Wimbledon junior: la cronaca della finale maschile

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Wimbledon junior: la cronaca della finale maschile

Il taiwanese Chun Hsin Tseng, testa di serie numero uno e numero uno del ranking junior, supera in tre set il britannico Jack Draper. Tseng: “Il mio idolo? Kei Nishikori”

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Sul Court 1 va in scena la finale junior maschile. Si comincia alle 13.00 locali in una giornata di sole piuttosto caldo per il clima londinese,  senza una nuvola. Vento praticamente assente. Protagonisti del match la testa di serie numero 1 (e numero 1 del ranking junior) il taiwanese Chun Hsin Tseng e un giocatore di casa, il britannico Jack Draper.  Non ci sono precedenti fra di loro.

Chun Hsin Tseng ha sedici anni: ne compirà diciassette fre un mese, visto che è nato l’8 agosto 2001, lo stesso giorno di Federer (con 20 anni esatti di differenza). È reduce dalla vittoria al Roland Garros 2018 e dalla finale degli Australian Open 2018. Ubaldo Scanagatta lo ha intervistato nei giorni scorsi e Chun gli ha raccontato alcune cose della sua carriera: ha come coach il padre, che di mestiere ha una attività commerciale (frutta e verdura), ma si è anche allenato diverse volte insieme a Yen-Hsun Lu, il più famoso tennista di Taipei (oggi 34enne), che a Wimbledon è arrivato nei quarti di finale nel 2010. Tseng ha giocato e vinto anche in Italia, al torneo di Salsomaggiore dove ha sconfitto in finale Lorenzo Musetti, che era ugualmente presente nel tabellone di Wimbledon junior 2018.

Jack Draper, numero 41 del ranking, è di qualche mese più giovane: è nato nel dicembre 2001 ed è mancino. La scorsa settimana ha raggiunto la semifinale al torneo di Roehampton, il classico evento su erba degli junior di preparazione per Wimbledon.

 

Draper apre al servizio. Dall’alto della sua altezza (attorno ai due metri di statura: non ho trovato una scheda ufficiale con le misure precise), il cappello con visiera all’indietro e la camminata un po’ ingobbita, sembra un giovane Isner. Solo che lui è mancino e, almeno all’inizio del match, non riesce a ottenere con il servizio quanto probabilmente si aspettava. Tira davvero delle ottime botte in prima palla (120-125 miglia), ma Tseng le gestisce piuttosto bene e quando si entra nello scambio quasi sempre finisce per avere la meglio. Nemmeno il tifo del pubblico per il giocatore di casa riesce ad arginare l’avvio del numero 1 del seeding, che dopo 15 minuti esatti si ritrova avanti già per 4-0.
Chissà forse su Draper pesa anche la fatica del match di semifinale, giocato sì 48 ore fa, ma durato oltre 4 ore e terminato per 7-6, 6-7, 19-17 (questo Wimbledon è stato decisamente l’edizione dei long set). Alla terza occasione finalmente Draper tiene la battuta e segna il primo game sul tabellone: 4-1 al cambio campo.

Non li avevo visti giocare prima e comincio a provare a individuare le loro caratteristiche. Draper fa molto conto, come prevedibile, sulla sua battuta e sul dritto per cercare di governare lo scambio, mentre il rovescio bimane risulta più una risorsa interlocutoria, a cui difficilmente si affida per chiudere lo scambio.
Tseng invece, più piccolo e reattivo (non sono sicuro arrivi al metro e ottanta) è un giocatore che sicuramente si muove meglio, ma non è comunque un attendista. Anche lui serve delle prime oltre le 115 miglia, e se l’avversario accorcia non esita a mettere i piedi nel campo per attaccare la palla alla ricerca del vincente. Ha già messo in mostra anche un discreto slice di contenimento e ha ottenuto uno dei due break con un perfetto lob di rovescio. In sostanza: anche se non si è ancora presentato a rete, i colpi da fondo li possiede tutti e li usa anche bene.

Draper, da mancino, con il suo dritto prova a insistere sulla diagonale sinistra, ma non è che riesca davvero a sfondare dalla parte del rovescio di Tseng, che ha un movimento bimane compatto e rapido: impatta la palla molto bene e tiene testa al colpo più forte del suo avversario. Altra qualità di Tseng: nelle rare volte in cui perde campo non rinuncia a spingere, e spesso riesce a tornare a ridosso della linea di fondo grazie alla profondità dei suoi colpi anche quando eseguiti dall’area “teloni”. Bastano 25 minuti perché Tseng brekki nuovamente il suo avversario e chiuda 6-1 tra il mormorio di delusione del Court 1. Sinora non c’è stata partita.

Secondo set.  Ormai Draper ha deciso di non accettare più lo scambio articolato di Tseng, perché il suo avversario si muove meglio e se si aprono gli angoli riesce a mandarlo a “remare” lontano dalla linea di fondo. Draper comincia allora a inserire improvvise accelerazioni di dritto, colpi a tutto braccio che sembrano scalfire la sicurezza di Tseng. Il numero uno del mondo è colto di sorpresa da questa novità, e finisce per perdere per la prima volta il servizio. Dopo tre quarti d’ora di tennis lo stadio comincia a credere in una rimonta sul 3-1 Draper.

Ma Tseng dimostra di sapersi adattare in fretta ai cambiamenti, e mette in campo le contromosse; cerca di impedire all’avversario di colpire il dritto da fermo, attraverso due opzioni: o il classico tergicristallo destra/sinistra o lo scambio insistito sulla diagonale destra (sul rovescio mancino di Draper) dal quale poi uscire improvvisamente con il dritto lungolinea, che Jack quasi mai riesce a raggiungere. È così che Chun recupera il break: l’aggiustamento tattico ha dato i suoi frutti. Quando poi tiene senza problemi la battuta il pubblico torna a mormorare di delusione: 4-3 Tseng.

Ora Draper è di nuovo costretto a inseguire nel punteggio e per agganciare Tseng sul 4-4 chiede il massimo aiuto al servizio (un ace, un paio di servizi vincenti). Dal 4-4 si viaggia spediti verso il tiebreak: quattro game tenuti a zero, in cui la battuta domina e non si scambia praticamente mai, se non in un paio di occasioni sul 6-5.
Tiebreak. Tseng sale 2-0 grazie a uno scambio vinto in difesa, ma poi Draper rovescia completamente la situazione: sotto di un minibreak decide di rischiare di più e domina i punti successivi. La colpa di Tseng probabilmente è quella di impostare lo scambio in modo un po’ troppo prudente con i colpi in uscita dal servizio: ogni volta Draper li aggredisce e finisce addirittura per vincere tutti e sette i punti successivi. 7-2 nel tiebreak e partita in equilibrio. 52 minuti di gioco per il secondo set.
Ora lo stadio è acceso a sostegno del giocatore di casa, e non sarà facile per Tseng “raffreddare” l’ambiente. Prima che cominci il set decisivo qualcuno tra il pubblico prova anche a far partire dei cori di sostegno a Draper.

Terzo set. Si comincia con tre game equilibratissimi, tutti prolungati ai vantaggi. E’ il segno che non ci sono più turni facili per chi serve: la battuta ormai incide meno. E infatti dall’1-1 si susseguono tre break consecutivi Nel sesto gioco Tseng, riesce a tenere la battuta per salire 4-2, ma Draper recupera. Siamo sul 4-4: Un’ora e 58 minuti di gioco e tutto è ancora in equilibrio.

A dispetto dell’andamento emozionante sul piano tecnico la partita è scesa: forse per la tensione o forse per la stanchezza ora prevalgono gli errori sui vincenti. Il nono game conferma il trend: Draper commette una nuova serie di gratuiti, con addirittura un doppio fallo per cedere la battuta. Di nuovo Tseng avanti, questa volta a servire per i Championships sul 5-4.
Game conclusivo: il numero uno del mondo parte male (0-30) ma poi trova la concentrazione giusta per allungare gli scambi in attesa dell’errore quasi sempre puntuale dell’avversario: 40-30. Match point. E qui Tseng trova il modo perfetto per chiudere la partita: un ace centrale che solleva la classica nuvoletta di gesso, immagine ideale per immortalare un grande momento della sua giovane carriera. 6-1, 6-7(2), 6-4 il risultato finale in 2 ore e sei minuti complessivi.

Come sempre è difficile dire se due sedicenni avranno un grande futuro tra i professionisti. Credo però si possa cominciare a definirli in base al loro tennis. L’impresssione è che Draper avrà bisogno di campi veloci per far valere la potenza della sua battuta e non dover correre troppo durante lo scambio. Invece Tseng sembra un tipico giocatore contemporaneo, direi con qualità alla Djokovic. Non per nulla ha raggiunto la finale Slam sul cemento australiano, ha vinto sulla terra parigina e ora sull’erba londinese. Vedremo se crescerà a sufficienza (sotto tutti gli aspetti: fisico, tecnico, mentale) per affermarsi anche tra gli adulti.

In conferenza stampa Tseng è stato di poche parole (almeno in inglese): “Non ho pensato a vincere Wimbledon, ho pensato a vincere match dopo match”. Infine: “Il mio idolo? Kei Nishikori, anche se non ho mai giocato con lui. Ho solo una foto che abbiamo fatto insieme, quando avevo 12 anni all’Eddie Herr International”.

Statistiche
Ace/doppi falli: Tseng 9/5, Draper 5/5
Servizio più veloce (miglia): Tseng 116, Draper 126
Risposte in campo: Tseng 71%, Draper 69%
Vincenti/errori non forzati: Tseng 26/18, Draper 28/42
scambi vinti 0-4 colpi: Tseng 68, Draper 71
scambi vinti 5-8 colpi: Tseng 25, Draper 17
scambi vinti +9 colpi: Tseng 14, Draper 6
Punti a rete totali/vinti: Tseng 15/13, Draper 23/12

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Iga Swiatek e Ben Shelton entrano in On, società di cui è azionista Roger Federer

L’azienda svizzera di scarpe e abbigliamento sportivi si espande nel mondo del tennis siglando un accordo commerciale con Swiatek e Shelton

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Iga Swiatek (photo credit: On)

Un bel colpo quello messo a segno dalla On, azienda svizzera specializzata in calzature e abbigliamento per lo sport, in particolare per la corsa ma non solo, soprattutto dall’arrivo di Roger Federer in qualità di “co-imprenditore”. La numero 1 del mondo Iga Swiatek e l’astro nascente Ben Shelton indosseranno infatti abbigliamento e scarpe del marchio, già presente nel tennis con la linea THE ROGER Pro.

“Iga e Ben rappresentano la prossima generazione di talenti di classe mondiale. Entrambi dimostrano lo spirito competitivo di On e incarnano i campioni attuali e futuri dello sport” ha commentato Federer.

“Sono elettrizzata nell’annunciare di essere la prima tennista della On. Sono felice che la squadra di On creda in me come atleta e come persona” ha twittato Swiatek.

 

Con un occhio a un futuro più lontano, l’azienda ha anche messo sotto contratto il sedicenne brasiliano João Fonseca, n. 9 del ranking junior.

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Presentato a Torino il Piemonte Open Intesa Sanpaolo: “Un bel regalo per appassionati italiani”

Il torneo si disputerà nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma. Previsto un importante parco giocatori

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Paschina (Intesa Sanpaolo) e Di Palermo (direttore del torneo) - foto Andrea Pellegrini / FITP
Paschina (Intesa Sanpaolo) e Di Palermo (direttore del torneo) - foto Andrea Pellegrini / FITP

Torino val bene un Super Challenger. Nella mattinata di oggi, lunedì 20 marzo, è stato presentato il nuovo “Piemonte Open Intesa Sanpaolo”, torneo in programma dal 14 al 20 maggio 2023 appartenente alla neonata categoria ATP Challenger 175, quella che comprende anche gli eventi di Phoenix (andato in scena nella settimana appena conclusa, con la vittoria di Nuno Borges) e Cagliari (si gioca dall’1 al 7 maggio). Si tratta di un ristrettissimo elenco di eventi “Premium” che si collocano di fatto a metà tra il circuito Challenger e quello ATP per punti, montepremi e parco partecipanti. L’idea, come noto, è stata quella di collocare questi tornei durante la seconda settimana dei Masters 1000 con tabelloni a 96 giocatori, in modo da consentire ai tennisti eliminati nei primi turni di avere una possibilità per rifarsi in tornei logisticamente collegabili. A Torino si giocherà dunque nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma.

Il Challenger 175 della capitale piemontese non è certo paragonabile alle ATP Finals, ma ne è in qualche modo parente, non foss’altro perché si gioca nella struttura che a novembre funge da Training Center per il torneo dei maestri. Ovviamente, cambia la stagione e la collocazione nel calendario, dunque la superficie sarà la terra rossa. “La prima edizione del Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ è una grande notizia per il Circolo della Stampa Sporting e per il movimento tennistico piemontese, per almeno tre motivi – dice Pietro Garibaldi, presidente del Circolo -. Innanzitutto il torneo segna il ritorno del grande tennis nel restaurato Campo Stadio del Circolo della Stampa Sporting che ospitò gli Internazionali del 1961 e degli incontri di Coppa Davis degli anni ‘70. Il secondo motivo riguarda il movimento tennistico piemontese; con il torneo di prequalificazione che si svolgerà presso il Circolo della Stampa Sporting a partire dal 23 aprile 2022, daremo a tutte le giovani leve tennistiche piemontesi e del resto d’Italia la possibilità di qualificarsi per un torneo internazionale di primo livello. Infine, il Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ conferma il ruolo del Circolo della Stampa Sporting come casa del tennis piemontese in stretto legame con tutte le istituzioni che ci hanno sostenuto in questi anni: il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Camera di commercio di Torino, la Sovrintendenza ai Beni Architettonici, le Fondazioni ex bancarie e lo sponsor Intesa Sanpaolo”.

Proprio nella forte presenza di Intesa Sanpaolo, title sponsor dell’evento, si ravvisa un altro elemento di contatto con le ATP Finals. Così Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo: “Nel percorso di sostegno al tennis intrapreso da Intesa Sanpaolo con le Nitto ATP Finals e le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals si apre oggi il nuovo capitolo del torneo Challenger 175. Gli atleti che si sfideranno al Circolo della Stampa Sporting, del quale sosteniamo il rilancio, esprimono capacità, energia, passione – le stesse della Banca nell’accompagnare ogni giorno lo sviluppo del Paese. Grazie a questo nuovo evento Torino si consolida come sede ideale per i grandi eventi sportivi e culturali”.

 

Direttore del torneo sarà Giorgio Di Palermo. “Il Challenger 175 ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ rappresenta un bel regalo per gli appassionati italiani e una nuova grande occasione per tutti i tennisti impegnati in quei giorni sulla terra rossa europea. I campioni usciti di scena nei primi giorni del Foro Italico avranno, infatti, l’opportunità di confrontarsi da domenica 14 a sabato 20 maggio al Circolo della Stampa Sporting; sugli storici campi torinesi troveranno le condizioni ideali per acquisire punti importanti per la classifica mondiale ATP. Questa nuova categoria premier garantisce, infatti, un alto tasso di qualità di tutti i partecipanti e rappresenta un’ottima opportunità per i giovani azzurri in rampa di lancio sul tour”, ha detto.

Le partite del torneo di Torino saranno trasmesse live sulla tv della Federazione Italiana Tennis e Padel SuperTennis Tv e sulla piattaforma digitale SuperTenniX. I biglietti per il torneo sono acquistabili a questo link: https://www.ticketone.it/artist/piemonte-open-intesa-sanpaolo/

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Challenger

Challenger Phoenix: vince Borges e vola al 22° posto della Race

Nuno Borges, colui che mai perde al primo turno di un torneo ATP, batte in rimonta Shevchenko, l’autore dell’eliminazione di Berrettini e Monfils

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Nuno Borges - Phoenix 2023 (Twitter @ATPChallenger)
Nuno Borges - Phoenix 2023 (Twitter @ATPChallenger)

[Alt] N. Borges b. [Q] A. Shevchenko 4-6 6-2 6-1

Si ferma in finale la corsa di Alexander Shevchenko, il ventiduenne di Rostov sul Don proveniente dalle qualificazioni che ha battuto tra gli altri Gael Monfils e Matteo Berrettini. Arrivato a un set dal traguardo, Shevchenko si è arreso alla rimonta del portoghese Nuno Borges che, dopo Monterrey, ha alzato il secondo trofeo Challenger consecutivo su due disputati quest’anno. Poco più di un’ora e mezza di match in cui Shevchenko è stato il giocatore più aggressivo, mentre Borges – che risponde abbastanza vicino alla riga e poi si allontana, tipo Nadal o Medvedev al contrario – ha fatto valere le proprie doti difensive. E proprio vincendo un punto (quasi) perso due o tre volte sul 3-2 30-30 del secondo set Nuno ha preso lo slancio per un parzialone da 10 giochi a 1.

I 175 punti in palio all’Arizona Tennis Classic (Challenger dalla partecipazione di altissimo livello in cui sono arrivati in finale un qualificato e un alternate) gli valgono il best ranking al n. 68, il 22° posto della Race e l’aggiunta del nome al dizionario del nostro programma di videoscrittura.

Classe 1997 (quindi teoricamente un Orginal Next Gen, anche se all’epoca della prima edizione del Masterino era fuori dai primi 500 della classifica), con quattro anni di tennis alla Mississippi State University, Borges è un esempio di come ci si possa costruire un’ottima classifica con i tornei Challenger. Tuttavia, nonostante l’esperienza nel circuito maggiore sia al momento limitata a 20 match, Nuno vanta una statistica interessante: non ha mai perso al primo turno di un torneo ATP. Un altro modo di dirlo è che non ha mai superato il secondo ostacolo nelle sue sei partecipazioni ma, in ogni caso, il prossimo passo non potrà che essere un quarto di finale (almeno) in un “250”.

“Sono così felice e orgoglioso che non so se riuscirò a dormire stanotte” ha commentato Borges dopo il successo. “Ero nelle qualificazioni quando mi sono iscirtto, ma sono entrato in tabellone all’ultimo momento, peraltro con basse aspettative, visto il primo turno tosto che mi aspettava”. E invece ha battuto in due set Diego Schwartzman e non si è più fermato.

Per quanto riguarda il ventiduenne Shevchenko, allievo della scuderia di Gunter Bresnik, si ferma a un solo passo dalla top 100, ma ha già dell’ottimo materiale da raccontare ai nipotini, come quella volta che batté due top 10, senza bisogno di entrare nei dettagli. Insomma, a dispetto del nome benaugurante, a Phoenix né Monfils né Berrettini sono risorti dalle proprie ceneri. Ceneri si fa per dire, naturalmente. Dopotutto, Lamonf è appena rientrato nel circuito e, dopotutto, Matteo è andato in Arizona per giocare qualche match e qualche match ha giocato; se poi, invece di perdere dal presunto ex pallone d’oro, fosse arrivato in fondo, sarebbe stato criticato per aver messo a rischio la propria integrità fisica giocando cinque incontri in quattro giorni. Ammettiamolo, Spike Lee dava un consiglio impossibile con il suo “Fa’ la cosa giusta”.

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