Nadal nei panni scomodi del veterano: "Preferirei essere io il più giovane"

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Nadal nei panni scomodi del veterano: “Preferirei essere io il più giovane”

A tredici anni dal suo primo titolo canadese, quando 19enne batté un Agassi 35enne, Rafa scenderà in campo vestendo abiti esattamente opposti: contro Tsitsipas il ‘matusa’ sarà lui

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Accanto a Montecarlo, Barcellona, Roma e Roland Garros, la Rogers Cup diventerà il quinto torneo a riaccogliere Nadal in finale a una così ampia distanza dalla prima volta. Tredici anni, quelli trascorsi dal 2005 devastante che lo vide Re di Parigi e finalista altre undici volte, con la sola sconfitta di Miami. Tra gli undici titoli conquistati in quella stagione – non saranno mai più così tanti – c’è anche la Rogers Cup vinta a Montreal in finale contro il 35enne Agassi, da 16 anni più anziano di lui. Appena un po’ meno accentuata sarà la differenza con Stefanos Tsitsipas, 12 anni più giovane di Nadal, contro il quale lo spagnolo si troverà a vestire gli stessi panni che toccarono ad Agassi nel 2005: quelli del veterano.

Beh, sarebbe meglio se fossi io quello più giovane ma… non mi lamento. Nel 2005 non avrei mai immaginato di avere una carriera del genere. Domani (oggi, la conferenza si è tenuta ieri, ndr) sarà l’opposto del 2005 e spero che il risultato non sia lo stesso, relativamente alla vittoria del più giovane. In ogni caso, è buono essere al suo posto, ma allo stesso tempo ha i suoi vantaggi essere nella mia posizione, no? Dopo gli ottimi risultati che ho raggiunto quest’anno giocherò un’altra finale, è una grande cosa. È stata una grande settimana, specialmente il modo tramite cui sono arrivato qui, ma è sempre una settimana positiva quando raggiungi la finale di un Masters 1000 nel quale sono in campo 19 dei top 20“.

Di Tsitsipas lo spagnolo aveva già detto un gran bene a Barcellona – prima di distruggerlo in finale – e non ha potuto che ripetersi, spinto dall’evidenza dei quattro top 10 schienati dal greco in altrettanti incontri qui a Toronto. “È un giocatore complesso. Ha tutto: è giovane, ha la passione per il gioco, ha un gran dritto, un gran rovescio e un buon servizio, quindi non si tratta di un solo aspetto. In questo tipo di partite devi giocare davvero bene per vincere ed è quello che proverò a fare“. Il vantaggio di Rafa è facile da identificare: è il miglior giocatore di sempre a resistere nei momenti di maretta per poi prendere repentinamente il comando del gioco. A Tsitsipas non sarà sufficiente attaccare con profitto, dovrà farlo fino all’ultimo minuto di gioco.

Per scrivere il suo nome sull’ordine di gioco dell’ultima giornata di Toronto, Nadal ha dovuto liberarsi di un volitivo Karen Khachanov al quale ha dedicato pensieri di grande stima nonché sorprendenti rispetto all’idea che molti si sono fatti del punto di forza del russo, che secondo Rafa è il rovescio più ancora del dritto. “Ha un gran servizio, grandi colpi da fondo campo. Ha soprattutto un gran rovescio e può colpire forte anche di dritto. È vero che con il dritto a volte commette qualche errore di troppo, ma gioca molto aggressivo ed è difficile riuscire a spostarlo per questo motivo“. Una dinamica che si ripresenterà in finale contro Tsitsipas, che però rispetto al russo sembra avere maggiore lucidità nella scelta dei momenti in cui rischiare il colpo. Nulla che un Nadal ben presente sul campo non possa affrontare e nulla che possa spostare lo spagnolo dallo scranno del favorito, anche e soprattutto in ragione delle energie spese da Tsitsipas sino ad ora.

Non è quindi contro pronostico che si può immaginare Nadal sollevare l’ottantesimo trofeo in carriera a Toronto, città nella quale ha trionfato nel 2008 (gli altri due titoli sono arrivati entrambi a Montreal). “Beh, sarebbe fantastico, ma c’è ancora molto lavoro da fare. La Rogers Cup è un torneo nel quale ho fatto bene diverse volte“. Oltre all’80esimo alloro si tratterebbe del 33esimo Masters 1000, nonché di un passo consistente verso la riconferma sul primo gradino del ranking ATP anche al termine di questa stagione. La vittoria infatti lo collocherebbe a 6770 punti nella Race to London, 2500 in più dell’inseguitore più vicino che al momento è Sascha Zverev. Un margine che gli permetterebbe di mantenere margine anche facendo fiasco completo a Flushing Meadows, circostanza che appare comunque poco probabile se il suo stato di forma rimarrà questo. Per preservarlo, potrebbe essere utile rinunciare al torneo di Cincinnati. “Non è il momento di parlarne” ha detto lo spagnolo in conferenza, preferendo concentrarsi sull’ultimo atto di Toronto. In caso di vittoria del titolo una sua rinuncia al 1000 statunitense non stupirebbe poi così tanto.

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