Federer si dà il via libera: giocherà a Bercy

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Federer si dà il via libera: giocherà a Bercy

PARIGI – Dopo un allenamento top secret lo svizzero scioglie ogni dubbio: mercoledì sarà regolarmente in campo contro Raonic o Tsonga. “Sono riposato, preferisco giocare partite che allenarmi”

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da Parigi

Sì, giocherò. Altrimenti non sarei seduto qui davanti a voi, me ne sarei già andato. Roger Federer ha tenuto tutti col fiato sospeso fino all’ultimo, comportandosi quasi da agente segreto, ma alla fine ha dato la buona notizia: domani alle 19:30 sarà regolarmente in campo al Rolex Paris Masters di Bercy contro uno tra Milos Raonic e Jo-Wilfried Tsonga, per il suo primo incontro in Francia addirittura dal 2015. Dopo la fatica del titolo numero 99 nella sua casa tennistica, lo Swiss Indoors di Basilea, si credeva che lo svizzero volesse concedere riposo al suo corpo trentasettenne prima di volare a Londra per le ATP Finals.

Subito dopo la finale di domenica, Federer aveva dichiarato che avrebbe provato un allenamento a Parigi e sulla base di quello avrebbe valutato se giocare o meno. Nonostante un giocatore del suo calibro non abbia bisogno neppure di chiedere per ottenere di allenarsi sul campo centrale, ha scelto invece di svolgere la sessione-test sul court 4, una sorta di grosso igloo di plastica bianca nel parco al di fuori della AccorHotels Arena. Ovviamente, la practice era blindata: né gli spettatori né i giornalisti sono stati autorizzati ad entrare, e di sbirciare da fuori non c’era verso (sarebbe comunque servito coraggio, visto che su Parigi infuria la bufera). Federer avrebbe dovuto scaldarsi con lo sparring Guillaume Rufin per un’ora e mezza, dalle due e trenta alle quattro, ma una conferenza stampa programmata alle tre e cinquanta senza il minimo preavviso dimostra come non gli sia servito tutto quel tempo per capire che il suo corpo era in condizioni di reggere qualche partita anche questa settimana.

Nonostante qualche difficoltà mostrata a Basilea – è rimasto sotto il 60% di prime palle in campo per tutto l’arco del torneo, un dato che non gli aveva impedito di sollevare la coppa soltanto in un’altra occasione, quella del suo primo titolo in carriera, a Milano nel 2001 – non c’era alcun sospetto di infortunio. Il dubbio era unicamente relativo alla stanchezza, che specialmente al termine di una annata così piena può essere tanta: la scorsa settimana Federer è stato impegnato quotidianamente per quattro giorni di fila, dagli ottavi fino alla finale. Ma “sento di essermi riposato per bene in questi due giorni off” ha spiegato, offrendo poi anche la vera motivazione dietro la sua scelta di partecipare all’ultimo Masters 1000 della stagione: penso che per me sia meglio giocare partite che fare semplici allenamenti. Dovendo comunque tenere il fisico in attività, visto che il 2018 non è concluso, è un ragionamento che ha perfettamente senso. Inoltre le sensazioni di un vero match gli diranno sicuramente più.

Più che un vero botta e risposta, l’incontro con la stampa è consistito in un annuncio con una parte finale aperta alle domande, pensato per durare il minimo indispensabile (tanto che Federer si è presentato con la giacca a vento e non ha neppure fatto cenno di togliersela). Dopo aver appreso che anche il sorteggio del tabellone lo ha aiutato a propendere per il sì, dato che la certezza di esordire contro un big server aiuterà a tenere gli scambi sotto la soglia di guardia, la stampa è riuscita a strappare poche altre frasi prima che “Roger Bond” si defilasse di nuovo. D’altronde adesso ha un torneo da preparare, e domani sarà di nuovo qui.

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