Fed Cup: il flop di Biel figlio degli errori di Giorgi e della FIT [AUDIO]

Editoriali del Direttore

Fed Cup: il flop di Biel figlio degli errori di Giorgi e della FIT [AUDIO]

La disastrosa trasferta in Svizzera pone nuovi interrogativi sul futuro del tennis femminile italiano. L’audio-editoriale del direttore

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Giorgi delude, Halep vuole la Fed, la Bielorussia fa paura

Il giorno dopo la netta sconfitta di Biel è tempo di analisi: quale futuro per il tennis italiano che ha raccolto le briciole in Svizzera? La retrocessione nei gruppi zonali ora è un’ipotesi concreta. Il direttore analizza la situazione in questo audio-editoriale alla vigilia del sorteggio dei play-out per restare nel World Group II (martedì 12 febbraio, ore 13.

Questi gli argomenti in sintesi:

1) Fed Cup: perdere ci sta, ma non così.

2) Una vera batosta attenuata da un 3-1 in cui l’unico punto arriva da un doppio giocato sullo 0-3.

3) Vincere a Biel era dura ma Bencic ha lasciato 7 giochi a Errani e 6 a Giorgi, neppure fosse la n.1 del mondo.

4) Nelle ultime 7 sfide di Fed Cup, 5 KO e 2 vittorie (una con Taipei che aveva come miglior giocatrice la n.299 WTA, una a Chieti con la Spagna).

5) I miei dubbi sul futuro e sul potenziale effettivo di Giorgi stanno prendendo sempre più corpo, sebbene a me piaccia (e al contempo mi irriti) moltissimo vederla giocare: ha 28 anni, ha vinto due tornei WTA (‘s-Hertogenbosch 2015 e Linz 2018), ha fatto 4 finali, 2 semifinali, un quarto a Wimbledon annullando lungo il cammino un match point e grazie a quei punti è nelle top 30, sennò non sarebbe neppure lì.

6) Nel match con Golubic, su 102 punti della svizzera 72 errori sono stati di Camila, e con Bencic su 64 vinti da Bencic 43 sono ancora errori di Giorgi.

7) Non si può vincere contro buone giocatrici se due terzi dei punti vinti dalle avversarie sono tuoi errori. Questo succede troppo spesso. È evidente che non è successo quando ha battuto le 9 top-ten. Ma sono fuochi di paglia. Con troppe “prove del nove” fallite all’indomani di un exploit.

8) Il solo aspetto positivo sembra essere stato il migliorato rapporto dei due Giorgi, padre e figlia, con il clan azzurro. Ma per quanto se Camila continua a giocare così? Per quanto tempo prima che papà Giorgi non imputi a un ambiente… malsano (dal suo punto di vista) le sconfitte della figlia?

9) A Sara Errani, dopo 8-9 mesi di break, non si poteva chiedere di più. O quantomeno non quanto si sia chiesto a Giorgi. Ho notato qualche leggero progresso al servizio. La superficie certo non la favoriva. Ma ora però ha cambiali pesanti… ricordate i punti che ha fatto nel torneo da 125.000 dollari di Indian Wells un anno fa? Rischia di scendere da n.123 a 200 o dintorni.

10) Il sorteggio di martedì 12 febbraio: ci toccherà una tra la Gran Bretagna di Konta e Boulter (in casa), l’Olanda di Bertens (sede decisa da sorteggio), oppure Russia o Slovacchia (in trasferta). Dopo quel che è successo in Svizzera come si fa a essere ottimisti?

11) Il vuoto dietro Giorgi e una Errani che è ancora un’incognita. Peggio di quello che la FIT degli anni ’80 fece quando non seppe sfruttare il boom dei 4 moschettieri (4 contemporaneamente in top 32). Andrebbero evitati proclami trionfalistici. Non è la Fed Cup la cartina di tornasole di un movimento tennistico. Ma gli Slam e il ranking: dopo 4 top-ten fatichiamo ad avere una top-30 e poi una top 150.

12) Gli exploit di Romania (soprattutto il doppio vinto dalla n.35 e dalla n.51 sulla n.1 e n.2 del ranking WTA, insieme ai due successi della patriota Halep sulle ceche imbattute dal 2009, anche se mancava Kvitova c’era Pliskova) e Australia con Barty che ha vinto quasi da sola sulle americane.


NB: il direttore ha registrato questo audio quando ancora sembrava che fra le teste di serie ci fosse il Giappone della n.1 del mondo Osaka e non invece, come è poi accaduto, la Gran Bretagna di Johanna Konta, Katie Boulter (e possibilmente anche Heather Watson) che ha superato a Bath la Grecia dopo mille polemiche sollevate dalla Sakkari e non solo.

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