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Kuerten: “Ceck come me? Sorpresi tutti ma non c’era un Nadal”

Il torneo di Marco Cecchinato ricorda la prima cavalcata vincente di Gustavo Kuerten. "Mi ricorda il mio 1997. Un rovescio come il suo è raro. Marco non ha nulla da perdere"

Last updated: 09/06/2018 16:50
By Laura Guidobaldi Published 07/06/2018
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7 Min Read
Bernard Giudicelli e Guga Kuerten - Roland Garros 2018 (foto via Twitter, @rolandgarros)

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Parigi, dalla nostra inviata

Guga Kuerten fa parte della storia del Roland Garros. Il tennista brasiliano, ex n. 1 del mondo, ha sollevato al cielo tre volte la bella Coupe des Mousquetaires e, da allora, il suo destino, la sua carriera e la sua immagine si sono legati indissolubilmente allo slam parigino. Il Roland Garros ha segnato la sua esplosione perché il titolo conquistato nel 1997 (battendo Sergi Bruguera) è stato il primo di 20 sigilli.

Quell’impresa, centrata dal brasiliano che si presentò ai nastri di partenza del Roland Garros da sconosciuto, con una sola partita vinta in due partecipazioni slam e da numero 66 del mondo, è ritornata di attualità in questi giorni in cui siamo tutti impegnati a raccontare la favola di Marco Cecchinato. Che è giunto qui in fondo con una classifica simile, appena sei posizioni più su nel ranking (n. 72) e con zero partite vinte su quattro nei major.

Nella strepitosa cavalcata del 1997, Guga superò il ceco Dosedel in tre set all’esordio e lo svedese Jonas Bjorman al secondo in quattro set. Di lì in poi cominciarono le battaglie epiche. Il primo miracolo arrivò al terzo turno quando in una battaglia al quinto set superò la testa di serie numero 5 Tomas Muster (6-7 6-1 6-3 3-6 6-4). Altra maratona in ottavi contro Andrei Medvedev, finalista due anni più tardi, vinta 5-7 6-1 6-2 1-6 7-5. Terza vittoria al quinto consecutiva ai quarti di finale per eliminare la testa di serie numero 3 Yevgeny Kafelnikov con il punteggio di 6-2 5-7 2-6 6-0 6-4. Semifinale “agevole” contro il belga 6-1 3-6 6-1 7-6 e trionfo in finale contro il numero 16 ma già due volte campione nel 1993-94 Sergi Bruguera per 6-3 6-4 6-2.

Le affinità tra Guga e il nostro Marco Cecchinato non finiscono qui. In molti, hanno associato il suo gioco, soprattutto con il rovescio, a quello di Gustavo: “Ma lui ha i capelli più belli dei miei!” ride Guga. “Penso si senta un giocatore nuovo adesso, sta giocando il suo miglior tennis e non aveva mai scoperto di essere capace di realizzare colpi così incredibili. Ho assistito ai suoi rovesci lungolinea ed è molto raro un rovescio a una mano come il suo. È un po’ come il mio torneo all’epoca e il vantaggio è che non si ha nulla da perdere. Non ha esperienza ma è molto entusiasta. Dovrà superare i campioni, uno dopo l’altro. Per fortuna che non avevo Nadal ai miei tempi! (ride). È riuscito a giocare per due settimane, può andare fino in fondo, è successo anche a me, non è una cosa unica. Ma è stato l’evento più incredibile di tutta la mia carriera, così come è stato formidabile diventare n. 1 del mondo“. Kuerten fa riaffiorare i ricordi di quel leggendario 1997: “Sono certo che il 1997 è stata la cosa più difficile da realizzare per me, la più impossibile. È capitato durante questo torneo, non avevo ancora tutto il mio potenziale eppure ce l’ho fatta. Ho vinto contro Kafelnikov e contro Bruguera in finale. In quel match, grazie al mio percorso per giungere in finale, ero fiducioso. E quando ho vinto, ho ripensato a mio padre quando mi aveva dato una racchetta e ho pensato ‘sono invincibile’“.

Dopo l’incredibile trionfo del 1997, Guga si ripetè tre anni dopo, contro Magnus Norman e nel 2001, vittorioso su Alex Corretja. Oltre ai 20 titoli (tra i quali anche quello conquistato a Roma nel 1999), Guga si è issato in altre 9 finali (due al Foro Italico). Celebre per il suo bel rovescio a una mano e per aver portato una ventata di novità e freschezza nel gioco monocorde  e tipicamente “terraiolo” di quegli anni, Kuerten si è distinto in campo per le sue variazioni pur riuscendo a far esplodere potenza e aggressività. Fa parte della Tennis Hall of Fame dal 2012. Amatissimo per la sua grande umanità e generosità, l’aspetto un po’ sbarazzino e il volto sempre sorridente, dopo il ritiro dalle competizioni Guga è in prima linea per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita in Brasile, particolarmente impegnato in associazioni a scopo caritativo in aiuto ai bambini affetti da malattie o in condizioni economiche precarie. Quest’oggi, insieme a Bernard Giudicelli, Guga ha incontrato i giornalisti presenti al Roland Garros per annunciare il suo nuovo incarico come ambasciatore del Roland Garros.

“Guga Kuerten è un’icona” afferma orgoglioso il presidente della Federazione francese Bernard Giudicelli, “la sua storia è cominciata qui e in Brasile. È una grande personalità e ha realizzato i sogni di suo padre, quello di diventare un leader del tennis nel mondo; ora è un simbolo della relazione forte tra il Brasile, la Francia e le nostre federazioni. Ecco perché Guga è il primo ambasciatore del Roland Garros e parteciperà al successo della terra battuta e del Roland Garros nel mondo”. Una lunga storia d’amore, infatti, tra Gustavo e Porte d’Auteuil, “mi sento a casa mia” risponde infatti il campione, “la mia vita è completamente cambiata e ancora adesso penso sia un’importante opportunità continuare a ispirare le persone, infondere loro speranza, in particolare in Brasile. L’ossigeno del tennis, in Brasile, è il Roland Garros, questo avrà un impatto colossale“.

 


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TAGGED:gustavo kuertenRoland Garros 2018
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