: Oddio, non mi ricordo nemmeno più, è stato 12 anni fa… I miei record, beh, quando stai nel tour tanto a lungo, con successo, questi record semplicemente succedono”. Come biasimarlo. Fa poi una nota, non troppo precisa: “Ricordo che fu un grande inizio di stagione, così come questo. Ma allora venivo anche da una striscia di 30 o 40 vittorie (in realtà perse l’ultima partita dell’anno contro Nalbandian, ma vinse le precedenti 34, ndr) dalla stagione precedente, stavolta non è stato così.”

Il successo nei quarti ha dato a Roger un’ulteriore certezza in termini di ranking ATP. I 360 punti della semifinale gli consentiranno di stare in vetta alla classifica almeno per altre due settimane, fino alla fine del torneo di Miami. Il suo obiettivo è ovviamente quello di incrementare il vantaggio già nel Masters californiano, per partire con meno pressioni (posto che ancora ne risenta) a Key Biscayne. C’è stato anche spazio, nel dopo partita, per il discorso d’addio di Tommy Haas, uno degli amici più stretti di Federer nel Tour. Curioso il fatto che l’ultima vittoria del tedesco nel circuito sia arrivata proprio contro il venti volte campione Slam, lo scorso anno a Stoccarda. Queste le parole dello svizzero a riguardo:Sono stato contento di esserci stato per Tommy, in questo momento tanto importante della sua carriera. All’inizio siamo stati rivali, ma ci conoscevamo, siamo sempre andati d’accordo. Poi negli ultimi dieci anni, da quando ha iniziato a frequentare Sara (Foster) e messo su famiglia, abbiamo iniziato a conoscerci sempre meglio. È sempre stato uno dei miei amici più cari. Sono felice che sia riuscito a prendere questa decisione, ne abbiamo anche parlato insieme. Non è stato facile, ma questa è una scelta che deve renderlo felice e orgoglioso. È stato anche molto emozionante, ma è così che deve essere”.

https://twitter.com/sluggahjells/status/974497145763041281

(qui è quando la commozione si è trasformata in una gag)

PASSATO… 

La stampa ha continuato a stuzzicare la memoria del numero uno del mondo, tornando indietro addirittura al 2001. Annata che nei ricordi di Federer non può che ricondurre al match del Centre Court londinese contro Pete Sampras, presente sugli spalti durante il match contro Chung. “Quale fu la chiave per batterlo? State sfidando la mia memoria” sorride Federer. “Ricordo che cercai di usare la testa per stargli vicino nel punteggio il più possibile. Con i top player come Pete bisogna sfruttare ogni occasione e solo così puoi avere chance di agguantare la vittoria. Sono stati importanti dei serve&volley sulla seconda nel quinto set assieme a qualche demi-volée: erano altri tempi”. Alla domanda su una possibile nuova sfida contro il campione statunitense, che si è detto desideroso di giocare qualche set con lui, Roger appare motivato ad accontentare Pistol Pete: “Sono felice di aver avuto l’opportunità in passato di stare sullo stesso campo con lui. Mi piacerebbe tantissimo giocare con Pete. Sento che imparerei tantissimo semplicemente scambiando qualche palla con lui. Erano giorni diversi, i giocatori della sua generazione avevano qualità diverse rispetto a quelle che abbiamo noi oggi. Ma Sampras era la versione moderna della vecchia generazione. È stato… come un ponte“.

…E IMMEDIATO FUTURO DI ROGER: BORNA CORIC

Le sedici vittorie inanellate dal Federer versione 2018 non spaventano il “nuovo” Borna Coric, uomo di copertina dell’edizione in corso del BNP Paribas Open. “Attendo con ansia la prossima sfida” ha affermato prima di sapere chi avrebbe affrontato in semifinale. “Entrambi sono in ottima forma, su Federer io non devo aggiungere nulla“. Il match che lo vedrà opposto al numero uno ATP è il più classico (e complicato) dei test volti a verificare che frutti ha portato un nuovo metodo di lavoro: “Negli ultimi mesi penso semplicemente di essere maturato. Non so, forse è scattato qualcosa. Adesso sono molto più sereno sul campo. Non mi eccito in maniera eccessiva e non mi deprimo troppo. Non ho troppi alti e bassi e penso sia positivo. Non vado troppo in alto, né troppo in basso. Sto cercando di trovare una via di mezzo. Le persone nel mio team mi hanno detto: ‘Non puoi avere tutti questi alti e bassi, non aiuta il tuo tennis e non ti fa bene.’ Così mi sono detto che era arrivato il momento di imparare ad accettare determinate cose e determinate situazioni”.

Proprio questo equilibrio, sia a livello mentale, che in termini di gioco espresso, gli ha permesso di ribaltare il terzo set contro Kevin Anderson nei quarti, giocatore che non aveva mai battuto prima. Se Coric ha vinto undici degli ultimi dodici tie-break decisivi disputati, l’aspetto psicologico risulta essere la chiave della svolta “piattiana”, ma il croato vuole sottolineare anche ciò che il nuovo coach ha modificato a livello tattico: “Con Piatti ci siamo visti a Dicembre, e abbiamo parlato. Abbiamo provato ad individuare le cose da cambiare e quelle che avrei potuto fare meglio. Come il mio gioco d’attacco ad esempio, la risposta e alcuni aspetti tattici. Erano diverse cose, ma il lavoro non è certo terminato. Insomma, questa settimana sto giocando bene, ma la prossima settimana ci sarà un altro torneo. Il lavoro non finisce mai. Devo continuare a migliorare, sono ancora molto giovane. Oggi ho vinto, ma forse in alcuni momenti sono un po’ ricaduto nelle vecchie abitudini. Quindi non è semplice, ho ancora tanto lavoro da fare”. Se vuole abbassare il limite di tempo da lui dichiarato per arrivare in top 10, questa è senza ombra di dubbio la strada giusta.

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