dal nostro inviato

Pattuglie dell’antiterrorismo britannico, armate di tutto punto, monitorano costantemente entrate, uscite e “grounds” dell’impianto di Wimbledon. Nulla di nuovo, a parte il loro numero di anno in anno più alto, ma un dettaglio piuttosto inquietante è filtrato oggi sulla stampa locale: gli agenti hanno avuto disposizioni di adottare la regola del cosiddetto “shoot to kill“, letteralmente sparare per uccidere, cosa che di norma non viene implementata in questo tipo di manifestazione sportiva. Il significato è che le costanti minacce che giungono quotidianamente agli organizzatori stavolta vengono ritenute seriamente credibili.

Sono state posizionate a protezione degli spettatori 50 barriere di cemento in più rispetto al 2017, per evitare che qualche malintenzionato utilizzi un veicolo come arma. “L’attacco con auto, furgoni o camion è un metodo terribilmente semplice ed efficace di fare molti danni, dobbiamo prevenire al massimo delle nostre possibilità“, conferma il sovrintendente della polizia metropolitana di Londra Jo Edwards. “Abbiamo bloccato sul nascere diversi tentativi di organizzazioni terroristiche durante l’ultimo anno, e dobbiamo continuare così“.

Di concerto con l’organizzazione del torneo, quindi, ecco i corpi speciali britannici, con giubbotti antiproiettile e mitra pronti all’uso, mescolarsi con il pubblico, i ball-boys, e i giocatori stessi. Con l’esplicito mandato, da parte dei superiori, di sparare per uccidere a chiunque si comporti in modo sospetto o potenzialmente pericoloso o minaccioso, e non si fermi dopo un richiamo o un “alt”, esattamente come nelle zone di guerra. Purtroppo, un grande avvenimento sportivo nel 2018 è anche questo.