da Roma, il nostro inviato
Game, set and match. È andata come ci si aspettava, forse durata anche più del previsto. Roberta Vinci perde (ma chi se ne importa) il suo ultimo match in carriera, contro la giovane serba Aleksandra Krunic. Aveva scelto di chiudere di fronte al suo pubblico, quello azzurro, che l’ha sempre sostenuta e accompagnata nel corso di quasi vent’anni di tennis. Il punteggio è irrilevante, a fronte delle emozioni che a fine match riempiono l’aria del Pietrangeli e gli occhi di Roberta, comunque bravissima a tenere a freno le lacrime e parlare al microfono. “Non parliamo di dritto e rovescio oggi, non mi interessa. Sono contenta, aspettavo questo giorno che sembrava non arrivare mai. Sono orgogliosa di quello che ho fatto“.
IL SALUTO DI ROBERTA – È il primo giorno infrasettimanale di sfide del main draw degli Internazionali, ci sono molte scuole tennis con tanti bambini che animano i viali del Foro Italico, felici di poter vedere i loro campioni da vicino, come su un campo secondario dove addirittura Nadal e Sharapova palleggiano con tanti piccoli fans. Nella nottata è piovuto, la temperatura è scesa non di poco (siamo sui 17 gradi dai 23/24 di ieri). Il cielo è coperto ma come ieri il sole ogni tanto fa capolino e riscalda gli spettatori. Il programma prevede molti italiani in campo, soprattutto sul Pietrangeli, dove nell’ordine si esibiranno Vinci, Cecchinato e Berrettini. La più attesa è Roberta, al passo d’addio qui al Foro. Appena il mitico speaker Carletto di RTL annuncia al microfono la sua prossima apparizione in campo il pubblico esplode in un boato. Del resto come non essere affezionati a Roberta che con il suo tennis d’altri tempi ci ha fatto sognare. Nr. 7 in singolare, nr. 1 in doppio per 110 settimane, Career Gran Slam sempre in doppio dove ha vinto 5 Major, ma soprattutto finalista agli Us Open in singolare dove ha fermato nel 2015 Serena William che era a 2 passi dal Grande Slam. Perché tutti gli appassionati ricorderanno sempre il suo famoso gesto verso il pubblico americano dopo aver vinto un punto stupendo scambio contro la nr.1 del mondo in quella famosa semifinale (mani alle orecchie e labiale inconfondibile, “applaudite anche me c…o”). Ricordiamo anche le 4 Fed Cup vinte con la nostra nazionale.
L’avversaria di oggi è Aleksandra Krunic, nr.46 del mondo, serba, arrivata come lucky loser nel main draw. Roberta a Roma ha un bilancio pessimo, 6 vinte e 13 perse e solo un terzo turno come miglior prestazione nel 2013 (sconfitta dalla Halep), ma oggi onestamente a nessuno può importare del risultato. I cori per Vinci sono emozionanti, la pugliese entra in campo con un sorriso a 32 denti. I precedenti sono tutti a favore di Krunic che conduce 3-0 (una vittoria per ogni superficie, terra, erba e cemento). Primi due giochi ai vantaggi, il canovaccio di Vinci è il solito, rovescio spettacolare in back per aprirsi gli angoli, accelerazioni improvvise di diritto e discese a rete quando possibile. Krunic risponde con la solidità da fondo campo e improvvise palle corte. Ma la serba è molto fallosa e nervosa, quasi indispettita dal tifo del pubblico per Vinci (e anche per qualche incauto “buuu” al suo ingresso in campo). Roberta annulla due palle break nel terzo gioco, allunga prima sul 3-1 e poi dopo un immediato controbreak di nuovo sul 4-2. Krunic chiama il coach ma serve a ben poco, Vinci manda in visibilio il pubblico con un paio di volée da urlo e con un altro break nell’ottavo game chiude il set 6-2 dopo 35 minuti.
D’improvviso però la luce si spegne, merito anche di Krunic che entra in partita, non sbaglia più niente e sale in cattedra. Piovono vincenti serbi su una Vinci che non riesce più a fare il suo gioco. In appena 25 minuti Krunic rifila un 6-0 alla tennista italiana, si va al terzo. Vinci chiama un MTO per un problema ad un dito, il pubblico prova a sostenerla con il “geyser sound “, il classico tifo islandese, ma non basta. 8 punti a 0 Krunic e 2-0 serbo in apertura terzo set. Allora il pubblico ci prova con la “ola”, che solo il giudice di sedia Mariana Alves riesce a fermare (“ola fantastica, ora basta, grazie”). Stavolta funziona, controbreak Vinci, 3-3. Ma è un fuoco di paglia, altro break a zero Krunic, 4-3 e servizio serbo. La partita finisce qui, Vinci raccoglie solo due punti nei restanti due giochi, Krunic chiude 6-3. Ma l’atmosfera sul Pietrangeli rimane di festa, pubblico in piedi per il doveroso tributo alla stupenda carriera di Roberta Vinci. Grazie Roberta, grazie di tutto.
Appena finito il match Roberta è chiamata al centro del campo. Vengono fatti scorrere sul maxi-schermo del Pietrangeli tutti i momenti più belli della sua carriera che prima abbiamo ricordato. Atmosfera emozionante, Roberta ringrazia tutti: “Un grazie soprattutto alla mia famiglia che mi è stata sempre vicino, al mio staff che mi ha sopportata soprattutto nell’ultimo periodo… e non è stato facile. Ma grazie soprattutto a tutti voi. Faccio fatica a trattenere le lacrime, ma credetemi, non mi importa niente della sconfitta. Da domani io sono in va-can-za, non ne potevo più (ride, n.d.r.)“. Il presidente Binaghi (ringraziato anche lui dalla tennista tarantina insieme a tutta la Federazione) la omaggia con 21 rose rosse (una per ogni anno da professionista), tutti in piedi e ancora applausi scroscianti dagli spalti. Non ci poteva essere addio più bello: “Volevo farlo qui, davanti al pubblico di casa. Altrimenti mi sarei già ritirata lo scorso anno“.
LE ALTRE ITALIANE – Negativo il bilancio complessivo della giornata delle azzurre, con un rotondo 0-3. Camilla Rosatello, alla sua prima esperienza in un tabellone maggiore dopo la vittoria in prequalificazioni, cede senza troppe speranze alla ben più esperta estone Kaia Kanepi, ex numero 15 del mondo. Decisamente più vicina al successo Francesca Schiavone, che dopo due anni di assenza era tornata al Foro con una wild card dell’ultimo momento. La Leonessa dà fondo alla sua proverbiale tigna, costringendo al terzo Dominika Cibulkova, finalista in Australia nel 2014 quando al primo turno sconfisse proprio Francesca nel primo dei cinque confronti diretti sempre vinti. La slovacca ha un peso di palla molto più significativo di Francesca, che però è brava a tenere l’equilibrio dopo un primo set mai giocato. Schiavone si fa via via più aggressiva, accettando lo scambio da fondo e variando con sagacia quando ispirata a scendere a rete. Il tie-break del secondo set è esempio di tattica e tecnica, ma non basta per evitare il collasso nella frazione decisiva: Cibulkova è troppo più preparata atleticamente, e il 6-2 conclusivo è naturale conseguenza.
Risultati:
F. Fognini b. G. Monfils 6-3 6-1
[WC] M. Cecchinato b. P. Cuevas 2-6 7-5 6-4
[WC] M. Berrettini vs [Q] F. Tiafoe
[Q] K. Kanepi b. [WC] C. Rosatello 6-1 6-2
[LL] A. Krunic b. [WC] R. Vinci 2-6 6-0 6-3
D. Cibulkova b. [WC] F. Schiavone 6-1 6-7(5) 6-2