Toronto, Nadal è una roccia. Cilic lotta ma perde al terzo

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Toronto, Nadal è una roccia. Cilic lotta ma perde al terzo

Rafa rischia dopo aver subìto per tutto il primo set, poi ribalta la partita alla grande. A Marin è mancato il colpo del ko. Affronterà Khachanov, che ha eliminato Haase in meno di un’ora

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dal nostro inviato a Toronto, Luca Baldissera

[1] R. Nadal b. [6] M. Cilic 2-6 6-4 6-4

MARIN DI LUSSO – Ormai Rafa Nadal lo conosciamo tutti a memoria, nel bene e nel male. Ed è cosa nota che, nelle giornate meno brillanti, per qualsiasi motivo, che sia stanchezza fisica o mentale, la cosa che si può vedere subito nel suo gioco è che i colpi da fondo, specialmente il dritto, tendono a essere meno profondi e carichi del solito. Quando di là hai una macchina sparapalle della qualità di Marin Cilic, e gli consenti di salire a ripetizione sugli impatti con gli sventagli di dritto e i rovesci anticipati, sei nei guai, e di brutto, anche se ti chiami Nadal. Nella serata di Toronto, ultimo quarto di finale del tabellone, è successo esattamente questo. Poco incisivo al servizio, fin dall’inizio, Rafa si fa brekkare due volte, subisce le bordate di Marin senza poter reagire, va sotto 5-1, e per un pelo non subisce il terzo break, per poi capitolare 6-2. Grande, grandissimo Cilic nei primi 40 minuti della partita, come detto Nadal non è sembrato essere in serata di grazia, forse la battaglia intensa contro Wawrinka, finita ieri a tarda sera, ha lasciato qualche scoria, ma non vanno assolutamente tolti meriti al croato. Che ha tirato missili lungolinea e diagonali da tutte le zone di campo, ha servito benissimo, un Marin che non vedevamo così centrato da tempo. Il pubblico intorno alla tribuna stampa mormora perplesso, in effetti non è cosa di tutti i giorni vedere Rafa preso a pallate in questo modo, anche Francisco Roig nel box del maiorchino scuote la testa pensieroso.
Il modo in cui lui ha giocato nel primo set, era inarrestabile. Ho dovuto tener duro, trovare la giusta tattica“, conferma Rafa. “Ho cercato di trovare delle soluzioni, ma era difficile, terribilmente difficile“.

REAZIONE RAFA – Non bisogna mai sottovalutare l’orgoglio di un campione, però, e se c’è uno che di “pelotas” ne ha da vendere questo è Nadal. A inizio secondo set lo spagnolo si rimette lì alla ricerca del suo tennis migliore, non lo ritrova proprio del tutto, ma riesce a salire di intensità e precisione a sufficienza per brekkare per la prima volta Cilic (dopo aver annullato una palla break potenzialmente pesantissima nel primo game), con il croato che sta comprensibilmente tirando il fiato dopo un primo parziale giocato con l’acceleratore a tavoletta. Con tutta la grinta del mondo Rafa resiste ai tentativi di recupero dell’avversario, annulla ben 4 palle del controbreak, e si tiene stretto il vantaggio fino ad arrivare a servire per il set sul 5-3. Qui Marin, strepitoso, si prende il massimo rischio, tira a tutta randa su qualsiasi palla gli capiti a partire dalle risposte, e con una gran sequenza di rovesci in diagonale, più una successiva manata di dritto lungolinea anticipatissima, controbrekka lo spagnolo. Ma Rafa non ci sta, e con un colpo di coda, capitalizzando due errori di Cilic, piazza il break chirurgico che gli consegna il secondo set, 6-4, ci si giocherà tutto nel parziale decisivo. Che fenomeno Nadal, pure nelle giornate così così basta mollare la presa un attimo, anche se sei un avversario fortissimo e in forma, e lui ti scippa i set e spesso le partite di tasca come un borsaiolo.
Il primo game del secondo, è stata la chiave. Avessi preso il break lì, sarebbe stata dura, dura veramente. E poi sul 2-1, per la prima volta ha sbagliato qualcosa, e ho brekkato io. E poi, naturalmente, l’ultimo game, quando lui era 40-15, e ha sbagliato due palle“, analizza il sempre lucidissimo Nadal.

ZAMPATA FINALE – Nel terzo set i due iniziano belli solidi al servizio, Rafa sta iniziando a trovare il dritto lungolinea vincente a ripetizione, Marin continua a picchiare da dietro come un fabbro. Buona partita come qualità adesso. Palla break Nadal nel quarto game, annullata, poi i due procedono senza scossoni fino al 5-4 per lo spagnolo, con Cilic al servizio per salvare la partita. Due gran punti Rafa, un errore Marin, e sono tre match point consecutivi. Ne annulla due il croato con coraggio, ma il rovescio che gli vola largo sul terzo manda Nadal in semifinale. Che dimostrazione di granitica solidità mentale, impressionante. Spiace per Cilic, che avrebbe meritato, ma contro un fenomeno dalle risorse infinite come Rafa non si può concedere assolutamente nulla. Affronterà Karen Khachanov, sempre battuto nei tre precedenti confronti, l’ultimo a Montecarlo quest’anno. Un piccolo traguardo l’ha già raggiunto: la quattordicesima qualificazione consecutiva per le ATP Finals di Londra. Complimenti, Rafa.

K. Khachanov b. R. Haase 6-3 6-1

KAREN COME UN TRENO – Il quarto di finale tra il russo Karen Khachanov e l’olandese Robin Haase non ha praticamente storia a partire dal 3-3 del primo set. Da lì in poi Karen piazza un parziale di 9 game a 1, brekka quattro volte Robin, e non concede l’ombra di una palla break. Poco da commentare o raccontare del match, finito in 55 minuti. Khachanov spara servizi e dritti a velocità insostenibili per Haase, che non riesce ad arginarlo in nessun modo.

Karen Khachanov (pic from twitter @RogersCup)

Prima semifinale 1000 conquistata da Karen, gran risultato, meritatissimo, che conferma l’attitudine per il cemento del moscovita. Zitto zitto, l’amico Khachanov non ha ancora perso un set, davvero complimenti a lui per il torneo finora. E non è finita, anche se Nadal è un ostacolo apparentemente insormontabile.

Risultati:

[1] R. Nadal b. [6] M. Cilic 2-6 6-4 6-4
K. Khachanov b. R. Haase 6-3 6-1
[4] K. Anderson b. [5] G. Dimitrov 6-2 6-2
S. Tsitsipas b. [2] A. Zverev 3-6 7-6(11) 6-4

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