Interviste
I segreti delle corde: da Sampras alla Next Gen
L’incordatore ufficiale ATP Marco Veri di Tecnifibre ci racconta i segreti delle corde dal “modello Federer” alle evoluzioni tecnologiche delle corde del futuro. L’audio-intervista

Marco Veri è un espertissimo incordatore di Tecnifibre per l‘ATP che è stato grande protagonista delle Next Gen ATP Finals di Milano, dove era il responsabile degli attrezzi degli 8 protagonisti.
Lo abbiamo incontrato a Rho per parlare delle sue specialità: le corde di oggi, di ieri e di domani. In questa approfondita audio-intervista siamo andati ad analizzare i cambiamenti e le evoluzioni di uno dei settori tecnici più affascinanti del nostro sport. La cosa che ha colpito di più anche un professionista navigato come Marco è l’abitudine dei giovani ad usare tensioni molto elevate. “Khachanov ad esempio incorda a 28 chili, anche Shapovalov si aggira attorno ai 27. La cosa che mi stupisce è vedere tensioni così alte usate anche da giovani tennisti ancora non completamente sviluppati dal punto di vista fisico. Rublev per esempio tira fortissim0, ma è ancora longilineo.”
Di contro a questa tendenza evolutiva dei giovani, si affaccia però un ritorno all’antico. Pare esserci in atto infatti una riscoperta del budello naturale, soprattutto però con incordatura ibrida (monofilamento per le corde verticali e budello per le orizzontali). Tra i nomi illustri che hanno fatto questa scelta spicca quello di Roger Federer, il quale però si distingue anche in questo ambito adottando una incordatura alla rovescia (budello per le verticali e monofilamento per le orizzontali).
Alla fine però anche per i professionisti di livello più alto certamente la scaramanzia è un fattore non trascurabile come dimostra un aneddoto su Marco Cecchinato. “Una volta in un Challenger gli incordai le racchette per la prima partita e feci il logo argentato perché sul nero spiccava di più. Lui non disse niente, ma sembrava un po’ infastidito. Vinse e quando tornò prima del match seguente mi chiese di che colore volessi fare il logo. Dissi che se voleva potevo farlo bianco come era sempre stato, ma lui mi disse di farlo ancora argentato.”
Marco conclude con un pizzico di nostalgia ammettendo che spesso rispolvera la Pro Staff Original 6.0 di Pete Sampras: “un attrezzo che oggi non sarebbe facilmente proponibile per il tennis moderno ma dal feeling unico“.
ATP
Tsitsipas ne ha per tutti: “A Indian Wells non volevo giocare”. Le palle utilizzate quest’anno? “Hanno causato il mio infortunio”
“Certe regole ATP ti obbligano a giocare anche col dolore, e a me non piace ritirarmi” così Stefanos Tsitsipas in vista del torneo di Miami. “Qui i campi sono più veloci”

Ne ha per tutti Stefanos Tsitsipas nel primo incontro con la stampa a Miami durante il media day. Il greco infatti, ancora debilitato dall’infortunio alla spalla patito all’Australian Open, si augura di poter finalmente giocare in Florida al 100%. Tsitsipas ha affermato di esser stato spinto a disputare Indian Wells per le regole dell’ATP sui Masters 1000. Ma il tema caldo in conferenza stampa ha riguardato il tipo di palle usate in quest’inizio di stagione 2023, definite pesanti, e che a suo dire hanno causato diversi infortuni – come il suo – in questo inizio di stagione .
“Qual è il mio obiettivo qui a Miami? Giocare senza dolore ed essere in grado di mostrare qualcosa di diverso da quello che ho fatto a Indian Wells. È stato un torneo in cui ho sofferto, non era facile stare in campo, ho sentito come se “dovessi farcela”, ma in realtà non volevo giocare. Ci sono alcune regole dell’ATP che ti obbligano a giocare questi grandi eventi, e io non sono un tipo a cui piace ritirarsi dopo un paio di partite. Spero di poter scendere in campo qua in buone condizioni e divertirmi un po’ di più, senza pensare troppo al mio braccio.
A Indian Wells ero infortunato, per fortuna ora mi sento meglio. Quando giochi con il dolore al braccio non ti diverti affatto, cerchi solo di sopravvivere e andare avanti, niente di più. Ti concentri troppo sulle cose interne e non su quelle esterne. La salute è la cosa più importante e quando mi sento bene tutto è al suo posto e tutto funziona. Sono creativo in campo, il mio gioco è vario e sento che nulla può andare storto. Questo è il mio obiettivo per questo torneo, giocare senza dolore e vedere come risponde il mio braccio”.
Tsitsipas ha poi spostato l’attenzione sul tema dei campi di Miami, facendo notare come siano più rapidi e di come il rimbalzo sia diverso rispetto a Indian Wells, soprattutto per le differenti condizioni climatiche: “Questi campi sono un po’ più veloci di quelli di Indian Wells. La scorsa settimana la palla rimbalzava un po’ più in alto ed era più viva. Questi sono fattori che dobbiamo considerare. Qui c’è più umidità e la palla rimbalza un po’ più in basso. Mi piacciono entrambi, devi solo acclimatarti alle diverse condizioni”.
Tsitsipas prosegue la sua arringa lamentandosi del tipo di palle utilizzate quest’anno, a suo dire tema che ha tenuto banco anche tra i giocatori del circuito: “Penso che il problema più grande quest’anno sia stato il cambio delle palle. È stato un argomento che abbiamo discusso tra noi giocatori. Le palle dovrebbero rimanere coerenti nella maggior parte dei tornei, e penso che nei tornei sul cemento questo sia ancora più necessario. Quando così è, ne beneficiano tutti e impedisce ai giocatori di infortunarsi. Ho ricevuto molti commenti negativi da parte di altri giocatori sulle palle di questa prima parte di stagione, tutti pensano che abbiano avuto un impatto significativo sulle spalle, sui polsi… sul braccio, in generale. Credo proprio che anche il mio infortunio derivi da lì“.
A 24 anni, n.3 del ranking ATP, Tsitsipas è nel pieno della propria carriera tennistica. Pur essendo ancora giovane, le nuove leve come Alcaraz e Sinner stanno spingendo per prendersi la scena. Il greco sente questa competizione, ma la vive come un fattore positivo: “La crescita dei ragazzi più giovani? Sono felice per loro. Credo e mi fido della filosofia e del messaggio di Ubuntu: ‘se il resto migliora e tu sei testimone della grandezza intorno a te, io stesso avrò l’opportunità di essere altrettanto grande’. Credo in quel messaggio. Il fatto che stiano facendo grandi cose mi avvantaggia, mi dà una visione più chiara e migliore di come dovrei affrontare il mio tennis”.
Flash
Djokovic alla CNN: “Non ho rimpianti. Alcaraz merita il numero 1”
“Spero di esserci per lo US Open. La finale persa con Medvedev uno dei ricordi più belli a New York”, così il tennista serbo Novak Djokovic parla da Dubai

L’assenza di Novak Djokovic anche dal torneo di Miami ormai è cosa nota, e martedì a Dubai il tennista serbo è stato intervistato da Becky Anderson, reporter della CNN. L’attuale numero 2 del mondo ha affrontato tutti i temi principali di attualità tennistica, compreso il suo status di non vaccinato che al momento gli impedisce di entrare negli Stati Uniti. Infine ha anche aggiunto interessanti osservazioni sulla rivalita con Roger Federer e Rafa Nadal.
Rimpianti sul vaccino
No, non ho affatto dei rimpianti. Ho imparato durante la vita che i rimpianti sono una zavorra, di fatto ti fanno vivere nel passato e io non voglio questo. Non voglio neanche vivere nel futuro, ma cercare di stare il più possibile nel momento presente, e piuttosto cercare di fare qualcosa per migliorare il futuro.
Su Alcaraz e la sua assenza dal Sunshina Double
Voglio congratularmi con Carlos Alcaraz, si merita assolutamente di essere numero uno. È un peccato che non abbia avuto modo di giocare Indian Wells e Miami perché sono due tornei che amo ma allo stesso tempo la mia era una scelta cosciente e sapevo che c’era la possibilità che non sarei andato. Questo è il corrente stato delle cose e spero che cambino per il resto dell’anno così da poter giocare lo US Open, il torneo per me più importante sul suolo americano.
Su un’eventuale partecipazione allo US Open
Sono fiducioso anche se non è nelle mie mani la scelta… bhe anche questo è discutibile perché c’è qualcosa che io potrei fare ma che ho deciso di non fare, e ovviamente se sarò ammesso a giocare la decisione spetta ai piani alti del Governo. A questo punto della mia carriera i tornei dello Slam sono quelli a cui punto di più e che vorrei giocare di più. Vorrei davvero tanto esserci perché ho tanti bei ricordi, e a dir la verità nella finale persa con Medvedev nel 2021 ho avuto forse uno dei momenti più belli col pubblico newyorkese; anche se ho perso quel match ho sentito tanto supporto dal pubblico e vorrei ricreare quella connessione. Non vedo l’ora.
Su Federer e Nadal
Mi hanno reso più forte, sia mentalmente che fisicamente, il mio gioco è migliorato grazie a tutte quelle partite che abbiamo giocato l’uno contro l’altro, soprattutto a causa delle partite che ho perso contro di loro, alcune davvero importanti. A volte ero davvero infastidito di far parte di quell’era’.
Flash
ATP Miami, Alcaraz: “Con Sinner ci spingiamo a sviluppare il nostro gioco al 100%, sarà una bella rivalità”
“Non sono sorpreso di come ho recuperato dal mio infortunio perché conosco il mio corpo”, così il numero 1 Carlos Alcaraz appena arrivato in Florida. “Gioco a un grande livello perché sono rilassato e mi diverto”

Mentre a Miami il torneo femminile inizia con i primi turni, si svolge in concomitanza il media day, quella giornata riservata alle interviste dei top players, in un ambiente decisamente più informale delle solite conferenze stampa. Il target principale ovviamente è il numero 1 al mondo Carlos Alcaraz, fresco vincitore del Masters 1000 di Indian Wells.
D: C’è qualcosa che vuoi e puoi ancora migliorare nel tuo gioco a questo punto della carriera?
Alcaraz: Io dico sempre che c’è sempre qualcosina che si può fare meglio. Io posso migliorare nel mio gioco ogni giorno, ad esempio è per questo che i Big Three sono così forti, perché sono migliorati ogni giorno.
D: Lo scorso anno qui a Miami hai giocato tante belle partite nella corsa verso il titolo, come la vittoria su Tsitsipas. Ti piace l’atmosfera che trovi qui?
Alcaraz: Ho molto supporto qui, mi ricordo lo scorso anno una connessione incredibile con il pubblico perché molte persone parlano spagnolo. mi ricordo grandi match lo scorso anno e non vedo l’ora di giocare. […] La cultura latinoamericana qui a Miami è molto diffusa e ovviamente mi piace tanto giocare qui, mi sento come a casa. Sento l’amore in ogni partita e ogni allenamento.
D: Hai compiuto una grande impresa vincendo Indian Wells e battendo alla grande Medvedev in finale. Senti adesso un po’ il peso delle aspettative crescere?
Alcaraz: Non sento molto la pressione, so quali sono le cose che devo fare: di giocare rilassato e non preoccuparti se vinco o perdo, o gioco bene o male. Il mio obiettivo è sempre lo stesso, stare a mio agio in campo, divertirmi e cercare di fare grandi colpi durante il match. Questo è ciò che sono, è per questo gioco ad un grande livello, perché sono rilassato e mi diverto.
D: Puoi parlarci della tua rivalità con Sinner? Cos’è che fa sì che voi due tiriate fuori il meglio l’uno dell’altro?
Alcaraz: Sì, probabilmente tra noi due ci sarà una bella rivalità. Credo che tutti ne parleranno, perché ci spingiamo a vicenda ad essere persone migliori e giocatori più forti. Ci spingiamo a sviluppare il nostro gioco al 100% e credo sia una cosa bellissima.
D: A questo punto della tua carriera cos’è più importante per te, essere numero 1 o vincere un altro torneo dello Slam?
Alcaraz: Mh, è veramente una domanda difficile da rispondere ma vada per uno Slam.