Ferrara, trainer di Ceck: "L'exploit deve essere un punto di partenza"

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Ferrara, trainer di Ceck: “L’exploit deve essere un punto di partenza”

“Sappiamo che adesso arriveranno le difficoltà, ma siamo già a lavoro. La nostra fortuna è che Cecchinato ha tanta qualità. Marco deve essere orgoglioso di quanto fatto a Parigi”

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Dopo aver ascoltato le parole del coach di Cecchinato, Simone Vagnozzi, è doveroso lasciare la parola anche ad un altro membro fondamentale del team del tennista palermitano: il trainer Umberto Ferrara.

Quali sono state le prime parole che avete scambiato con Marco dopo la conclusione del suo torneo e come guardate al futuro?
La prima cosa che gli abbiamo detto è stata di essere orgoglioso di quanto fatto perché il suo avversario oggi è stato più forte, ma nonostante ciò è andato vicino a portagli via un set. I margini di miglioramento sono tanti e c’è modo di avere una carriera duratura e di qualità. Io ritengo che l’exploit è importante se funge da punto di partenza e noi lo consideriamo tale. Vedremo ora se riusciremo a raggiungere i risultati che ci siamo prefissati.

Giocare su diverse superfici comporta anche correre e muoversi in diversi modi e a seconda del campo sul quale ci si trova. Tu come pensi di preparare Marco a queste nuove difficoltà?
Djokovic ci ha insegnato che anche sul cemento si può scivolare e questo è stato un punto di svolta. Adesso Marco ci gioca volentieri, anche se il numero di match è inferiore rispetto a quelli della terra. L’erba è un mondo a parte e quest’anno ci stiamo approcciando ad essa in maniera differente rispetto al passato. Gli spostamenti sull’erba sono completamente diversi rispetto alla terra e adesso, dopo una semifinale al Roland Garros, si rischia di andare a Estbourne e uscire subito nelle qualificazioni. Ma noi questo lo sappiamo e l’importante è essere preparati e considerare questi tornei come un approccio al miglioramento. Sarà difficile, ma se vuoi diventare un giocatore di buon livello che resta per tanto tempo in una certa classifica devi saper giocare bene su tutte le superfici.

Quali sono gli aspetti del suo gioco che deve migliorare maggiormente?
Sul servizio ha un grande margine di miglioramento. Sul cemento e sull’erba giocare una palla più piatta aiuta. Il match contro Thiem ci ha dato tante indicazioni su dove poter lavorare, più di quanto abbiamo potuto apprendere dall’incontro con Djokovic. Dominic ha un gioco simile a Marco ma gioca i tre fondamentali ad un livello più alto, qui sta la differenza. Il servizio ad esempio lo tira con una media di 200 km/h mentre Marco 165-170 km/h. Adesso ripartiamo dalla posizione n. 27 del mondo e cercheremo di migliorare ogni aspetto. Io la vedo come una bella sfida.

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