Florian Mayer annuncia il ritiro: "Mi fermo dopo gli US Open"

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Florian Mayer annuncia il ritiro: “Mi fermo dopo gli US Open”

Un post su Facebook per dire stop: ‘The tricky player’ saluterà tutti dopo New York. Ad Halle il più grande successo in carriera, ma non è per quello che ci mancherà

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È arrivato il fatidico momento anche per Florian Mayer. Il tennista tedesco, classe 1983, appenderà la racchetta al chiodo in estate, durante la stagione sul duro, più precisamente dopo lo US Open. Lo ha annunciato tramite uno stringato post su Facebook: “La farò breve: dopo lo US Open è finita! Un incredibile viaggio sta per finire. Grazie a tutti per il supporto durante questi 17 anni e per i prossimi mesi, ho ancora qualche buona partita in canna”. Dopo Tommy Haas, che ha salutato definitivamente a marzo nel corso del “suo” torneo di Indian Wells, si registra l’addio di un altro veterano, presente nel World Tour dal 2001. L’annuncio del bavarese è arrivato proprio mentre il torneo ATP di Monaco, nel quale ha raggiunto la finale nel 2011, scalda i motori per la sua ventottesima edizione. È lecito quindi pensare che gli sarà dedicato ampio spazio per celebrare a dovere la sua carriera.

Come detto, il tennista nato a Bayreuth debutta nel circuito maggiore nel 2001, diciassette anni fa. Nei primi anni si toglie soddisfazioni solo nel circuito challenger e deve attendere il 2005 per raggiungere la prima finale ATP, in quel di Varsavia, dove si arrende a Gael Monfils. L’anno del suo primo trofeo è il 2011, sulla terra rossa di Bucarest, ma è l’erba la superficie preferita di Mayer. I suoi tagli molto personali – e spesso illeggibili – trovano nei fili dei prati i migliori alleati: il tedesco vanta due quarti di finale a Wimbledon, il suo miglior risultato in assoluto negli Slam. Il 2011 resta comunque l’anno in cui ha raccolto di più in carriera, oltre al titolo in Romania e alla finale nel torneo di casa a Monaco. A giugno si issa infatti alla 18esima posizione mondiale, suo best ranking, e a ottobre riesce anche a battere Rafael Nadal in due set negli ottavi di finale del Masters 1000 di Shanghai.

L’ultimo acuto è piuttosto recente ed è anche quello più pregiato, ancora una volta sul verde e ancora in Germania: la vittoria dell’ATP 500 di Halle nel 2016, in finale sul ben più giovane Zverev, suo secondo e (forse) ultimo titolo in carriera. Un successo inaspettato ma applaudito con favore dagli appassionati, tra i quali sentiamo il dovere di includerci. Per un paio di motivi che tendono a solleticare il curioso fenomeno dell’empatia tennistica: la spiacevole sequela di infortuni e il suo stile di gioco personalissimo.

Due sono gli infortuni che ne hanno caratterizzato – non certo in positivo – la carriera. Il primo gli piove addosso nel 2008, poco dopo il suo primo ingresso in top 50. Florian ha compiuto 24 anni, il tennis cresce di pari passo con la classifica, sebbene a fine 2007 un po’ di stanchezza e una serie di sorteggi non felici gli facciano perdere un po’ di smalto (e posizioni). Apre bene il 2008 a Auckland, tanto da riavvicinarsi alla 50esima posizione, ed è qui che interviene l’infortunio al dito che prima di costringerlo a un’operazione chirurgica gli impone un travagliato percorso di avvicinamento composto da tredici sconfitte (in quattro occasioni deve ritirarsi) in sedici incontri. Sei mesi di stop e l’ovvio crollo in classifica, dinamica ripetuta – purtroppo con raddoppio – nel marzo 2014, quando è un’infiammazione all’inguine a fermare Florian per oltre un anno.

La sfortuna è certo degna di comprensione ma ne accomuna tanti. Meno di quanto possa fare il talento pressoché inimitabile di Florian Mayer. Inimitabile non per valore complessivo, ché di gente in grado di giocare a tennis meglio di lui ce n’è stata e ce ne sarà altrettanta, ma perché il suo modo di colpire è suo e basta. Il colpo che gioca con maggiore scioltezza è il rovescio in back, portato con la mano sinistra che accompagna sul cuore della racchetta praticamente fino all’ultimo istante, quasi a configurare – a volte sembra essere davvero così – un inusuale slice bimane. Rasoiate che sanno persino essere vincenti, quando giocate con l’avversario disattento o fuori equilibrio. Invenzioni estemporanee, che vanno poco d’accordo col tennis percentuale ma hanno sempre incontrato il favore degli spettatori. Così come i rovesci al salto, i drop shot da geometra, pure quelli più spesso giocati da sinistra. Un campionario di piccole follie in grado di invitare chi lo guarda a porsi la piacevole domanda: ‘e ora che farà?.

Attualmente Florian Mayer occupa la 72esima posizione del ranking, ma prima del suo ultimo canto a Flushing Meadows, potremo di sicuro vederlo nell’imminente torneo di Monaco, sull’erba di Stoccarda e di Halle e ad Amburgo, tornei (tutti in Germania) nei quali ha per ora confermato la sua presenza. Florian figura anche nelle entry list delle qualificazioni dei prossimi Masters 1000 di Madrid e Roma, e verosimilmente potrebbe tentare la stessa strada anche nei due 1000 estivi sul cemento nordamericano. Qualche ultima magia, divisa tra Vecchio e Nuovo continente, prima di rinfoderare l’ultima racchetta.

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