US Open: Serena, tutto facile contro Venus. I muscoli di Stephens

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US Open: Serena, tutto facile contro Venus. I muscoli di Stephens

Un’ottima Serena ha la meglio su Venus. Azarenka ci prova con coraggio, ma quando Stephens sale di livello non può starle dietro. Affronterà Mertens agli ottavi. OK Pliskova

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SERENA, UNO SCHIACCIASASSICorreva l’anno 1998 quando, sotto il sole di Melbourne, andò in scena il primo incontro, nel circuito WTA, tra Venus e Serena Williams. Oggi, esattamente 20 anni dopo, nella notte di New York si disputa il confronto numero 30 tra le due sorelle. Nel mezzo due carriere straordinarie, 121 titoli conquistati in singolare, di cui 30 Slam, 130 milioni di dollari di prize money vinti e una passione condivisa per la moda. E la storia non finisce qui. Per anni Venus e Serena si sono giocate le finali dei più importanti tornei. Si è parlato del fatto che fosse papà Richard a decidere la vincitrice, mentre le figlie non potessero che obbedire a tale volontà. Ma si tratta solamente di supposizioni. Il precedente che fece più scalpore fu la semifinale di Indian Wells del 2001: Venus si ritirò a poche ore dall’inizio del match. Durante la finale il pubblico che, con ragionevole dubbio, aveva guardato con sospetto al ritiro di Venus, fischiò Serena al suo ingresso in campo. Fischiò Richard e Venus che si accomodavano in tribuna. La famiglia Williams si infuriò, tacciò gli spettatori di razzismo e per anni boicottò il torneo californiano. Certo le loro partite non sono state e mai saranno come le altre. Serena, in conferenza stampa, ha saputo riassumere 20 anni di tennis, di scontri e di emozioni in nemmeno 10 parole: “Sfortunatamente e fortunatamente dobbiamo giocare una contro l’altra”. Novak Djokovic stesso ha dichiarato che per lui sarebbe difficilissimo affrontare uno dei suoi fratelli su un campo da tennis: “Ringrazio il cielo che questo non potrà mai accadere!”.

Sull’Arthur Ashe, nel match che tutti gli Stati Uniti d’America attendono in prime time, è Serena ad avere nettamente la meglio su Venus per la diciottesima volta in carriera, in 71 minuti di gioco. Serena, nel suo tutù nero, fa tremare gli spettatori che affollano il campo centrale, quando nel corso del terzo gioco appoggia male il piede destro e la caviglia fa un pericoloso e innaturale movimento. Tutto l’angolo della giocatrice si alza in piedi in trepida attesa. Interviene il fisioterapista, che provvede ad applicare una fasciatura. Tra gli applausi Serena rientra in campo e, dimenticando l’infortunio appena occorso, piazza il break. Venus, stretta in un completo dalle molteplici tonalità di viola, non riesce a rispondere ai potenti servizi di Serena, che vola sul 4-1. Il sesto gioco è infinito: si arriva ai vantaggi, Serena cade ancora ma senza conseguenze, Venus lotta con tutte le sue forze, ma deve arrendersi alla potenza della sorella. Serena tiene senza problemi il proprio turno al servizio e si aggiudica il primo set con il punteggio di 6-1.

Il secondo parziale continua sulla falsa riga del primo. Venus, molto fallosa, smarrisce il servizio in avvio. Anche Serena commette qualche errore di troppo e regala a Venus la prima palla break dell’intero incontro. Serena scende a rete forzando il passante di Venus che manda fuori la pallina. Dopo essersi salvata, Serena tiene il servizio. Per la gioia del pubblico ora gli scambi sono più accesi, ma il risultato non cambia. Serena è in serata di grazia: saranno 34 i suoi vincenti alla fine del match contro i 14 di Venus. Nell’ottavo gioco la minore delle sorelle Williams va a servire per la partita e chiude con un dritto vincente. “Quando perde Venus mi sento come avessi perso anch’io. Spero mio padre non stesse guardando, non è mai facile per lui vederci giocare una contro l’altra. Lo chiamerò domattina!” dichiara Serena al termine dell’incontro. Applausi. Sorrisi. Alla prossima sfida.

da New York la nostra inviata, Chiara Gheza

OTTIMA STEPHENS – Tre titoli Slam in campo per iniziare una frizzante (e meno calda) quinta giornata sul Centrale di Flushing Meadows. In attesa della trentesima sfida tra le sorelle Williams il pubblico dell’Arthur Ashe ha applaudito l’ottima prestazione di Sloane Stephens, che ha battuto in due set l’ex numero uno del mondo Victoria Azarenka. La terza vittoria contro la bielorussa in questo 2018 le consente di raggiungere gli ottavi di finale del torneo in cui difende il titolo. Si è vista una Stephens di gran lunga migliore rispetto a quella vacillante di due giorni fa. Probabilmente non sarebbe bastata la versione che l’ha spuntata contro Kalinina: Azarenka, due volte finalista qui, ha espresso un livello altissimo nel secondo set, ma la statunitense ha respinto l’attacco con veemenza.

Il primo set si rivela un affare di Stephens sin dai primi scambi. La campionessa uscente porta a casa la maggior parte dei punti che gioca in difesa e l’altissima percentuale di prime (95%) le consente di spingere con facilità nei suoi turni di battuta. Il doppio fallo di Azarenka sulla break nel terzo gioco le facilita il compito e dopo 37 minuti le strappa nuovamente il servizio per chiudere il primo parziale. Non è una brutta Azarenka, ma trovare la chiave per far del male a Stephens è un’ardua impresa. Solo uno sbandamento della statunitense, che va in vantaggio di un break all’inizio del secondo, potrebbe riaprire la partita. E infatti, sul 3-1 30-0, Sloane commette due doppi falli e rimette in gioco Vika. La bielorussa inizia a spingere con più intensità, annulla quattro palle break nel sesto gioco e riesce a portarsi avanti di un break.

Ma – udite udite- dalle nuvole che almeno quest’oggi fanno respirare i presenti a Flushing Meadows inizia a cadere qualche goccia di pioggia. Il tetto dell’Arthur Ashe si chiude e dopo otto minuti di interruzione Azarenka torna in campo con meno convinzione. Stephens recupera lo svantaggio, annulla con audacia una palla break sul 4-4 e gioca un game straordinario in risposta sul 5-4. Azarenka deve inchinarsi a questo quarto d’ora di grandissimo tennis della campionessa in carica che dopo un’ora e 46 minuti può liberare l’esultanza. La difesa del titolo continua, chi sarà in grado di estrometterla dal torneo?

Antonio Ortu

MERTENS, CHE RENDIMENTO – Prosegue la marcia di Elise Mertens che si libera di Barbora Strycova e vince la 23esima partita stagionale sul cemento, l’ottava a livello Slam. Troppo leggera la ceca per reggere il ritmo della giocatrice belga, che da fondo ha sempre tenuto in mano il pallino del gioco pur commettendo qualche errore di troppo in fase di costruzione del punto. Dal canto suo la n.23 del tabellone ha un tennis propositivo e vario, ma nello stesso tempo troppo fragile per resistere al “peso” di palla della sua avversaria. Barbora è stata anche abile a ritornare in partita quando, sotto di un set e di un break, ha impattato sul quattro pari, salvandosi anche da un pericoloso 0-40. La rimonta è però stata effimera: la ceca ha mancato tre set point, su cui la sua avversaria è stata praticamente perfetta. Strycova, capace anche in uno scambio di colpire un diritto con la mano sinistra (lei gioca con la mano destra), si è sciolta nel tie-break finale dopo il consueto – e divertente – carico di urla di disperazione.

Dopo la semifinale ottenuta negli ultimi Australian Open, Mertens (da un mese seguita dal nuovo allenatore Kindlmann, storico hitting partner di Sharapova ed ex coach di Keys fino a maggio) prova a farsi strada anche a Flushing Meadows: Stephens è avvisata.

RIMONTA SEVASTOVA – Da un match tutta lotta e corsa emerge Sevastova che supera in rimonta una coriacea Makarova, già semifinalista agli US Open nel 2014. Dopo un primo parziale equilibrato, in cui la russa è riuscita ad imporsi (graziata anche da qualche scelta tattica scellerata della sua avversaria) con il punteggio di 6-4, la lettone ha ritrovato consistenza e precisione con i colpi da fondo, grazie ai quali le è riuscito di aprirsi il campo e ribaltare una sfida che sembrava compromessa. Sevastova è stata brava a non perdere lucidità soprattutto dopo il medical time out chiesto dalla sua avversaria. Lo strappo decisivo è arrivato sul 3-2 del terzo set, quando Sevastova ha arpionato il break decisivo e sostanzialmente chiuso la partita. Agli ottavi la lettone affronterà Elina Svitolina, che chiude entrambi i set contro Wang sul gong di chiusura patendo più distrazioni che sofferenze. L’ucraina proverà a raggiungere i primi quarti di finale a New York.

Tommaso Voto

Il match tra la testa di serie n. 8 Karolina Pliskova (26 anni, 8 WTA) e la giovane statunitense di origini russe Sofia Kenin (19 anni, 65 WTA) è la rivincita dell’unico precedente tra le due, vinto proprio qui a New York nel 2016 dalla giocatrice ceca in due set, ma si tratta anche del confronto tra il gioco potente di Karolina e quello frenetico e di pressione di Sofia: la tennista a stelle e strisce dovrà spostare l’avversaria per evitare che Karolina si metta a cannoneggiare con il diritto e costringerla a commettere quegli errori gratuiti che alcune volte ne caratterizzano il gioco. Alla fine le braccia al cielo le alza Karolina Pliskova al termine di una vera battaglia senza risparmio di colpi: onore alla vincitrice per la capacità di gestire il match soprattutto nel secondo parziale, ma anche complimenti per la grinta messa in campo da Sofia, con questo piglio agonistico il suo futuro tennistico è assicurato. Nel primo set Kenin parte decisa e riesca a brekkare una Pliskova insolitamente fallosa al servizio già al terzo game. Riesce poi a tenere i suoi turni successivi, ma nell’ottavo gioco l’esperienza della n.8 del seeding le consente di recuperare il break subito, portarsi sul 5-4 e mettere ancora pressione in risposta alla statunitense che deve concedere due set point, prontamente trasformati da Pliskova. Il secondo set è giocato da Kenin di pura grinta, insiste nella sua strategia, si riporta avanti di un break, ma di nuovo Pliskova, con apparente giunonica pazienza, rimane lì ad attendere l’occasione che puntualmente arriva e le permette di riequilibrare la partita sul 4 pari. Da lì al tiebreak la strada è quasi obbligata, come scontato è l’epilogo del gioco decisivo, visto che Pliskova tiene i suoi turni in battuta in scioltezza e riesce ad ottenere 5 match point, con la trasformazione del secondo si va tutti sotto la doccia. Prossimo impegno per Karolina Pliskova contro l’australiana Ashleigh Barty.

Andrea Franchino

Risultati:

K. Kanepi b. R. Peterson 6-3 7-6(3)
[17] S. Williams b. [16] V. Williams 6-1 6-2

[18] A. Barty b. [Q] K. Muchova 6-3 6-4
[8] Ka. Pliskova b. S. Kenin 6-4 7-6(2)

[3] S. Stephens b. [WC] V. Azarenka 6-3 6-4
[15] E. Mertens b. B. Strycova 6-3 7-6(4)

[19] A. Sevastova b. E. Makarova 4-6 6-1 6-2
[7] E. Svitolina b. Q. Wang 6-4 6-4

Il tabellone femminile

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