Ruzici: "Che gioia". Comaneci: "Sono venuta dagli USA per vederla vincere"

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Ruzici: “Che gioia”. Comaneci: “Sono venuta dagli USA per vederla vincere”

PARIGI – Le interviste del Direttore a Virgina Ruzici, vincitrice a Parigi 40 anni fa e manager di Halep, e Nadia Comaneci, pluricampionessa olimpica di ginnastica artistica

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VIRGINIA RUZICI, CAMPIONESSA AL ROLAND GARROS NEL 1978

Complimenti Virginia, quarant’anni dopo la tua vittoria Simona ha conquistato Parigi. Ti ricordi della tua vittoria qui, vero?
Sì, sì mi ricordo. Me la ricorderò per tutta la vita. Simona è stata grandissima, si è battuta come un leone.

Cosa hai pensato quando ha perso il primo set e si è trovato sotto 0-2 nel secondo?
Ho pensato che era importante che palleggiasse di più, che cercasse di tenere la palla in campo. Stephens ad un certo momento mi è sembrata stanca, dopo che nel primo set aveva giocato benissimo. E comunque sapevo che Simona avrebbe lottato fino alla fine e che sarebbe riuscita a cambiare le cose.

Degli ultimi 15 game, Simona ne ha fatti dodici.
Incredibile, pazzesco. Veramente una grande campionessa.

Com’era possibile che ci fossero tanti romeni sulle tribune? Dove hanno trovato i biglietti?
Non lo so, veramente. Ci sono comunque tanti romeni qui, come in Italia del resto. C’è inoltre da sottolineare che Simona è seguitissima in Romania, tutti la adorano. Perciò per i romeni oggi è un momento di grande felicità. E forse anche di rivincita, un modo per sentirsi un po’ più importanti.

C’era stato così tanto tifo anche quando hai vinto tu?
No, perché c’era ancora il regime comunista e non c’erano molti romeni all’estero.

NADIA COMANECI, CINQUE ORI OLIMPICI NELLA GINNASTICA ARTISTICA

Cosa significa per te essere qui e vedere vincere Simona Halep?
Sono arrivata un paio d’ore fa dagli Stati Uniti proprio per vedere questo match. In tanti dicevano “three is a charm” (la terza è quella buona, si potrebbe tradurre, ndr). Quindi volevo esserci, sono felice. Simona ha sognato tanto questo momento, una volta ha detto che lo sognava da quando aveva quattordici anni. Ed il sogno è diventato realtà.

Tu quando avevi quattordici anni vincevi invece le medaglie d’oro alle Olimpiadi. Quante ne hai vinte in tutto?
Una, due, tre… cinque in tutto.

Vittorie che forse hai apprezzato di più col passare degli anni.
Sì, è vero. Quando sei giovane e gareggi sei con la testa lì. Poi quando il tempo passa e ci ripensi dici “Wow! Cosa’ho fatto, e quanto ero giovane.”

Quanto conosci Simona?
La conosco molto bene, la considero un’amica ed anche per questo sono venuta a supportarla e sono felice di non essermi persa questo momento, storico per lei.

Sei stata a vederla e a tifare per lei anche in altri tornei allora?
Sì, certo. Sono stata allo US Open, a Madrid, sempre qui al Roland Garros e a Wimbledon lo scorso anno.

Dove vivi adesso?
A Norman, in Oklahoma, dove dirigo un’Accademia di ginnastica. Poi viaggio molto, tengo conferenze. E gioco a tennis per divertimento.

Hai giocato anche contro Simona?
Sì ha giocato un pochino con me. E poi abbiamo fatto assieme un po’ di ginnastica.

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