Miami: Venus insegna, Muguruza crolla. Riecco Azarenka e Ostapenko

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Miami: Venus insegna, Muguruza crolla. Riecco Azarenka e Ostapenko

La maggiore delle Williams rimonta Konta, dando un’altra lezione di classe. Azarenka stende Radwanska come ai bei tempi. Stephens batte Muguruza, Ostapenko stende Kvitova

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[13] S. Stephens b. [3] G. Muguruza 6-3 6-4 (dal nostro inviato a Miami, Luca Baldissera)

Dal match di ottavi di finale femminili andato in scena nel primo pomeriggio sul centrale di Crandon Park, sotto un bel sole caldo, ci si attendevano risposte significative riguardo a entrambe le giocatrici. A che punto stanno Garbine Muguruza (24 anni, 3 WTA) e Sloane Stephens (25 anni, 12 WTA), un precedente fra loro vinto dalla spagnola, le vincitrici degli ultimi due Slam dell’anno scorso? Dopo il trionfo a Wimbledon, Garbine è sembrata in decisa involuzione, eccettuata la bella affermazione a Cincinnati, Sloane, dopo il “torneo della vita” azzeccato allo US Open, forse ha avuto un periodo negativo di forma anche peggiore. Ma è stata Stephens a uscirne vincente, grazie a un mix di buona gestione di nervi e geometrie in campo, e di demeriti dell’avversaria.

Dopo un avvio di partita in cui tutte e due rispondono meglio di quanto servano, due break a testa, è Sloane ad allungare per prima, strappando una terza volta la battuta a Garbine e chiudendo il primo parziale per 6-3. Sulla carta, il confronto dovrebbe svolgersi tra le bordate di Muguruza, e le difese e i contrattacchi di Stephens, in realtà la spagnola non sembra molto centrata con i colpi, sbaglia parecchio, ma soprattutto gioca corto, permettendo all’avversaria di attaccare e mettere pressione per prima. Se c’è una cosa che Garbine non ama, è essere costretta a colpire in corsa, con il fisicone che si ritrova è chiaro che alla grande potenza deve fare da contraltare qualche limite negli spostamenti. Sloane ne approfitta molto bene, il vantaggio è meritato.

Il pubblico – non molto numeroso oggi sugli spalti – incoraggia Stephens, che gioca veramente in casa, essendo residente a Fort Lauderdale, a poche decine di chilometri da qui. Dopo quattro game senza rischi per chi serve, Garbine va ancora in difficoltà, affronta quattro palle break, e alla fine con un brutto doppio fallo cede la battuta per la quarta volta nel match. Sta succedendo spesso, alla spagnola, di sbagliare anche per troppa foga il primo colpo dopo il servizio, sia di dritto che di rovescio. La voglia di spaccare la palla ogni volta c’è e si vede (e pure si sente, le urla di Muguruza oggi sono al livello di una Sharapova in vena di alzare i decibel), ma la precisione e la continuità no. Dall’altra parte, a Stephens basta essere ordinata e fare una buona partita da incontrista per controllare abbastanza agevolmente la situazione. Brava lei. Coach Sam Smyuk, che si occupa di Garbine insieme a Conchita Martinez, incoraggia la sua giocatrice a essere più incisiva: “Scappi troppo presto dalla palla, non stai credendo fino in fondo nei tuoi colpi. Se vinci questo game il set è tuo!“, è la condivisibile esortazione di Sam.

Muguruza sembra scuotersi, brekka a 15 l’avversaria pareggiando 3-3, ma subito dopo ricasca nelle difficoltà già evidenziate, e cede il servizio per la quinta volta. Cominciano a essere veramente tante, siamo 4-3 e battuta per Sloane. Due brutte risposte di Garbine inaugurano l’ottavo game, altre due lo concludono, 5-3 Stephens, la spagnola ora pare non trovare più le righe del campo. Continuano i gratuiti, lascia cadere con desolazione la racchetta Muguruza, piazza anche una gran palla corta in contropiede Sloane, va quattro volte a due punti dal match, ma l’orgoglio della campionessa permette a Garbine di salvarsi. Nel game successivo, due match-point falliti da Stephens, grave il secondo con un doppio fallo, ma la comprensibile tensione della statunitense si scioglie due punti dopo, con il rovescio vincente che la manda ai quarti di finale. Bentornata Sloane, vittoria giusta, per Garbine ancora tanto lavoro da fare soprattutto a livello mentale. Per Stephens prossimo match contro Angelique Kerber.

[8] V. Williams b. [11] J. Konta 5-7 6-1 6-2 (Michele Pascolini)

Venus Williams si vendica della sconfitta patita lo scorso anno in semifinale nel suo torneo ed estromette la vincitrice del 2017, purtroppo acciaccata nelle fasi finali dell’incontro. All’inizio però Venus sembra ancora risentire della faticosa vittoria di ieri e paga la fulminea aggressività di Konta senza quasi inseguire le palle che l’inglese spedisce a campo aperto. Resta nel match grazie al potentissimo servizio e con le risposte con cui coglie spesso in ritardo Johanna, più macchinosa del solito in battuta. Entrambe le giocatrici sono parse infastidite dal vento. Il set non è appassionante perché sono davvero eccessivi gli errori di misura di rovescio per entrambe. Sul 5-4 Venus ottiene un setpoint, ma Konta ritrova provvidenzialmente le prime (17 punti su 21, ma meno del 50% in campo nel set). Sulla scia dell’entusiasmo, Johanna continua ad attaccare e si procaccia il break decisivo.

Dicevamo, non era la giornata dei rovesci: davvero troppi errori a sproposito per quasi tutto il primo set. Quasi, perché Konta, andata a servire sul 6-5, ne realizza due pesantissimi per chiudere il set. Uno incrociato alla fine di uno scambio molto aggressivo, il secondo lungolinea di rara bellezza in uscita dal servizio. La partita di fatto finisce qui, pur durando altri due set. Il secondo infatti è un assolo di Venus, che vola 3-0 e chiude 6-1. Doppia nei punti Konta, che continua a sbagliare innumerevoli rovesci e improvvisa attacchi a rete del tutto inefficaci. Venus dal canto suo prende il sopravvento in quasi tutti gli scambi e affonda i colpi sempre più convinta. E’ con una comoda volée che si porta in parità. In qualche punto del set Konta deve aver avvertito un indolenzimento all’anca, perché richiede il medical time out.

Alla ripresa del gioco, subisce un immediato break, ma ha un moto d’orgoglio perché con tre servizi vincenti scongiura lo 0-3, e poi appariglia. Venus non ha motivi per scomporsi e si prende 4 giochi filati su una acciaccata Konta, che ad ogni cambio di campo si avvale della fisioterapia. Quando non è imprecisa la sua misura, sono i nastri – ben 3 – che aggiustano la palla a Venus per altrettanti vincenti. Una risposta di rovescio in rete funge da ultimo, emblematico punto del match. Dopo 2 ore e 20 minuti, Williams accede ai quarti, dove farà gli onori di casa con la 24enne qualificata Danielle Collins (ai primi quarti WTA in carriera grazie alla vittoria in rimonta contro Monica Puig).

[WC] V. Azarenka b. [30] A. Radwanska 6-2 6-2 (Michelangelo Sottili)

Nel torneo che l’ha vista trionfare tre volte, una ritrovata Victoria Azarenka supera in due set la n. 32 WTA  Agnieszka Radwanska che solo a tratti è riuscita a imbrigliare il gioco della bielorussa. Vika contro Aga, una ex n.1 contro una ex n.2, due stili di gioco totalmente differenti: la prima preme da fondo colpendo con ottimo anticipo, l’altra usa la manina fatata per appoggiare la palla in zone tutt’altro che confortevoli per le avversarie. Nonostante il bel match contro Halep, però, da tempo Agnieszka veste sempre più di rado i panni da maga e lo scorso anno ha chiuso la stagione (ben) fuori dalla top ten per la prima volta dal 2011. Quella di oggi è la diciottesima sfida tra le due, con 12 vittorie di Vika e le ultime due conquistate da Aga che risalgono addirittura al 2014. La pressione di Azarenka ha subito la meglio e Radwanska, che commette più errori e fa meno vincenti, può solo strappare sporadici applausi con un tocco a rete o un passantino delizioso che non le evitano il 2-6. Nulla cambia all’inizio del secondo parziale; tuttavia, tra pallonetti precisi smorzate impensabili (impensate?) che perfidamente costringono a correre in verticale una mamma al suo secondo torneo dell’anno e quarto in due stagioni, Aga tenta di arginare la fuga dell’avversaria prima che sia troppo tardi. Un po’ indispettita, tuttavia, la bielorussa riprende a spingere, si presenta anche a rete con successo, il conto dei suoi vincenti sale costantemente e si guadagna così il quarto di finale contro Karolina Pliskova. Due a uno per Vika i precedenti.

[10] A. Kerber b. [Q] Y. Wang 6-7(1) 7-6(5) 6-3 (Lorenzo Dicandia)

Ad Angie Kerber sono servite quasi 3 ore, nel caldo soffocante di Miami, per avere la meglio della qualificata cinese Yafan Wang, numero 125 al mondo. 6-7 7-6 6-3 il punteggio finale di una partita ricca di colpi di scena, scambi interminabili, ed una stoica e inossidabile volontà di giocarsela fino all’ultimo quindici da parte di entrambe le giocatrici. Il primo set è un festival di break e controbreak: su dodici turni di servizio giocati, otto vanno alla giocatrice in risposta. Wang ha due set point al servizio, sul 6-5, prima di cedere la battuta alla quinta palla break per la tedesca. Il tiebreak però è tutto appannaggio della cinese, che sale 6-0 e chiude 7 punti a 1 al quarto set point del primo parziale.

Kerber, che pare più volte sul punto di cedere fisicamente, va sotto 0-2 anche ad inizio secondo set. La tedesca però, come consuetudine, non demorde, e chilometro dopo chilometro corso a rincorrere palline che sembrano non volere mai uscire dal rettangolo di gioco, resta attaccata alla partita. Wang ha un gioco solido e regolare, non particolarmente potente, senza infamia e senza lode, che risulta però particolarmente difficile da scardinare per la ex numero 1. La partita corre quindi sui binari della lotta: la tedesca, così come la cinese nel primo set, ha la possibilità di chiudere il parziale sul 6-5 e servizio a proprio favore, ma subisce il break. Salita 3-0 nel tiebreak, Kerber si fa rimontare, fino ad andare sotto 4-5, a due punti dal perdere l’incontro. Servono un ace e due ulteriori scambi infiniti a piegare la resistenza della cinese e portare la situazione in parità. Il terzo set è il più rapido: Wang commette due doppi falli nel quarto gioco e cede il servizio, dopo essere stata sotto 0-40 anche nel secondo gioco. Kerber non rischia in battuta e chiude quindi dopo due ore e cinquantuno. La tedesca, che ha ora raggiunto i quarti in tutti e sei i tornei giocati in stagione, troverà Sloane Stephens, contro cui ha perso tre delle quattro precedenti sfide.

GLI ALTRI INCONTRI

KAROLINA AL PASSEGGIO – Ottavo breve e indolore, quello affrontato da Karolina Pliskova. La quinta testa di serie in gara si è sbarazzata senza alcun affanno di Zarina Diyas, peraltro approfittando di un infortunio alla caviglia che è costato alla giocatrice kazaka il ritiro a inizio secondo parziale. La semifinalista della passata edizione aveva nel frattempo provveduto a scavare un divario difficilmente colmabile dalla rivale: sempre minacciosissima in risposta, Karolina come spesso accade è stata intrattabile al servizio e specie con la prima palla in campo, con cui ha raccolto venti punti su venti nell’arco dell’incontro. Per lei ora si prefigura un incontro interessante: a contenderle un posto in semifinale troverà Victoria Azarenka.

OSTA SPACCA PETRA – Nella gara a chi spacca la pallina Jelena Ostapenko (5 WTA) sconfigge la nuova Petra Kvitova (9 WTA). È giusto così perché la giocatrice lettone ha sbagliato meno nel gioco rischiatutto che contraddistingue le due. Jelena aveva ha vinto i primi due incontri nel 2016 ma nei restanti tre non ha portato a casa neanche un set, venendo pure surclassata a inizio stagione nel torneo di San Pietroburgo. Oggi si è vendicata in un match nervoso, ritardato e poi interrotto dalla pioggia. Primo set che indirizza tutto il match. Lo vince e lo merita Ostapenko, che scatta forte dai blocchi, sfrutta due doppi falli consecutivi dell’avversaria in battuta e va sul 4-1. Petra inizia a giocare solo dopo il coaching di Jiri Vanek, restituisce lo sgarbo e si arriva ad un tirato 6 pari. Qui giunti Ostapenko ha ancora fiato per accelerare e portarsi a casa il set per 7 punti a 4. Secondo parziale senza storia, Kvitova manca una palla break nel secondo gioco, resiste fino al tre pari, poi Jelena infila una serie di tre giochi e conquista gli ottavi. Affronterà Elina Svitolina (che ha superato in due set Ashleigh Barty), battuta a Wimbledon 2017 nel solo precedente.

(in aggiornamento)

Risultati:

[5] Ka. Pliskova b. Z. Diyas 6-2 2-1 rit.
[10] A. Kerber b. [Q] Y. Wang 6-7(1) 7-6(5) 6-3
[13] S. Stephens b. [3] G. Muguruza 6-3 6-4
[4] E. Svitolina b. [21] A. Barty 7-5 6-4
[WC] V. Azarenka b. [30] A. Radwanska 6-3 6-2
[8] V. Williams b. [11] J. Konta 5-7 6-1 6-2
[Q] D. Collins b. M. Puig 3-6 6-4 6-2
[6] J. Ostapenko b. [9] P. Kvitova 7-6(4) 6-3

Il tabellone completo

https://www.spreaker.com/user/ubitennis/20-thats-my-fucking-dad_2

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