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Roland Garros: primo Slam per Halep o Svitolina?

Questo indicano i bookmaker. Ma dal torneo di Roma sono emerse anche altre possibilità

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E le altre prime del mondo? Mi limito alle prime otto, che saranno anche le prime teste di serie nel tabellone del Roland Garros.
La numero 8 Kvitova a Roma era assente per recuperare dagli sforzi di Praga e Madrid. La numero 7 Garcia ha giocato solidamente contro Stephens, ma poi ha deluso contro Halep: Caroline ha offerto una prestazione senza guizzi, provando a reagire solo negli ultimissimi game, quando la situazione era quasi compromessa. Ma rimarrà comunque una osservata speciale, visto che è la numero uno di Francia e giocherà con l’appoggio del pubblico.
La numero 6 Pliskova è uscita nel modo sconcertante che tutti ricordano contro Maria Sakkari, e quindi su di lei sospendo il giudizio (detto per inciso: speriamo che errori arbitrali di tale gravità non si verifichino nel prossimo Slam). Resta il fatto che Pliskova tra Stoccarda e Madrid aveva mostrato un ottimo rendimento su terra, e questo aveva reso ancora più interessante la “verifica” romana. Peccato non averla potuta seguire in più match nelle condizioni di gioco più simili a Parigi.
La numero 5 Ostapenko ha perso contro Sharapova, in una partita per lei in chiaroscuro: ha mostrato picchi di gioco straordinari, ma anche la difficoltà a mantenerli nei frangenti decisivi. Perché un conto è sfoderare vincenti a ripetizione nei quindici “normali”, un altro quando si devono convertire break point o set point. Numero 4 sarà Svitolina,  di cui ho parlato prima, così come della numero 1 Halep.

Infine la numero 2 e la numero 3 del mondo, Wozniacki e Muguruza. Entrambe hanno deluso, ma direi che per loro una piccola giustificazione c’è: hanno in parte pagato lo scotto della programmazione “da Premier”. Che può significare diverse cose: non solo una partita dietro l’altra, senza il giorno di riposo, ma anche orari estremi, e tempi di recupero non sempre sufficienti. Muguruza ha iniziato il suo match contro Gavrilova alle undici di sera, e l’ha concluso (dopo aver mancato due match point) attorno alle due di notte. Una situazione limite, che a Parigi non potrebbe succedere.
Wozniacki ha affrontato nel pomeriggio di giovedì i quarti contro Kontaveit dopo aver giocato nel serale del mercoledì contro Sevastova, che l’aveva portata al terzo set. Dunque tempo di riposo molto limitato; e in questi casi anche se si recupera fisicamente non è detto che mentalmente lo si riesca a fare.

Queste difficoltà nei Premier capitano di volta in volta a tutte le giocatrici, quindi qui non ne faccio una questione di merito o di ingiustizia. Però se dobbiamo usare Roma come parametro di riferimento, dobbiamo tenere presente anche questo: a volte nei Premier ci sono aspetti organizzativi che possono incidere sul risultato più che negli Slam, dove la programmazione (a meno di stravolgimenti legati al meteo) è di solito più equa.

Malgrado queste differenze,  dagli Internazionali d’Italia una indicazione importante penso si possa trarre. Ed è questa: in un contesto di notevole equilibrio potrebbe contare molto il tabellone. In mancanza di dominatrici, in grado di sconfiggere con regolarità un po’ tutte le avversarie, il sorteggio può diventare decisivo.
Faccio un esempio concreto: Svitolina in finale ha superato Halep, dimostrando che il confronto fra di loro la favorisce (ha vinto gli ultimi tre match). Ma proviamo a inserire in questa coppia un terzo nome di Top 10, per esempio Petra Kvitova. Risultato: Svitolina contro Kvitova soffre moltissimo, e quasi sempre ci perde. Al contrario di Halep che invece ha un H2H favorevole con Petra. Dunque la situazione è questa: di solito Halep batte Kvitova, che batte Svitolina che però batte Halep. Altro che proprietà transitiva. La differenza la fa l’ordine con cui si incontrano le giocatrici.

Questo è solo un esempio: situazioni analoghe sono piuttosto frequenti. Ma il discorso si può allargare anche alla tipologia delle avversarie. C’è chi si trova meglio affrontando le attaccanti, chi le difensiviste, chi fatica a giocare contro tenniste che “lavorano” molto la palla (con differenti spin, sia in top che in back), e chi invece non digerisce le avversarie che picchiano forte e teso. Le combinazioni possibili sono molte, e potrebbero davvero fare la differenza.
Questione simile anche per il clima: chi ama il caldo, chi il freddo; chi situazioni di gioco più secche e rapide, e chi invece il clima umido che rende campo e palla pesante (come ad esempio accadde nel 2016). In sostanza: quanto più la situazione è di equilibrio, quanto più fattori esterni apparentemente non tanto significativi possono diventare determinanti. Tutti aspetti che però al momento non possiamo prevedere.

Ecco infine cosa ne pensano i bookmaker. Queste sono le valutazioni di una nota agenzia di scommesse (quote di domenica 20 maggio):

Per i bookmaker le due finaliste di Roma, Halep e Svitolina, sono davanti a tutte. Abbastanza inusuale: due favorite senza nemmeno una vittoria Slam in carriera. Seguono quattro campionesse del Roland Garros: Ostapenko, campionessa in carica, è leggermente dietro a tre vincitrici degli anni precedenti come Sharapova, Muguruza e Serena Williams.
Cosa dire di Serena? Al momento sappiamo ben poco sulla sua attuale condizione fisica. L’ultima volta che ha fatto una uscita pubblica invece che su un campo da tennis era a Windsor, invitata al matrimonio reale inglese. Non siamo nemmeno sicuri se lei stessa si ritiene pronta per partecipare o se invece deciderà di gareggiare più avanti, nella stagione su erba. Certo Serena è Serena: non ho fatto i conti precisi, ma lei da sola ha vinto poco meno di tutti gli Slam dalle altre giocatrici ancora in attività. Il carisma e la classe sono superiori a qualsiasi altra attuale concorrente. Però per quanto carisma e classe siano importantissimi nel tennis, da soli non bastano per vincere i match. Quanto Williams saprà crescere sul piano fisico-tecnico rispetto a Miami?

Se scorriamo le quote delle prime abbiamo in sostanza due categorie: o le vincitrici Slam (a 15 Kvitova, a 19 Kerber, a 21 Wozniacki e Azarenka) o le giocatrici considerate adatte a far bene sulla superficie: Svitolina, Halep, e poi Kasatkina, Bertens e… Pliskova.
A 26 sono quotate due giocatrici dal rendimento difficilmente prevedibile come Garcia e Osaka. Seguono, a 34, tre tenniste che sono reduci da problemi fisici (ritiri o forfait): Goerges, Mladenovic e Keys. Sempre a 34 Stephens, per me un po’ sottostimata. Chiude a 41 un trio in crescita come Mertens, Kontaveit e Vandeweghe (finalista a Stoccarda).

Per la vittoria finale mi sembra estremamente difficile che si possa uscire da questi nomi. Rispetto allo scorso anno personalmente non scommetterei né su “altro” (che qui non è quotato, ma che di solito le agenzie di scommesse inseriscono), né su giocatrici che pagano cifre più alte. Come dicevo all’inizio, questa secondo me è la maggiore differenza rispetto a dodici mesi fa: nel 2017 la novità imprevedibile mi sembrava molto più plausibile rispetto a oggi. Ma non sarebbe certo la prima volta che sbaglio una previsione.

P.S. Come già in occasione degli Open d’Australia, questa rubrica si ferma durante lo Slam. Ritornerà fra tre settimane, dopo la fine del torneo.
Buon Roland Garros a tutti.

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