Manager tedesco accusa ITF, che smentisce ma non convince

ITF

Manager tedesco accusa ITF, che smentisce ma non convince

Dirk Hordorff si scaglia contro il Transition Tour e chiede ai giocatori di mobilitarsi presso le rispettive federazioni per stoppare una situazione a suo dire grottesca. E torna sul ricatto delle agenzie di scommesse…

Pubblicato

il

 

Ancora Dirk Hordorff, protagonista indiscusso negli ultimi mesi di politica applicata al tennis. Primo a “cantare” rivelando prese di posizione, poi trasformatesi in voti a favore, delle Federazioni nazionali chiamate a decidere sulla riforma Davis prontamente entrata in vigore, il vicepresidente della Federazione tedesca, che del board Davis era stato influente membro, attacca frontalmente il Transition Tour, ossia la rivoluzione voluta dal governo del tennis internazionale al fine di razionalizzare il numero dei tornei minori e, nel medio periodo, quello dei giocatori professionisti, con l’intento di garantire a questi ultimi guadagni più dignitosi.

Una faccenda spinosa e controversa, già in origine destinata a essere foriera di fastidiosi strascichi e polemiche dichiarazioni pubbliche in effetti puntualmente arrivate: scorrendo anche in modo distratto le esternazioni social di tennisti “di non primissimo piano”, si nota un malessere diffuso che probabilmente nemmeno i vertici della Federazione internazionale avevano inizialmente previsto: alla radicale riforma viene in primis imputato il paradosso principe, ovverosia una certa qual distorsione nel fondo regolamentare destinata a produrre in breve gli effetti contrari a quelli auspicati. “Meno tornei, meno posti nei draw cadetti e più spese – è stata introdotta una tassa d’iscrizione ai tabelloni principali -, così in molti hanno la percezione che scalare la montagna sia diventato impossibile“: questo il coro dei delusi, che sono la stragrande maggioranza, pericolosamente vicina alla quasi totalità dei giocatori soggetti al vento rinnovatore della riforma. L’ITF ascolta, in lontananza, sempre più preoccupata.

Anche perché, come accennato, alcuni maggiorenti zonali di primissimo piano, a capo di Federazioni di livello altrettanto alto, stanno iniziando a far sapere la propria e persino a mobilitare la propria base. Così sta agendo Hordorff, uno che negli anni si è costruito una certa credibilità nell’ambiente e dunque difficile da ignorare quando prende la parola: il dirigente ha dichiarato senza mezzi termini, utilizzando come messo l’ineludibile pagina Facebook, che il Transition Tour è una rovina e che i giocatori dovrebbero iniziare a raccogliere le firme per indurre i rispettivi governi a votare contro la riforma, specificando, per corroborare ulteriormente la propria tesi, che il Deutscher Tennis Bund era contrario fin dal principio.

Com’è ormai noto, i tornei maschili da 25.000 dollari (nei turni precedenti alle semifinali), quelli da 15.000 dollari e tutti gli eventi femminili sotto i 25.000 non conferiscono più punti ATP o WTA, ma solo ITF entry points, che vanno a costruire una classifica parallela e in qualche modo “satellite”: chi riuscirà ad averne una buona avrà posti garantiti nei tornei che assegnano punti validi per la classifica principale. Finali e semifinali degli eventi da 25.000 dollari e i turni di qualificazione ai tornei Challenger assegnano sia punti ATP che ITF Entry Points. Un sistema i cui effetti sul lungo periodo sono obiettivamente difficili da prevedere, ma nel breve il sottobosco del tennis internazionale si sta trasformando in una giungla.

I FATTI RECENTI – Hordorff sa, o crede di sapere, perché la riforma sia stata disegnata in modo da separare in modo così netto due mondi da sempre intersecati: secondo il parere del manager tedesco, l’ATP si sarebbe rifiutata di concedere i propri punti agli eventi minori del tour dirimpettaio ma sempre più inviso visto il rifiuto da parte di quest’ultimo di smettere di vendere le proprie statistiche alle agenzie di scommesse, come richiesto dal Panel internazionale istituito qualche tempo fa con l’obiettivo di limitare il fenomeno della corruzione nel tennis; infezione particolarmente acuta negli eventi a basso montepremi, dove una partita venduta tende a rendere (molto) più che una partita vinta.

Nell’executive sommary del documento rilasciato dal Panel nell’aprile 2018, figurava la chiara indicazione di introdurre restrizioni sulle vendite dei dati relativi ai match del circuito ITF (15K e 25K). I fatti dicono che questa indicazione non è stata recepita da ITF.

Di seguito il contenuto del post di Dirk Hordorff:

Il CEO di ATP Chris Kermode ha detto chiaramente durante l’ATP Tournament Meeting: ‘l’ATP non intendeva smettere di assegnare punti ai tornei del Transition Tour, ex tornei Futures. L’unica condizione per continuare a farlo era che che ITF non vendesse i dati delle partite alle agenzie di scommesse così come l’Independent Panel (finanziato dagli stessi organi di governance del tennis per la cifra di 20 milioni di sterline, ndr) ha suggerito. L’ITF ha deciso di vendere i dati e di non avere punti ATP in questi tornei“.

Un commento duro e al limite provocatorio, sussurrato si sospetta anche con l’intento di stanare la Federazione internazionale sotto attacco. Federazione internazionale che ha reagito subito, se non proprio prontamente: a seguito di un articolo relativo alla vicenda che stiamo trattando recentemente pubblicato sulla nostra pagina inglese, un portavoce di ITF ha contattato Ubitennis per specificare che “non c’è nessuna connessione tra la decisione di non assegnare i punti ATP ai tornei minori e la vendita di dati e statistiche alle agenzie di scommesse, e che, in ogni caso “ITF sta pianificando un incontro con i media internazionali a Miami, poiché sul Transition Tour regna una grandissima confusione“. Orecchie aperte da qui in avanti, dunque: non dovrebbero tardare nuove puntate di questa appassionante querelle.

Aggiornamento 7 febbraio: sollecitato da una richiesta di commento di Ubitennis, un portavoce ATP ha rilasciato una breve dichiarazione concordando con la versione dei fatti dell’ITF. “L’ATP supporta la raccomandazione dell’Independent Review Panel di eliminare la vendita dei dati ai livelli più bassi del tennis professionistico, ma questo non è collegato ai criteri di assegnazione dei punti ATP”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement