US Open, spunti tecnici: Federer, quanto lavoro sul rovescio

(S)punti Tecnici

US Open, spunti tecnici: Federer, quanto lavoro sul rovescio

NEW YORK – Il fuoriclasse svizzero prepara con impegno l’ultimo Slam stagionale. Allenamenti focalizzati sul rovescio, gli allunghi e i contrattacchi di dritto

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da New York, il nostro inviato

Come sempre, innanzitutto, benritrovati a bordocampo. Siamo arrivati all’ultimo Slam della stagione, e il carrozzone del tennis è approdato a Flushing Meadows, il bel parco urbano che sta al confine tra Brooklyn e il Queens, i due quartieri forse più popolosi di New York. L’atmosfera di questo torneo è da sempre unica, e non è detto che piaccia a tutti. L’ambiente è chiassoso, musica ovunque, spettatori entusiasti in modo a tratti quasi infantile, tra urletti, selfie e corse da un campo all’altro con tanto di bambini e borse di cibo da picnic al seguito. Una cosa è certa, il tennis come lo vivono qui non lo si trova da nessun’altra parte, è un’esperienza da provare assolutamente. Credo che se prendessimo uno qualsiasi dei seriosi e compunti steward di Wimbledon, che passano il tempo a redarguire sottovoce chiunque osi solo fare un passo più rumoroso del minimo indispensabile, e lo portassimo qui, si rischierebbe di fargli venire un infarto.

In mezzo a questo circo dello sport, in una bella mattina di sole alla vigilia del primo turno, sono andato al campo 6, uno dei più vicini alla piazza antistante il centrale, a vedere come se la stava cavando il “vecchiaccio malefico” che ha vinto più di chiunque altro – maschio, sennò Serena si insolentisce giustamente – nella storia di questo gioco. Roger Federer è una leggenda vivente che trascende il tennis, figuratevi l’effetto che fa ai già esagitati fan che circolano da queste parti. Il che, però, non gli impedisce di essere anche uno dei giocatori più lucidi e attenti agli aspetti tecnici, anche a seconda delle prestazioni passate. La finale del masters 1000 di Cincinnati (e un po’ tutto il torneo) aveva fatto vedere un Roger poco incisivo con il rovescio, soprattutto in risposta, proprio quel rovescio che gli aveva dato una grande mano a trasformare il 2017 in un’annata memorabile. Agli ordini di Ivan Ljubicic e Severin Luthi, il fuoriclasse svizzero ha lavorato tantissimo esattamente su questo. E un’oretta di Federer che come un bimbo della SAT fa esercizi su esercizi di palleggio e risposta con il rovescio è uno spettacolo che non potevo perdermi. Andiamo a vederlo insieme, come sempre da pochi metri e di fianco, ringraziando la possibilità di accedere ai lati del campo offerta dagli accrediti media.


Qui sopra, in alto due impatti, sotto due finali di rovesci a diverse altezze. Roger ha lavorato moltissimo sui passi di avvicinamento alla palla, è sempre da apprezzare il modo super sciolto con cui porta la sbracciata, insieme al trascinamento del piede sinistro, che in qualsiasi esecuzione è appena appena appoggiato con la punta sul terreno.


Qui sopra, evidenziata con una linea gialla, la simmetria impeccabile del braccio racchetta e del braccio non dominante, sono tre rovesci diversi, tirati anche con diversa quantità di rotazione. Da ammirare e imitare, punto.


Qui sopra, sempre evidenziato con una linea, il modo fantastico con cui Roger è in grado di condurre il finale del colpo attraverso la palla, che è uscita dal piatto corde da un buon metro, ma spalle e braccio sono ancora perfettamente in orizzontale allineati con la traiettoria. Non serve rimarcarlo parlando di Federer, ma ovviamente l’asse di equilibrio è impeccabile.


Qui sopra, due dritti in accelerazione, in alto il classico sventaglione a uscire, sotto un cross basso tirato in closed stance (quasi di spalle alla rete con gli appoggi), nulla da commentare, eleganza e potenza espresse nello stesso istante, a velocità spaventosa sia di gambe che di braccio. Come sempre, mi dispiace che le immagini non possano trasmettere i suoni, perchè le schioppettate dei colpi di Roger, sempre presi in pieno sweet-spot (centro esatto del piatto corde, anzi in effetti lievemente verso la testa dell’attrezzo, che è il vero punto ideale di impatto), sono belle da sentire tanto quanto è bello da vedere lui mentre si scatena come un felino sulla palla.

Qui sopra, un’ulteriore dimostrazione della lucidità professionale di Federer e ovviamente del suo staff tecnico: hai giocato male a Cincinnati (male per un fenomeno simile significa comunque far finale e perdere solo da un gran Djokovic, tanto per capire il livello), e i tuoi punti “dolenti” sono stati il rovescio e – come sempre succede a Roger – il dritto in allungo e soprattutto in difesa aggredito dalle palle profonde. Quindi, via di allenamento esattamente su questo, con lavoro sulla reazione negli impatti di dritto fuori equilibrio, da compensare con la reattività di gambe e la mostruosa rapidità di esecuzione. Vediamo come lo svizzero sia in grado di andare letteralmente in galleggiamento sul campo, è evidente che non può mettere tutto il peso sul colpo (come nei dritti osservati più su), eppure risolve la situazione di difficoltà che sta allenando con la spinta delle gambe e l’anticipo dello swing. In ognuna delle esecuzioni viste, scorrere per credere, possiamo notare una delle caratteristiche più tipiche di Roger, ovvero il rimanere per una frazione di secondo con lo sguardo puntato sulla palla anche dopo che è già partita, creando un effetto “no look” molto evidente. Che spettacolo vederlo lavorare così da due metri, ragazzi.

Non so cosa potrà ottenere Federer da questo US Open, il fatto che lui stesso si sia sfilato dal lotto (cioè due, Rafa e Nole) dei favoriti è un esempio di consapevolezza e onestà nell’auto-valutarsi, tanto quanto la specificità del lavoro in allenamento, mirato esattamente a risolvere gli aspetti tecnici che non erano stati soddisfacenti nelle ultime prestazioni. Di solito, quando l’approccio è umile e orientato a impegno e dedizione sul campo, il tutto applicato a un talento manuale con pochi eguali nella storia del gioco, chissà, può succedere qualsiasi cosa.
Magari potrebbe stupire tutti, se stesso compreso.

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