da Roma, i nostri inviati Carlo Carnevale e Francesca Marino
Lo scorso anno, al buio di una sessione serale gremita, Fabio Fognini sommerse di vincenti l’allora numero uno del mondo Andy Murray, prima di volare in Spagna per assistere alla nascita del figlio Federico. Era appena il sesto italiano di sempre a sconfiggere il re del ranking, e oggi l’azzurro entra in una cerchia ancora più elitaria. Quella dominante contro Gael Monfils è la numero 300 in carriera: solo Panatta, Seppi e Barazzutti hanno fatto meglio di lui. Fabio inizia la campagna di Roma 2018 con un successo di forza contro uno dei suoi avversari storicamente più ostili, e lo fa senza lasciare spazio a replica alcuna: 6-3 6-1 in meno di un’ora, in nettissimo contrasto con i precedenti (adesso 4-4 il bilancio) che vedevano battaglie epiche, due delle quali al Roland Garros. “Magari ora vado per le 400!”.
BANG BANG – Fognini è centratissimo, sospinto da un pubblico caldissimo, molto più di quanto non sia la serata: domani è previsto il 100% di precipitazioni. Monfils ruzzola e si insabbia nel primo gioco, poi metaforicamente non si rialza più: gli scambi sono pesanti, il suono delle bordate schiocca secco nell’arena del Centrale. Fognini è quasi sempre il primo a prendere l’iniziativa, con il rovescio costruisce, con il dritto chiude o si crea l’occasione definitiva. Il servizio non spacca ma è ragionato, tanto da impedire a Monfils di essere aggressivo. Cambi di velocità e direzione, spari ritmati da fondo senza disdegnare discese in controtempo; è un assolo di qualità, forse meno impressionante di quello dello scorso anno, stante anche un Monfils poco ispirato. Ma il livello è indubbiamente alto, Fognini è spaventosamente più smagliante della pessima versione proposta contro Struff a Montecarlo, quando i colpi non viaggiavano e anche la voglia sembrava essere prossima allo zero. “Non sto giocando bene, ho dei piccoli acciacchi, ho dolore alla caviglia da Genova, bisognerebbe fermarsi ma preferisco giocare prima del Roland Garros”, afferma Fognini alquanto sfiduciato nonostante la vittoria e confessa: “Non ho programmi dopo Parigi, penso di giocare solo Wimbledon e nessun torneo prima, però ora penso solo una partita alla volta”. Al prossimo turno incontrerà Dominic Thiem, recente finalista a Madrid (sconfitto da Zverev): i precedenti dicono 0-2, ma le premesse sono incoraggianti. Di certo più dei nuvoloni che coprono il Foro.
SPERANZE DJOKOVIC – Come ai bei tempi, quelli del Nole schiacciasassi. L’avversario non è stato chissà quanto probante, ma sulla carta non avrebbero dovuto esserlo nemmeno Daniel e Paire nella terrificante doppietta degli Stati Uniti di marzo. Lo swing sul rosso prosegue senza sussulti per Djokovic, che a rilento sta cercando di riprendere la sua forma ottimale. Due set a buona intensità per avere la meglio su Aleksandr Dolgopolov, ben lontano dalle condizioni che un paio di anni fa lo avevano portato in top 20. Nole conduce, attacca, risponde profondo. E inizia il cammino sul campo che lo ha visto trionfare quattro volte. Pronti, partenza, via. Il pubblico romano, da sempre affezionato a Novak Djokovic, accoglie all’esordio di questi Internazionali il finalista dell’edizione precedente. Nole entra in campo con il completino “rossocrociato” firmato Lacoste, scarpe asics rigorosamente a riporto: abbinamento piaciuto molto ad alcuni spettatori in tribuna. Il primo set sembra una sfida a braccio di ferro: i due si tirano comodini addosso, ma è Dolgopolov a cedere con dritti a rete o sbagliati di misura. Novak si limita a svolgere il compitino: gioco semplice, dritto diagonale di manovra, in attesa della prima palla utile per accelerare. Tanto basta per vincere il primo set, mentre Dolgo si siede in panchina sconsolato. “Le condizioni sono migliori per il mio gioco, mi piace giocare qui, parlare in italiano mi aiuta a sentirmi connesso con il pubblico e questo mi dà energia. Ho sempre giocato bene a Roma”, afferma Nole sorridente in conferenza stampa.
Sugli spalti ci sono anche diversi ammiratori del folle ucraino, che in avvio di secondo set tira fuori dal suo repertorio un numero da circo: rovescio incrociato di Novak sulla linea, Aleksandr ci arriva per un pelo e, accartocciandosi su stesso, riesce ad infilare una palla sulla riga del corridoio. Il rovescio del serbo continua a non soddisfarlo, nonostante qualche sprazzo del suddetto colpo in salto e in allungo. Ancora diversi errori di misura e un movimento poco fluido, per essere il suo colpo prediletto. “Devo ritrovare l’equilibrio, è un gioco mentale: quando vado in campo mi aspetto di vincere tutte le partite, dopo aver avuto i risultati migliori, ora devo pensare slo al mio gioco, devo approcciare i tornei in maniera diversa”, dichiara Djokovic, apparentemente più sereno e rilassato, in completo total white. Dolgopolov continua a mettere la palla in rete e non oppone troppa resistenza alla cavalcata serba, d’altronde questo è solo il secondo match per lui dagli Australian Open, a causa del persistente infortunio al polso. Al primo match point utile Novak archivia la pratica e prosegue il cammino agli Internazionali senza troppi sussulti. Non sarà semplice per il serbo bissare il risultato dei due anni precedenti (finale persa contro Murray nel 2016 e contro Zverev nel 2017), specialmente dopo le recenti sconfitte contro giocatori ampiamente alla sua portata (Klizan a Barcellona ed Edmund a Madrid). Eppure il barlume di speranza di rivedere la tempra agonistica dell’ex numero uno del mondo viene alimentato anche da match come questo: “Sento che il mio gioco sta andando nella direzione giusta, gli ultimi match sono incoraggianti, spero di continuare così”.
SUPER CECCHINATO – Prosegue la striscia di risultati positivi di Marco Cecchinato, che dopo aver trionfato nel Challenger di Santiago, aver conquistato il suo primo titolo ATP a Budapest e vinto contro Fabio Fognini a Monaco, oggi infiamma il Foro Italico con una vittoria contro ogni pronostico ai danni dell’esperto terraiolo Pablo Cuevas. Il ritiro di Roberta Vinci ha lasciato un alone di commozione in tutto il Pietrangeli: sulle tribune in marmo si continua a chiacchierare dell’ultimo match della beniamina azzurra. The show must go on: lo stadio circondato dalle imponenti statue marmoree resta gremito da un pubblico ancora assetato di tennis e pronto a sostenere il prossimo giocatore made in Italy. Marco Cecchinato fa il suo esordio nell’arena storica del Foro Italico per un incontro inedito con il favorito Pablo Cuevas (i due si erano già sfidati in un torneo del circuito Challenger a Mestre, in cui ebbe la meglio l’uruguaiano).
Fin dalle prime battute della partita il pubblico incoraggia il siciliano, che, però si lascia travolgere dall’emozione del momento: “Il primo set è stato emozionante, non tornavo qui da due anni, vedere tutta questa gente, giocare al Pietrangeli mi ha impressionato”, confessa l’azzurro in conferenza stampa. Infatti il primo parziale di gioco vola via in mezz’ora a favore di Cuevas. Marco cerca di aiutarsi, guardando il suo box, nel quale sono presenti genitori, team e fidanzata: “Mi ha aiutato tantissimo avere vicino tutte le persone care, anche il self talk è diventato un mio punto di forza”. Il secondo set è una guerra ad armi pari e non solo per il rovescio monomane sfoderato da ambo le parti, ma anche per la tenuta mentale dimostrata. Il Foro Italico può finalmente ammirare un Cecchinato maturo, che non si lascia andare a turpiloqui e gesti di stizza, ma resta aggrappato alla partita, lottando colpo a colpo: “Non mollo più un punto, l’anno scorso avrei perso un partita del genere, qualunque occasione mi danno i miei avversari ora riesco a coglierla, sono più consapevole delle mie capacità e di poter giocare a questo livello”, dichiara a tal proposito il palermitano nel post partita. La svolta del match arriva sul 5-4: Marco salva un break point, acquisisce fiducia e nell’ultimo turno di battuta, strappa il servizio a Cuevas, riportando il match in parità. “Ho capito che potevo vincere la partita sul 5-4, ce l’ho fatta perché ho avuto tanto coraggio. Quest’anno ho fatto la preparazione invernale migliore della mia carriera, ora posso giocare tre, quattro ore, prima calavo fisicamente, ho migliorato il servizio e, vincendo partite, ho acquisito fiducia”.
La dimostrazione di quanto detto dall’italiano è proprio l’ultimo parziale di gioco, che si decide sul filo del rasoio: la tensione da parte di Marco è palpabile, così come la sua voglia di portare a casa la partita. Il set prosegue punto a punto, in perfetto equilibrio, a spostare l’ago della bilancia è solo il tifo da stadio che regna sovrano nel Pietrangeli. Entrambi i giocatori mantengono i loro turni di battuta, fino a quando Cuevas subisce il calo di tensione all’apice dell’incontro, Marco ne approfitta al primo match point e conclude un esordio al fotofinish con un urlo trionfante: “In quel grido c’era tanta gioia, ho battuto un avversario difficile, stavo giocando male, ma questo risultato dimostra il buon momento che sto vivendo”, conferma Marco in conferenza stampa, dopo un match vinto con un solo punto di distacco dall’avversario (94 su 187, mentre Cuevas ne ha totalizzati 93). Una vittoria inaspettata, che non esalta Cecchinato, il quale resta con i piedi per terra e con la testa rivolta al prossimo match, “Goffin è un giocatore difficile, ma con il pubblico a favore so che posso giocarmela alla pari”.
LA PRIMA DI MATTEO – Dopo Lorenzo Sonego, anche Matteo Berrettini trova la sua prima vittoria in Masters 1000: due set per superare Frances Tiafoe, il Next Gen statunitense che solo tre mesi fa alzava il suo primo trofeo ATP. L’anno scorso, per la prima volta al Foro Italico, Matteo Berrettini aveva rimediato una sonora sconfitta dal più esperto connazionale Fabio Fognini. Oggi, invece, è il giorno del riscatto contro un giocatore più giovane di due anni, ma difficile da domare: Frances Tiafoe. “L’esperienza dell’anno scorso è stata molto importante: oggi ero meno emozionato, ho fatto esperienza e mi è servita tanto per vincere oggi”, dichiara Matteo presentatosi in conferenza stampa con cappellino al rovescio come se non fosse mai uscito dal campo.
Berrettini ha imposto da subito il suo gioco: “Mi sono sentito bene con i colpi, in difesa lui gioca bene, copre il campo, col servizio nasconde dove tira”, così ha analizzato la sua partita il tennista romano, felice e sorridente per aver giocato di fronte al suo pubblico (“Pensavo alle emozioni che stavo vivendo, vorrei giocare sempre al Pietrangeli”). Il primo set è scivolato via rapidamente, mentre nel secondo Tiafoe si è risvegliato, riuscendo a portare il match al tiebreak. Tuttavia a niente è servito il contrattacco dello statunitense: Matteo è deciso, sicuro nei fondamentali e chiude al primo match point. Mercoledì se la vedrà con il campione in carica, ma Berrettini ha sensazioni positive: “Affronterò la partita consapevole delle mie armi, penso di poterlo mettere in difficoltà. Credo di potermela giocare”.
KEI OK – La giornata si era aperta con il divertente successo di Kei Nishikori, scivolato al numero 24 ATP dopo i cronici problemi fisici, su Feliciano Lopez, ormai alla sua ultima passerella prima del ritiro a fine anno. Lopez sarà infatti il nuovo direttore del torneo di Madrid dal 2019, sulle orme di quanto fatto da Tommy Haas a Indian Wells. Nishikori sembra su binari positivi per tornare ai livelli migliori, quelli che lo avevano portato al best ranking di numero 4 e alla finale degli US Open nel 2014. Bene con i colpi a rimbalzo, soprattutto il dritto a uscire con cui insiste per non farsi irretire dai rovesci tagliati di Lopez. Velocità sostenute e pioggia di vincenti sono ingredienti perfetti per un incontro godibile, risolto da Nishikori grazie al maggior peso dal suo lato sinistro: il rovescio è la chiave con cui incide sia nel tie-break del primo set che nella fase centrale del secondo, quando subìto si riappropria del break appena restituito. Al secondo turno avrà già un test ad alto livello contro Grigor Dimitrov.
Risultati:
R. Haase b. D. Medvedev 3-6 6-4 6-1
[10] P. Carreno Busta b. J. Donaldson 6-4 3-6 6-0
A. Bedene b. G. Muller 6-4 6-4
F. Fognini b. G. Monfils 6-3 6-1
K. Nishikori b. F. Lopez 7-6(5) 6-4
P. Kohlschreiber b. K. Khachanov 7-5 6-7(7) 7-6(6)
[11] N. Djokovic b. A. Dolgopolov 6-1 6-3
A. Ramos b. [Q] F. Delbonis 2-6 7-5 6-1
[9] D. Goffin b. L. Mayer 6-1 6-2
[WC] M. Cecchinato b. P. Cuevas 2-6 7-5 6-4
B. Paire vs R. Gasquet 6-4 6-4
[WC] M. Berrettini b. [Q] F. Tiafoe 6-3 7-6(1)
K. Edmund b. M. Jaziri 6-3 3-6 6-3