Wimbledon, focus tecnico day 2: da non perdere oggi

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Wimbledon, focus tecnico day 2: da non perdere oggi

I match potenzialmente più interessanti del day 2, letti dal punto di vista tecnico. L’esordio della belva, il sottile confine tra classe e follia, e finalmente un servizio azzurro di livello mondiale

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(da Londra, il nostro inviato)

Sempre in rigoroso ordine di tabellone, ecco i “consigli per gli acquisti” della seconda giornata di Wimbledon. Scende in campo la metà bassa del tabellone maschile, il che fondamentalmente significa Rafa Nadal. Oltre al campione dell’ultimo Roland Garros (e di 11 degli ultimi 13, se è per quello), vale sempre la pena di dare un’occhiata all’estro di Nick Kyrgios, che quattro anni fa proprio qui a Rafa fece molto male, e infine tutti a tifare per un italiano che potrebbe davvero avere il gioco per fare bene sui prati.

Rafael Nadal – Dudi Sela (secondo match, campo centrale, precedenti 2-0 Nadal)

L’esito della partita potrà anche sembrare scontato, ma vale la pena di vederla soprattutto per valutare la condizione di Rafa, che negli ultimi anni sull’erba è sempre stata un’incognita. E poi, Nadal è Nadal, che sia terra, erba, cemento o qualsiasi cosa, lui la superficie se la mangia, facendoci i buchi a forza di falcate potenti e dritti da far paura. Dall’altra parte, vittima sacrificale o meno, è sempre interessante ammirare il modo in cui il piccolo (nemmeno tanto, 1.75) Dudi Sela, Israeliano dal gran braccio, dotato di ottimo rovescio a una mano e bella sensibilità, riesce a produrre un tennis molto competitivo. Sull’erba delle prime giornate di Wimbledon, essere bassi di baricentro è un vero e proprio vantaggio, contro Rafa non basterà, ma qualcosa di notevole lo vedremo senz’altro.
Consigliato a chi ama Nadal talmente tanto da essere teso pure quando si allena, potrebbe essere l’occasione per rilassarsi un po’.

Nick Kyrgios – Denis Istomin (secondo match, campo 12, precedenti 2-0 Kyrgios)

La cosa divertente delle partite in cui gioca il folle e talentuoso australiano Kyrgios è che l’avversario non conta praticamente nulla. Se è per questo non conta granchè nemmeno il tennis in se stesso, dato che Nick ha ripetutamente dichiarato che non gli piace più di tanto. Solo che a basket, la sua passione, non era abbastanza forte da guadagnare milioni come atleta professionista. Di conseguenza, visto che la mano fatata per la racchetta invece che per i tiri da tre punti se la è ritrovata volente o nolente, ed essendo un ragazzo intelligente, ha giustamente pensato di interpretare il tennis come l’NBA, con atteggiamenti da campetto di periferia, una costante aria da simpatico bulletto, e trick-shots a ogni occasione (piazza più tweener lui in una partita che il pro medio in una stagione). Che piaccia o no, divertimento assicurato. Dall’altra parte, poi, manco a farlo apposta, c’è uno dei giocatori più lineari, continui, solidi, e poco propensi alle variazioni del tour, il buon vecchio Denis Istomin. L’uzbeko, che ogni volta che incontra Andreas Seppi va al quinto set, rappresenta il contrasto di stili e atteggiamento in campo più stridente immaginabile, opposto a Nick. Come se lui fosse la tela bianca, e l’australiano il pittore estroso e imprevedibile. Chissà che quadro ne verrà fuori.
Consigliato a chi pensa che alla fin fine, se puoi giocare una palla semplice tra le gambe invece che di dritto, perchè non farlo?

Jack Sock – Matteo Berrettini (terzo match, campo 12, nessun precedente)

Era da una vita, forse dai tempi di Omar Camporese, che non vedevamo un giocatore italiano con il servizio come colpo migliore e spesso decisivo, insieme al dritto. Matteo Berrettini fionda giù la prima palla a 220 kmh senza problemi, stiamo parlando di un livello da Kyrgios e Raonic, e soprattutto riesce a trovare spesso ottimi angoli esterni sia da destra che da sinistra. Sull’erba, se ben gestito nel contesto del gioco d’attacco (ovvero: discese a rete col ritmo giusto, pressione di dritto senza andare fuorigiri, progressioni in avanzamento), è un fondamentale devastante. Il comparto tecnico di “relativa” debolezza di Berrettini è il rovescio, che sta comunque migliorando molto: in particolare, ha messo su un ottimo slice, che su questa superficie può fare davvero male. Se giocato lungolinea, può far molto male soprattutto a un dritto ultra-elaborato come quello del “Nebraska Kid” Jack Sock, l’avversario dell’azzurro. Che peraltro non ne porta a casa mezza praticamente da quando vinse a Parigi bercy in novembre, sul cemento va alla grande ma sospetto che la tecnica e la tattica del gioco su erba non siano il suo forte. Poi, ovviamente, può succedere di tutto, Sock è forte, Matteo è all’esordio qui, possono andare storte mille cose. Ma per me ci si deve credere fino in fondo.
Consigliato a chi vuole finalmente prendersi la soddisfazione di vedere un italiano sparare ace a grappoli.

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