ATP Finals, la proroga è scaduta: solo un miracolo può salvare Torino

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ATP Finals, la proroga è scaduta: solo un miracolo può salvare Torino

Il necessario sostegno economico governativo non si è mai materializzato. I privati e la sindaca Appendino tentano il colpo di coda, ma le speranze sono ridotte al lumicino

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Il Pala Alpitour di Torino (foto palaalpitour.it)
 

Salvo colpi di scena (a questo punto difficilmente immaginabili), la corsa di Torino verso il quinquennio 2021-2025 delle ATP Finals rischia di arenarsi senza gloria. La proroga concessa alle città candidate è ormai scaduta e la FIT ha dovuto comunicare all’ATP che lo stato dell’arte non è cambiato rispetto alla prima scadenza del 15 febbraio: senza l’appoggio governativo, manca la copertura economica. Su Corriere Torino, nella ricostruzione di Giorgia Mecca e Giulia Ricci, una fonte federale spiega: “Si è trattato di una comunicazione doverosa, dato che ormai era scaduta la proroga di dieci giorni e la ATP si aspettava una risposta”.  

Non si tratta ancora di una rinuncia formale – fanno sapere dal palazzo federale – visto che le scadenze non hanno (almeno secondo l’italica interpretazione) carattere vincolante. Un’improvvisa vagonata di soldi a finanziare il progetto potrebbe riaprire la trattativa – si apprende – ma a questo punto bisognerebbe anche chiedersi se le altre contendenti (ricordiamo: Londra, Manchester, Singapore e Tokyo) accetterebbero di buon grado un’ulteriore dilazione dei tempi che sembra cucita su misura per le esigenze di una sola candidata.

Nonostante il forte impegno garantito negli ultimi giorni, i pur importanti attori privati che si sono mobilitati a sostegno dell’evento insieme a Comune, Regione Piemonte e FIT non riusciranno a sostenere un onere complessivo fuori portata senza il sostegno del governo, stimato in circa un’ottantina di milioni a copertura del quinquennio. Con il più che mai chiaro i soldi non ci sono di qualche giorno fa, il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti ha provato a mandare la pallina dall’altra parte del campo (in Parlamento) dove però i tempi per votare una già esistente proposta di legge sarebbero fisiologicamente più lunghi del consentito.

L’ultimo ad arrendersi in questa storia sembra essere il presidente della Camera di Commercio torinese, Vincenzo Ilotte, in queste ore negli Stati Uniti dove si trova guarda caso anche il sottosegretario leghista. “Lo incontrerò domani sera (questa sera, ndr) a Chicago – è la dichiarazione rilasciata all’edizione torinese di Repubblica -, sarà l’occasione per parlargli delle ATP. Sono in contatto con la sindaca. Al momento non mi sembra che ci siano novità”.

Proprio Chiara Appendino, prima cittadina del capoluogo piemontese, sempre secondo Repubblica (qui la rassegna stampa completa) avrebbe addirittura ipotizzato la carta disperata di mettere sul tavolo il proprio mandato per responsabilizzare un governo che dovrebbe esserle amico, almeno per metà. La scelta della sede da parte dell’ATP avverrà a Indian Wells nei giorni del torneo (il 14 marzo). Una dead line così vicina da mettere in evidenza tutti i limiti di una candidatura italiana nata sotto i migliori auspici, ma gestita come peggio non si poteva.

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