Spunti tecnici: Chung, gambe come tronchi, stabilità e fiondate

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Spunti tecnici: Chung, gambe come tronchi, stabilità e fiondate

MIAMI – Il coreano da tanti indicato come il “nuovo Djokovic”, ha un fisico incredibile. Non è praticamente mai fuori equilibrio, ha il baricentro basso e una muscolatura impressionante. Oltre a questo, tira forte e bene dritto e rovescio. Mica male, insomma

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da Miami, il nostro inviato

Fuori Federer, Cilic e Dimitrov, il Miami Open 2018 sembra aprirsi verso i giovani, del Potro permettendo. Per classifica, il migliore dei “ragazzi” è Alex Zverev, ma a detta di molti il più solido, adesso come adesso, forse è il coreano Hyeon Chung, 21 anni, 23 ATP. Dopo un grandissimo Australian Open, e dopo essere stato fermato a Indian Wells da “King Roger” (di nuovo), Chung qui sta facendo un percorso netto, ed è arrivato ai quarti di finale senza perdere un set. In attesa di vederlo contro John Isner, sono andato al suo allenamento mattutino, alle 9 sul grandstand di Crandon Park. E in effetti il coreano mi ha fatto una notevole impressione, non lo avevo ancora visto al lavoro per più di qualche minuto. La cosa che salta subito all’occhio, standogli vicino, è che è un ragazzone bello alto, 1.88, per quasi 90 chili. Dalla televisione, sembra più basso, a causa del fatto che è decisamente brevilineo, ovvero con il busto piuttosto lungo rispetto alle gambe, un po’ come Richard Gasquet. Di quei chili di muscoli, poi, Hyeon ne ha parecchi sugli arti inferiori, che sono veramente due tronchi da sciatore. La cosa gli consente di avere grandissima stabilità, grip sul terreno, e di essere uno a cui è quasi impossibile far perdere l’equilibrio. Le scivolate sul cemento, per lui sono abituali e all’apparenza semplici come sulla terra battuta. A queste qualità fisiche, Chung aggiunge un ottimo gioco da fondocampo, fatto di solidità, pressione, e pochissimi errori. Non sarà il massimo dell’imprevedibilità o della creatività in partita, ma sta diventando una macchina da tennis impressionante, un muro di gomma capace di accelerare con efficacia appena ne ha la possibilità, con cui dovranno fare i conti tutti nei prossimi anni. Andiamo a vedercelo insieme.



Qui sopra, qualche immagine del caricamento e dello swing a colpire del dritto, tutto molto buono tecnicamente, da notare che Hyeon tiene il braccio-racchetta semidisteso, postura detta “outside out“, come fanno in pochi nel circuito, su tutti Federer, Nadal, e del Potro. La ricerca della palla con i piedi è ottima, bello anche lì’utilizzo del braccio sinistro, a coadiuvare la rotazione busto-spalle.

Niente da dire anche sugli accompagnamenti finali, un’ottima esplosione di potenza e peso sull’impatto. Tra l’altro, vedendolo da due metri, e ripensando alle prime volte che ero stato a bordocampo mentre giocava, l’anno scorso, l’impressione è che i colpi gli viaggino sensibilmente di più, sta iniziando ad avere una palla davvero pesante il ragazzo.

Qui sopra, una delle qualità migliori di Hyeon, ben esemplificata da due dritti colpiti con gli appoggi non a posto, in entrambi i casi era stato aggredito, da una palla bassa esterna (a sinistra) e da un top-spin addosso (a destra). Come vediamo, la potenza e la forza delle gambe, in questo caso la destra, gli permette di mantenere il controllo dell’equilibrio, e pur colpendo su un piede solo, di trasferire molto bene il peso sull’impatto. Che muscoli.

Per finire la carrellata sul dritto, qui sopra un video al rallentatore di uno sventaglio inside in seguito da un impatto in manovra standard. Da apprezzare la costante mobilità di piedi di Hyeon, che saltella come un pugile, e la rapidità del recupero della posizione dinamica di partenza (quella che i maestri chiamano “posizione di attesa”) tra un colpo e l’altro.



Qui sopra, vediamo l’esecuzione su due tipi di rovescio: in alto, a sinistra la fase di impatto su un colpo ben anticipato, a destra su una palla aggressiva che lo ha costretto in difesa. Osserviamo la gestione del peso, avanzato in un caso, arretrato nell’altro, ma sempre, sempre in totale stabilità e spinta dei piedi sul terreno. Sotto, a sinistra il finale classico di un rovescio tirato in controllo, a destra il finale di una difesa bimane che lo porta a reagire togliendo il corpo dalla palla, ma riuscendo comunque a trasferire bene il peso grazie alla gran reattività delle gambe. Qualsiasi cosa gli venga sparata addosso, Hyeon aziona i pistoni che ha al posto degli arti inferiori, si sistema piantando giù gli appoggi, e non c’è problema, un vero muro.

Qui sopra, un video con due rovesci, uno basso e uno alto, vediamo Chung come sempre in ottimo movimento con i piedi, mai i talloni piantati giù in fase di ricerca della palla, e la sua estrema facilità nel trovare l’impatto ad altezze diverse. Da notare come, correttamente, più alta deve trovare la palla, più flette i polsi verso il basso per dare spazio di accelerazione verso l’alto-avanti alla racchetta che dovrà andare a coprire la traiettoria. È esattamente il tipo di movimento che per tanto tempo del Potro non ha potuto fare con efficacia.

Un piccolo appunto, ma siamo nell’ambito dei dettagli, mi sentirei di farlo sul ritmo del movimento a colpire, e sull’altezza dell’impatto, nel servizio. Vediamo qui sopra come Hyeon lancia la palla piuttosto alta, e poi la aspetta a volte per una frazione di secondo in più del necessario, colpendola quando è scesa un attimo troppo, il che lo porta a ingobbirsi leggermente. Ma come detto, siamo nell’ambito del “pelo nell’uovo”, se lui il movimento lo sente bene così, si rischia di fare più danni che altro a metterci le mani. Certo, non sarà mai uno da 30 ace a partita, però alla fine la battuta fa il suo dovere, cioè fargli prendere il controllo degli scambi. Dopodiché, fargli un vincente diventa un incubo per chiunque.

In generale, un giocatore molto corretto tecnicamente, che fa delle grandi capacità atletiche e muscolari il suo punto di forza. E che, soprattutto, nello scambio in pressione da fondocampo che è ormai la base del tennis moderno, non ha virtualmente punti deboli. Non è poco per niente, anzi. E nel circuito ormai se ne stanno accorgendo eccome.

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