Pablo Andújar: un balzo di oltre 1.600 posti per tornare fra i primi 100

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Pablo Andújar: un balzo di oltre 1.600 posti per tornare fra i primi 100

Dopo due anni e mezzo, lo spagnolo torna a disputare una stagione piena di piccole grandi imprese

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Non aveva un solo punto ATP fra settembre e ottobre 2017, con un impietoso zero come posizione nel ranking; poche settimane dopo, nella classifica di fine stagione, Pablo Andújar occupava il 1.701° gradino insieme ad altri 92 giocatori. Esattamente un anno più tardi, dopo la conclusione degli ultimi tornei Challenger, Pablo è al numero 82. Un balzo verso l’alto di 1.619 posti a sfidare la gravità terrestre e, come rivela l’ATP, non solo è il più grande tra tutti quelli che hanno finito l’anno fra i primi 100, ma lo è in assoluto dal 2004 quando Tommy Haas e Thomas Johansson fecero registrare salti, rispettivamente, di 1.702 e 1.689 posizioni. “È qualcosa che non avrei mai creduto possibile” ha dichiarato Andújar ad AtpWorldTour.com. “Sono molto felice. La verità è che, quando ho iniziato la stagione, non sapevo come avrebbe risposto il gomito e se sarei tornato all’apice della forma sul campo”. Non tutto è filato perfettamente liscio, però. “Ci sono state anche delle avversità in questa stagione” prosegue il tennista di Cuenca, “tra cui un nuovo problema al gomito. Piccole cose che influenzano il mio ritorno al più alto livello”.

I GUAI INFINITI – L’infortunio al gomito destro era comparso a Gstaad nel 2015, poco dopo aver raggiunto il best ranking (n. 32), segnando l’inizio del calvario per Pablo. Il trattamento conservativo con antinfiammatori si era rivelato inefficace, quindi è dovuto ricorrere alla chirurgia – tre volte in poco più di un anno, l’ultima nell’aprile 2017. Nonostante potesse addirittura, secondo le sue parole, “scambiare senza problemi per un paio d’ore” il dolore si presentava quasi subito quando provava a servire. Con tre soli incontri disputati nel 2017, per di più a livello ITF, Pablo rientra nel Tour all’inizio di quest’anno, con le sconfitte ai primi turni che necessariamente si susseguono; vinto finalmente un incontro in quel di Rio, nel match successivo è costretto al ritiro per un infortunio alla spalla.

LA SVOLTA – Poi, ad aprile, tutto cambia con la vittoria ad Alicante a cui fa seguito quella a Marrakesh in finale su Kyle Edmund, il primo top 50 battuto in tre anni. L’ultimo a riuscire nell’impresa di trionfare in un Challenger e in un ATP in due settimane consecutive era stato David Goffin nel 2014; inoltre, Pablo è stato il giocatore con la classifica più bassa ad aggiudicarsi un trofeo del circuito maggiore negli ultimi vent’anni, impresa che lo ha portato dal 355° al 154° posto del ranking. Altri due titoli Challenger vinti nel finale di stagione (Firenze Cup e Buenos Aires) lo spingono all’attuale numero 82 del mondo, un risultato inimmaginabile per quello che “avrebbe potuto essere l’ultimo anno della mia carriera” come ha dichiarato all’Agenzia EFE. “Non volevo chiudere la carriera con la brutta sensazione di non aver potuto dare il massimo a causa di questa lesione”. Ora, invece, Andújar si è garantito l’accesso al tabellone del prossimo Australian Open, durante il quale festeggerà, gli auguriamo nel migliore dei modi, il trentatreesimo compleanno.

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