La prima tennista nata in questo secolo a vincere un torneo WTA. Da lucky loser. Figlia di un grande campione del basket europeo, Predrag “Sasha” Danilovic. La vittoria di Olga Danilovic al torneo WTA di Mosca non poteva certo passare inosservata. Ovvio perciò che tra Russia e Serbia siano fioccate le richieste di interviste per la diciasettenne di Belgrado, a partire da quella rilasciata al quotidiano sportivo russo “Sport Express”, ed iniziata con i ringraziamenti per mamma Svetlana. “Lei viaggia con me in tutti i tornei. Senza di lei tutto questo non sarebbe stato possibile. Fa tutto per me e desideravo festeggiare assieme a lei. Ama il suo lavoro (è una nota giornalista sportiva in Serbia, ndr) e mi ha mostrato cosa significa fare quello che ami”. Una doverosa menzione poi anche per il coach, Alex Corretja. “Lui è il mio mentore, già da qualche anno lavoro con lui a Barcellona. E lavoriamo veramente tanto. Alex è stato uno dei migliori giocatori del Tour, capisce tutto quello che succede in campo, anche quando sei preso dal panico e non sai più nemmeno come ti chiami”.
Ovvia la domanda ad una diciasettenne su chi siano i suoi idoli, abbastanza scontata la risposta per una giovane che arriva da Belgrado. “Novak Djokovic. Lui è stato e rimane uno a cui mi ispiro. Anche se ha un calendario fitto e molti impegni, trova sempre il tempo di scambiare due parole con noi giovani quando ci incrociamo durante i tornei. E gli sono molto grata per questo”. Olga ha poi rivelato che il fuoriclasse serbo non si limita a salutarli, ma segue anche i loro risultati. “Mi chiedono sempre quali consigli mi dia. Allora spiego cosa succede quando noi junior lo incontriamo. Lui ci dice: ‘Ciao’ e per noi già questo è…’Wow!’. A noi non serve altro, invece lui continua e ad un certo punto ti dice: ‘Ho visto che hai vinto, congratulazioni!’. La sensazione in quel momento è incredibile”.
La vittoria della teenager belgradese è stata accolta in maniera entusiastica in Serbia, dove già da un po’ di tempo si sperava potesse essere lei quella in grado di raccogliere l’eredità di Ana Ivanovic e Jelena Jankovic. Tanto che al rientro a Belgrado la n. 112 del mondo (la vittoria a Mosca le è valsa un balzo di 75 posizioni in classifica) è stata ricevuta dal sindaco della capitale serba. “Quello che è mi accaduto è una cosa grande. Credo che in questo torneo tutti i tasselli siano andati al loro posto. Non ho ancora praticamente dormito e non ho ancora compreso quello che ho fatto. Mi servirà ancora qualche giorno per schiarirmi le idee” ha dichiarato ai giornalisti serbi dopo l’incontro con il sindaco. Olga era stata anche invitata ad unirsi alla nazionale di pallanuoto che aveva appena conquistato il titolo europeo per salutare dal balcone del palazzo comunale le 20.000 persone che si erano riunite nella piazza antistante per festeggiare gli atleti. Ma la giovane tennista serba ha educatamente respinto l’invito, ritenendo la sua vittoria nel torneo della capitale russa (città che le porta evidentemente bene, dato che ci vinse due anni fa il titolo europeo under16) assolutamente non paragonabile a quella della nazionale. Talento, voglia di lavorare ed umiltà. Che a Mosca sia veramente nata una stella?