Coppa Davis
Coppa Davis: corazon de Ferru, la Spagna passa al quinto
VALENCIA – Rafa domina in tre set uno Zverev stanco e negativo, poi David Ferrer completa la rimonta della Plaza de Toros in un epico quinto set

COPPA DAVIS, QUARTI DI FINALE
SPAGNA-GERMANIA 3-2 (dal nostro inviato a Valencia)
R. Nadal (SPA) b. A. Zverev (GER) 6-1 6-4 6-4
Doveva essere il match di punta del tie di Valencia, è stato un massacro. Nella Plaza de Toros tutta esaurita – non c’era spazio per uno spillo, tanto che molti si sono radunati sui balconi e sui tetti circostanti per seguire la Roja – Rafa Nadal ha visto rosso, confermando sul campo la distanza che ancora mantiene da Alexander Zverev. Anzi, è una distanza che pare crescere: dal primo confronto a Indian Wells 2016, in cui il tedesco allora diciottenne divorò il match point con una volée orrida, i confronti tra i due si sono fatti sempre più a senso unico per il mancino di Manacor. Fino al 6-1, 6-4, 6-4 che ristabilisce la parità nell’ottavo di finale da cui dovrebbe uscire l’avversaria (serve pregare) dell’Italia.
Entrambi avevano individuato nel servizio il colpo da migliorare dopo le “prove libere” della prima giornata, ma la vera chiave dell’incontro sembra essere stata la testa. Nelle due ore e venti di gioco Zverev ha potuto poco, ma ci ha messo anche quasi niente: spinto fin da subito lontano dal campo dai colpi profondi e implacabili di Nadal, privo di una diagonale forte su cui attaccare – il suo colpo sicuro è il rovescio, che però cade sul letale dritto del maiorchino -, ha subìto il break di svantaggio presto in tutti e tre i set dell’incontro e molto, molto di rado ha dato l’impressione di saper reagire.
Soprattutto dal punto di vista emotivo, perché qualche bel cambio lungolinea e una discreta reattività nelle schermaglie a rete non sono bastate a mutare in positivo il suo linguaggio del corpo, neppure nelle rare occasioni in cui le orchestre sugli spalti hanno abbassato il volume per qualche quindici. La fatica mortale che Nadal gli fa fare per uscire dai punti, e la facilità con cui invece è lui a chiuderli con una “chela” mancina sempre più vicina alla forma ottimale, frustrano Sascha molto presto e la serie di racchette lasciate cadere in terra sanno di resa ben prima del game, set e match. “Ero stanco, non c’è nessun segreto dietro questa sconfitta” ha detto chiaramente Zverev in conferenza stampa. “Dovete capire che non sono un robot”.
Robotico è sembrato invece Rafa, che con il passare dei giochi si è invece infuocato sempre più: lo strappo definitivo nel punteggio, nel set finale, è arrivato al termine di due scambi da vero Nadal, con l’avversario a un passo dal chiudere e lui che con due colpi lo riporta indietro, trasformando la difesa in equilibrio e l’equilibrio in dominio. Tra pugnetti e vamos il suo tennis si è acceso di sensazioni positive, ma al numero uno mondiale serve ancora un bel po’ di crescita per tornare davvero tremendo su terra battuta. Per ora, in ogni caso, queste due vittorie senza cedere set sono un segnale forte per i potenziali avversari dei prossimi mesi.
E servono come il pane alla Spagna, che chissà dove sarebbe senza i due punti vinti da lui in questo momento, la metà casalinga del 2-2 sul tabellone all’angolo dell’arena. Due punti che dicono che Spagna-Germania si giocherà fino alla fine, fino all’ultimo sbuffo di pallina sulla terra rossa di Valencia. Il sole oggi splende finalmente alto e chiede tutto il tennis che c’è.
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D. Ferrer (SPA) b. P. Kohlschreiber (GER) 7-6(1) 3-6 7-6(4) 4-6 7-5
Per tanti non doveva neppure giocarlo David Ferrer, questo quinto incontro. Non per Sergi Bruguera. Dopo il risultato di venerdì, tra le voci che insistevano su Bautista Agut e quelle che avrebbero persino preferito il Carreño a mezzo servizio, il capitano del team Spagna ha confermato l’uomo di Javea, a un passo da Valencia. E contro un Philipp Kohlschreiber già battuto nove volte e la sua Germania, quando era dentro o fuori dalla Coppa Davis per chiunque, l’uomo di Javea ha confermato tutto il resto.
Diciott’anni di carriera riassunti in cinque set e quasi altrettante ore sulla terra asciuttissima e polverosa della Plaza de Toros, che turbinava attorno due avversari lasciandoli più volte in piedi ad aspettare e scrutarsi, come cowboy nel Far West. Né Ferrer né Kohlschreiber avevano mai vinto un incontro decisivo di Davis, prima d’oggi. Erano e sono due giocatori quasi sempre definiti per mezzo delle loro mancanze – il pedalatore, lo spagnolo numero due, quello che ci mette “tanto cuore” perché troppo altro non c’è e il tedesco dal bel rovescio, che trema e si perde nei momenti importanti, dalla palla troppo leggera per fare del male – e nel momento della verità, con una piccola gloria a portata di mano, non hanno mostrato nulla di troppo diverso.
Nessuno dei due ha mostrato il “braccino” nel momento di terminare i primi due parziali. Prima il lob con cui Ferrer concludeva il tie-break di un set inaugurale senza scatti in avanti, poi l’ace con cui Kohlschreiber chiudeva il secondo sfruttando l’unico break, mostravano un match equilibrato e pregno di concentrazione. Al momento del terzo set però la famigerata paura di vincere ha preso in mano la racchetta del tedesco: due volte sopra di un break, e avanti tre a zero a inizio tie-break, ha lasciato che gli oltre ottomila dell’arena sospingessero “David, David!” verso la rimonta. E quando il singolarista ospite l’ha ripresa sul due pari, con un nastro vincente a chiudere il secondo set di fila, sembrava quasi destino che tutto dovesse decidersi più in là possibile.
“Lui ci ha creduto fino in fondo” è la frase cruciale della conferenza stampa dello sconfitto. La verità sta lì nei paraggi, perché nel set finale le opportunità sono state tante per entrambi ma soltanto Ferrer ha saputo trasformarle in vittoria. Rimontato un break di svantaggio, Kohlschreiber ha avuto addirittura due palle per strappare il servizio sul 4-3 e andare a servire per il match: due punti di grinta hanno salvato la Spagna e condannato lui, sorpassato tre game più tardi dai propri pasticci sotto rete e da un avversario che non ha smesso di crederci, di muoversi, di restare attaccato all’incontro neppure per un solo punto. “La pressione di giocare in casa, circondato dai miei amici più cari, dalla mia gente, la sceglierei sempre. È questo che voglio” ha detto ai microfoni, esausto.
Al servizio per caricarsi in spalla la nazionale e portarla fino in Francia, dove a settembre disputerà la prima semifinale dal 2012, Ferrer non ha sbagliato. E al passante di rovescio al primo match point è seguito il tuffo di schiena sulla terra, prima che i canti e i balli e la ola e gli applausi del pubblico valenciano chiedessero indietro il suo campione, per un giorno soltanto forse più importante di Nadal. Per questo grande match, lungo, pieno, rosso, vinto.
Se la Coppa Davis non dovesse tornare sui suoi passi, in tutti i sensi, avrà almeno lasciato la Plaza de Toros nel modo giusto: con una bella storia dal giusto finale.
Coppa Davis
David Ferrer è il nuovo direttore della Coppa Davis
L’ex numero 3 al mondo prende il posto di Albert Costa, in carica dal 2019: ha vinto il trofeo tre volte da giocatore. “Entusiasta per questo nuovo ruolo”

La competizione a squadre più famosa della storia del tennis continua a parlare in spagnolo: è notizia di stamattina, infatti, che il nuovo direttore del torneo è David Ferrer. Ad annunciarlo è la stessa compagnia Kosmos, fondata nel 2017 dal calciatore Gerard Pique, che da tre anni ha rivoluzionato il format della competizione, attirando su di sé anche numerose critiche.
Il 40enne di Alicante, uno dei tennisti più amati della sua generazione, aveva annunciato il suo ritiro dalle competizioni al termine del torneo di Madrid nel 2019, ponendo la parola fine ad una carriera che lo aveva visto spingersi fino alla posizione 3 del ranking ATP, frutto dei 27 titoli conquistati a partire dal 2000, anno del suo esordio tra i pro. Proprio qualche mese fa, raccontandosi ad Ubitennis, aveva descritto il suo speciale rapporto con la Coppa Davis, da lui ricordata come “la vittoria che mi ha fatto provare più orgoglio di tutte”, la sua predilezione per Federer (“ha fatto sembrare il tennis uno sport semplice”) e la “gratitudine per aver potuto giocare nello stesso periodo dei migliori tre della storia”.
Ferrer e la Coppa Davis, la magica insalatiera da lui sollevata in ben tre occasioni (2008, 2009 e 2011), per un totale di 20 match disputati: nelle ultime due vittorie spagnole era proprio Albert Costa a guidare la nazionale iberica, dopo il suo successo come giocatore nel 2000. E adesso i due si passano il testimone alla guida del torneo che così tanto ha dato loro: “Sono davvero entusiasta per questo mio nuovo ruolo”, le prime parole di Ferrer. “Questa è una competizione unica, che da giocatore vorresti sempre vincere per quello che rappresenta: giochi per il tuo Paese, in una squadra, in un’atmosfera incredibile!”. A Ferru vanno i migliori auguri per questa sua nuova avventura!
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Coppa Davis
Presentata la Coppa Davis a Bologna, Binaghi: “Vogliamo vincere il trofeo entro quattro-cinque anni”
Il presidente FIT presenta il girone della Coppa Davis a Bologna con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Parte oggi la vendita dei biglietti

Si avvicina il tempo dei gironi di Coppa Davis 2022, che saranno disputati alla Unipol Arena di Bologna dal 13 al 18 settembre. Nel girone dell’Italia, paese ospitante e qualificatosi tramite la vittoria con la Slovacchia ai playoff, ci saranno Argentina, Croazia e Svezia. Proprio il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha presentato oggi in una conferenza stampa congiunta con il presidente FIT Angelo Binaghi l’appuntamento tennistico di settembre. “Ringrazio la Federazione Italiana Tennis e il Dipartimento per lo Sport, ma anche la sottosegretaria Vezzali, con cui abbiamo già collaborato più volte e costruito un sodalizio che per la Regione sta dando risultati straordinari. […] In questo contesto, ospitare la Davis Cup è un sogno che si realizza. Io sono del ’67, faccio parte quindi di quella generazione cresciuta con l’Italia in Coppa Davis e grazie a quei quattro ragazzi e al capitano che è seduto qui in prima fila (Nicola Pietrangeli n.d.r.) abbiamo conosciuto il tennis. Ricordo che, in quelle stagioni, uno dei nostri condomini dove abitavamo inaugurò per la prima volta la costruzione di campi da tennis, che creavano inevitabilmente un movimento sportivo più robusto del passato. Poi, è pur vero che dopo quelle stagioni straordinarie oggi siamo a un punto che non si è mai visto nella storia nazionale del tennis, avendo toccato addirittura 10 atleti nella top 100 maschile. Ieri l’altro ero a Montechiarugolo, per la conferenza stampa di quello che sarà il torneo Challenger 125 nel parmense – con Francesca Schiavone, testimonial del torneo e che sta vincendo la partita più importante della sua vita – mentre domenica Musetti trionfava al Challenger 125 di Forlì. Insomma, il tennis e il padel rappresentano attualmente un’opportunità straordinaria per il nostro Paese.“.
Gli fa eco il presidente Binaghi, che non nasconde la sua speranza di portare a casa la Coppa Davis. Speranze fondate, perchè l’Italia se riuscirà ad avere tutti i suoi migliori è sicuramente tra le favorite del torneo, specialmente dopo la defezione della Russia. “E’ il momento giusto anche perché noi vogliamo vincere. Non chiediamo al nostro capitano di vincere per forza quest’anno la Coppa Davis ma, come è giusto fare in ogni azienda che si rispetti, abbiamo un programma di medio termine, 4-5 anni. Abbiamo iniziato lo scorso anno un ciclo che deve portarci alla vittoria, a riconquistare la Coppa Davis. Partiamo da Bologna e credo che ci siano tutti i requisiti per dover puntare a questo successo, sia per quanto riguarda l’organizzazione federale sia soprattutto per il valore dei nostri giocatori, nonostante in questo periodo abbiano avuto una serie di infortuni. Pensiamo che Bologna e l’Emilia Romagna abbiano insieme a noi un’occasione straordinaria. Quindi credo che quella dell’Emilia Romagna sia la scelta migliore per consentire alla nostra Nazionale di poter essere vista e supportata dal maggior numero di appassionati possibile. Qui a Bologna non giocherà un romano come Matteo Berrettini o un altoatesino come Jannik Sinner: giocherà la Nazionale, che è di tutti, e deve essere facilmente fruibile dal maggior numero possibile di appassionati del nostro sport”.
Oggi, alle ore 18, prende il via sul sito tickets.italy.daviscupfinals.com e su quello di Ticket One (www.ticketone.it) la vendita al pubblico dei biglietti per i sei match del girone di Bologna, con i tesserati FIT che potranno usufruire di uno sconto del 20% sia sui tagliandi individuali che sugli abbonamenti. Inoltre, saranno disponibili pacchetti di corporate hospitality (per informazioni scrivere a hospitality.daviscup@federtennis.it) e pacchetti turistici, realizzati in collaborazione con Bologna Welcome, che consentiranno di coniugare la passione per il tennis con il godimento delle bellezze turistiche della città di Bologna e dell’Emilia-Romagna.
Coppa Davis
Finals Coppa Davis 2022: i calendari dei gruppi
L’Italia esordirà contro la Croazia il 14 nel girone di Bologna. Il 16 la sfida con l’Argentina, il 18 quella con la Svezia. Tutti i calendari degli altri gironi

Sono stati compilati stamani, 12 maggio, i calendari dei Gruppi delle Finals della Coppa Davis che si svolgeranno a settembre dal 14 al 18 settembre nelle quattro sedi designate e cioé Bologna, Valencia, Amburgo e Glasgow.
Vediamo innanzitutto il sorteggio del gruppo A, quello dove è inserita l’Italia e che si giocherà per l’appunto a Bologna alla Unipol Domus Arena, località Casalecchio di Reno.
Il calendario prevede subito per l’Italia un esordio in salita con l’ostacolo più duro, la Croazia vice campione in carica. La sfida si disputerà il 14 settembre, mentre il 16 l’Italia incontrerà l’Argentina e il 18 la Svezia, sempre alle ore 16 (che è l’orario unico per tutti i match del gruppo).
Quindi nella sostanza avversari di livello decrescente per i nostri tennisti (lo schema è lo stesso per tutti i gironi, le squadre delle prime due fasce all’atto del sorteggio si affrontano subito). Guardando il bicchiere mezzo pieno e ricordando che passano le prime due di ogni girone alle Finals di Malaga in programma a novembre, per l’Italia sarà fondamentale iniziare subito alla grande di modo da poter affrontare senza patemi l’ultima sfida con gli svedesi, sulla carta gli avversari più morbidi.
Questo il calendario del Gruppo A:
13 settembre Argentina-Svezia
14 settembre Croazia-Italia
15 settembre Croazia-Svezia
16 settembre Italia-Argentina
17 settembre Croazia-Argentina
18 settembre Italia-Svezia
Questi invece i calendari degli altri gruppi. Iniziamo dal gruppo B, quello di Valencia (tutte le sfide inizieranno alle ore 16):
13 settembre Canada-Corea
14 settembre Spagna-Serbia
15 settembre Serbia-Corea
16 settembre Spagna-Canada
17 settembre Canada-Serbia
18 settembre Spagna-Corea
Big match il secondo giorno con la sfida tra Spagna e Serbia.
Calendario gruppo C (quello di Amburgo, inizio sfide ore 14)
13 settembre Belgio-Australia
14 settembre Francia-Germania
15 settembre Francia-Australia
16 settembre Germania-Belgio
17 settembre Francia-Belgio
18 settembre Germania-Australia
Calendario gruppo D (quello di Glasgow, inizio sfide ore 14 locali, 15 in Italia)
13 settembre Kazakistan-Olanda
14 settembre USA-Gran Bretagna
15 settembre USA-Kazakistan
16 settembre Gran Bretagna-Olanda
17 settembre USA-Olanda
18 settembre Gran Bretagna-Kazakistan