Chi vuol battere Rafa Nadal

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Chi vuol battere Rafa Nadal

Parte la rincorsa all’undicesimo titolo a Parigi. Ma chi la può fermare?

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Il tabellone maschile del Roland Garros

Chiariamoci subito: Rafa Nadal è il favorito per la vittoria del Roland Garros 2018. Puntualizziamo: Rafa Nadal è favoritissimo per la vittoria del Roland Garros 2018. Mai come quest’anno, il fuoriclasse di Manacor sembra l’uomo da battere a Parigi, dove ha già trionfato per dieci volte, un record assoluto. Questo a causa dello status attuale degli altri tre big four. Federer si è chiamato fuori dalla disputa su terra rossa per il secondo anno consecutivo, Djokovic c’è ma è ancora convalescente (ne parleremo più tardi), Murray è ai box. Ma anche a causa di un ricambio che ha saltato una generazione, quella di Nishikori e Dimitrov tanto per intenderci, e che non va spedito nemmeno in quella successiva. Tuttavia qualcuno che forse, teoricamente, ipoteticamente, in un universo parallelo, può impedire a Rafa di conquistare la undecima c’è.

DOMINIC THIEM

Dominic Thiem – Roland Garros 2017

Perché sì – L’austriaco è l’unico che è riuscito a battere Nadal sulla terra battuta nelle ultime due stagioni. Questo dovrebbe bastare a metterlo nella lista di essere umani in grado di infliggergli una sconfitta a Parigi. È successo a Roma l’anno scorso e a Madrid quest’anno, sempre nei quarti di finale. In entrambe le occasioni ha vinto per due set a zero. Ma come è riuscito a farcela conta quasi di più. Thiem infatti ha dimostrato di poter superare il maiorchino giocando al suo stesso gioco fatto di top spin esasperati, di vincenti impossibili, di difese disperate da ben dietro la linea di fondo campo e di servizi assassini per buttare fuori l’avversario. Insomma come lui e meglio di lui. Per questo ad oggi il 23enne di Wiener Neustadt è probabilmente il secondo miglior interprete del gioco sul mattone tritato. E ciò è suffragato dalla sua consistenza di risultati sulla superficie, dove vanta in carriera vanta un record di 176-60  e 7 titoli vinti sui 9 totali.

Perché no – Lo abbiamo detto e ridetto. Thiem gioca tanto, troppo. Da inizio anno ha già disputato 36 incontri, per un bilancio di 28 vittorie e 8 sconfitte. Per non farsi mancare nulla è sceso in campo anche nella settimana precedente al Roland Garros, a Lione. Il rischio è che arrivi col serbatoio in riserva in quello che per lui dovrebbe essere il torneo più importante della stagione. L’altro problema riguarda un tabellone particolarmente ostico. Al secondo turno potrebbe incontrare il giovane greco Tsitsipas, in ottavi Nishikori e nei quarti si prefigura una super sfida contro Zverev. Un percorso così accidentato potrebbe sottrargli ulteriori energie in vista di uno scontro con Rafa in finale.

ALEXANDER ZVEREV

Alexander Zverev – Roland Garros 2017 (foto Roberto Dell’Olivo)

Perché sì – Non guardate alla carta di identità. Guardate i numeri. E quelli dicono che nessuno ha fatto meglio di Sasha dall’inizio della stagione sul circuito ATP: vittoria a Madrid, altre due finali 1000 ad Indian Wells e Roma e un titolo anche a Monaco di Baviera. Nella stagione su terra rossa ha infilato una striscia di 13 vittorie consecutive, interrotta proprio dalla sconfitta in finale contro Nadal al Foro Italico. Una partita dalla quale il giovane tedesco può trarre fiducia in vista di un nuovo faccia a faccia per un paio di ragioni. In primo luogo, al contrario degli altri due scontri sulla terra rossa in questo 2018, prima in Davis e poi a Montecarlo, non è stato un massacro. Anzi la partita si è protratta al terzo set con la sensazione ad un certo punto che il teutonico potesse persino portarla a casa. In secondo luogo, Zverev ha tenuto testa mentalmente al 16 volte campione Slam, dimostrando di avere la stoffa del fenomeno. E quando il gioco si fa duro a volte è l’unica cosa che conta.

Perché no – Ripartiamo dalla finale di Roma. E se quell’equilibrio fosse stato frutto di coincidenze fortunate come l’interruzione per pioggia e un Nadal non proprio centratissimo? E se la realtà è che oggi in condizioni normali un match tra i due sulla terra battuta segue i binari degli altri due incontri e del primo set romano, con le botte poco anticipate di Sascha che non scalfiscono per nulla il muro eretto dal fenomeno di Manacor? In questo caso si prefigurerebbe un’altra inevitabile batosta per il tedesco. Inoltre bisogna constatare che Zverev ha spesso deluso a livello Slam, non andando mai oltre il quarto turno. Quest’anno agli Australian Open è stato eliminato a sorpresa da Chung. La prima insidia vera è Pouille agli ottavi e immaginiamo da che parte potrebbe stare il pubblico. Poi come già accennato c’è Thiem. Reggerà la pressione questa volta l’enfant terrible?

NOVAK DJOKOVIC

Novak Djokovic – Roland Garros 2017

Perché sì – È bene ribadirlo, il serbo ha vinto 12 Major, di cui un Roland Garros. A Parigi è arrivato altre tre volte in finale e in due occasioni a fermarlo ad un passo dal trionfo è stato proprio Nadal. Contro il maiorchino però Nole vanta in assoluto un bilancio positivo negli scontri diretti con 26 vittorie e 25 sconfitte. E non sono in molti che possono dire di aver battuto Rafa più volte di quante ci abbiano perso. Sulla terra il fenomeno iberico è in vantaggio però per 17 a 6. L’ultimo faccia a faccia su questa superficie è andato in scena nella semifinale di Roma. Durante il match, per la prima volta in questa stagione, che segna il suo ritorno in campo dopo un 2017 travagliato, si sono rivisti sprazzi del miglior Djokovic: piedi sempre dentro il campo, colpi anticipati, angoli impossibili e grande aggressività. Questo è il tennis che serve per battere Rafa e ad un certo lo ritmo lo sa mettere in pratica solo ed esclusivamente lui.

Perché no – Fino al Foro Italico, il recupero di Nole sembrava procedere molto a rilento. Tante prestazioni opache e sconfitte contro giocatori non di primissimo piano come il giapponese Taro Daniel o gli imprevedibili Paire e Klizan. Chiaramente una rondine non fa primavera. La realtà è probabilmente che il fenomeno balcanico sta ancora lavorando per recuperare la forma fisica e tecnica migliore. E, tra parentesi, non è nemmeno detto che ci riuscirà mai. I dubbi su tenuta e gioco non riguardano solo un eventuale match contro Nadal ma qualunque incontro al meglio dei cinque set. Il tabellone è stato particolarmente clemente ma per lui ogni sfida è da affrontare come una finale.

JUAN MARTIN DEL POTRO

Juan Martin del Potro – Roland Garros 2017 (foto Roberto Dell’Olivo)

Perché sì – Il martellatore argentino in giornata può battere a tennis chiunque su qualunque superficie: cemento, terra, erba, sabbia, ghiaccio, fango. Questo grazie alla sua combo micidiale servizio e dritto. Nella prima metà di stagione ha anche ricominciato a giocare saltuariamente il rovescio a due mani coperto, un colpo che i dolori al polso sinistro sembravano avergli precluso per sempre. Delpo ha iniziato molto bene il 2018 con i successi ad Acapulco e ad Indian Wells, dove ha avuto la meglio in finale su Federer. Dunque non gli manca di certo la fiducia. Ha battuto Nadal 5 volte in carriera a fronte di 9 sconfitte. Nei due precedenti sulla terra rossa ha però sempre avuto la meglio il maiorchino. I due però non si affrontano su questa superficie da sette anni. La Torre di Tandil è anche agevolato da un cammino sulla carta piuttosto semplice fino all’ipotetica semifinale con Rafa.

Perché no – Il problema di Delpo è sempre la condizione di fisica. Addirittura la sua presenza al Roland Garros era in dubbio per via di un problema all’inguine. Sembra proprio che alla fine scenderà in campo ma non è dato sapere in che condizioni. Inoltre nelle sue due uscite sulla terra rossa, a Madrid e a Roma, non aveva destato grandi impressioni, perdendo al secondo turno rispettivamente contro Lajovic e Goffin. Infine in carriera non è mai andato oltre la semifinale a Parigi, raggiunta ben nove anni fa. Insomma vederlo sconfiggere Nadal sarebbe veramente un impresa degna del suo nome.

FABIO FOGNINI

Fabio Fognini – Roland Garros 2017 (foto Roberto Dell’Olivo)

Perché sì – Dietro allo sciovinismo, c’è anche qualche ragione più o meno razionale per pensare che il n.1 d’Italia possa veramente battere Nadal al Roland Garros. La prima è che è già successo. Fabio ha battuto per tre volte il campione spagnolo, di cui due sulla terra battuta, nel 2015 a Rio e Barcellona. È vero che Rafa veniva da un infortunio ma tant’è. La seconda è l’ottimo periodo di forma dell’azzurro. Dall’inizio dell’anno, Fognini ha un record di 22 vittorie e 12 sconfitte ed è riuscito a conquistare il suo sesto titolo in carriera a San Paolo. Grazie a questi risultati è rientrato nella Top 20 dopo tre anni. Di fronte al pubblico romano, è riuscito a sconfiggere brillantemente Thiem, uno dei favoriti alla vittoria del torneo. La terza, più irrazionale, è la sensazione che abbia il gioco e il talento per destabilizzare le certezze di Rafa. Lo si è visto anche nella sconfitta al Foro Italico come l’iberico sia un po’ infastidito dai colpi anticipati e vari di Fabio. E anche in termini di personalità, quando mantiene un atteggiamento positivo, il ligure è capace di reggere il confronto.

Perché no – Come spesso gli è accaduto in carriera, anche nel match degli Internazionali d’Italia, Fognini ha purtroppo palesato tutta la sua incostanza. E contro Nadal, al Roland Garros, al meglio dei cinque set, non c’è spazio per i passaggi a vuoto. Non ha nemmeno un tabellone così semplice. Primo turno ostico contro lo specialista Andujar, terzo teorico contro un Edmund molto caldo, e ottavi contro Cilic, poi eventualmente Delpo.

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