I dolori del giovane Tsitsipas: "Potevo far girare il match ma non è successo"

Interviste

I dolori del giovane Tsitsipas: “Potevo far girare il match ma non è successo”

Brutta uscita di scena per Stefanos Tsitsipas, che ammette di soffrire particolarmente il gioco di Auger-Aliassime: “Ho sempre giocato male contro di lui”

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Stefanos Tsitsipas - ATP Metz 2018 (photo Erika Tanaka)
 

È stato un sabato pieno di sorprese ad Indian Wells, ma ha visto protagonista in negativo la Next Gen. De Minaur è caduto contro il carneade statunitense Marcos Giron, un altro prodotto del mondo dei college, mentre Borna Coric ha perso nel derby croato contro l’inossidabile Ivo Karlovic. La sorpresa di giornata è arrivata però senza dubbio dalla partita con l’età più bassa del torneo (38 anni totali), nella quale è maturata la sconfitta di Tsitsipas contro Felix Auger-Aliassime per 6-4 6-2.

Tsitsi, nell’inedito ruolo del veterano, ha sofferto la grande solidità del baby canadese, che nonostante 5 doppi falli è riuscito a dominare e portare a casa l’incontro. Un dominio che si è esplicitato sia nei punti (64 a 45) sia nell’incapacità del greco nello sfruttare le sette palle break che si erano presentate, e che ovviamente ha lasciato strascichi in conferenza stampa.

In merito alle sei palle break non sfruttate nel primo set, Tsitsipas ha ricordato che “c’è stato un momento preciso, in occasione di una delle palle break, in cui ero davanti nello scambio e avevo un dritto, non dico facile, ma normale. Potevo aprirmi il campo ma ho sbagliato il dritto. Sentivo che se l’avessi messo in campo la partita sarebbe potuta cambiare, ma non è successo.

L’energia in campo di Auger-Aliassime non è passata inosservata, e in certi momenti è risultata dura da contenere anche per le giovani leve del tennista greco, che non si è rivelato avaro di complimenti per il gioco dell’avversario. “È molto difficile giocarci contro, ha un ritmo particolare e sembra sempre che stia per colpire molto forte, ma non sai mai quanto forte e quindi ti manda fuori posizione. Ha sicuramente giocato molto bene e si è meritato la vittoria”.

Lo scontro di sabato è stato l’antipasto di una sfida che si riproporrà con continuità nei prossimi anni? A detta delle premesse, sembra proprio di sì. Se per Tsitsipas la vittoria contro Federer all’Australian Open è sembrata la conferma di quanto buono fatto vedere sul cemento nordamericano, Auger-Aliassime si è imposto di recente nella trasferta sudamericana, perdendo la finale dell’ATP di Rio contro Djere (torneo nel quale ha sconfitto Fognini al primo turno) e ancora contro il giocatore serbo ai quarti di San Paolo. Grazie ai due risultati ha raggiunto il suo best ranking di numero 58 del mondo, che lo rende il top 100 più giovane del circuito.

Fino ad ora il greco era sotto 0-2 – entrambe le sfide nel circuito junior – contro il tennista di Montrèal, e Tsitsipas si è soffermato proprio sulla prospettiva di un rematch: “Ho sempre giocato male contro di lui, è uno di quei avversari che soffro particolarmente e in futuro dovrò trovare soluzioni per affrontarlo, non voglio continuare a perderci. Continuerò a lavorarci su e sarò più affamato la prossima volta”.

Il greco ha ravvisato anche uno scarso feeling con la palla – “mi sembrano un po’ fuori controllo” – e più in generale con l’alto rimbalzo dei campi di Indian Wells. Come suo solito, si è anche un po’ lasciato andare davanti ai giornalisti, raccontando della sua condizione mentale. “Non ho la mente fresca al momento, sento di averne abbastanza del tennis ma non vuol dire nulla. […] Diciamo che a forza di fare la stessa cosa più volte la tua mente si stanca e non sei più concentrato come prima. E sfortunatamente è avvenuto. Penso che prendermi delle piccole pause prima di Miami aiuterà, ma sono deluso, ci tenevo a fare bene qua. È un bel posto dove giocare”.

Uno Tsitsipas insomma deluso e più scarico del solito, con una stanchezza mentale che gli è stata di ostacolo nel portare a casa il match. Una forza mentale che conta di recuperare a breve,Forse disconnettendomi un attimo dal tennis e facendo altro, senza nemmeno guardare le partite.”, soprattutto facendo leva su tutti gli interessi fuori dal campo (molteplici), dai social alla fotografia.  

Le idee sono chiare e condivisibili sull’approccio da utilizzare. “A volte, al nostro livello e in altri lavori, quando fai una cosa con tanta concentrazione ed intensità la mente non riesce più a stargli dietro. Non puoi fare la stessa cosa di continuo”. Non manca una inevitabile punta di ammirazione per i ‘soliti’ tre: “ed è per questo che ammiro giocatori come Djokovic, Federer e Nadal. Sono così continui in quello che fanno. Non saprei, forse rimescolare un po’ le proprie cose da fare è l’unica soluzione”.

Non c’è da aspettarsi però uno Tsitsipas remissivo per Miami, dove è pronto per tornare dare battaglia. Magari approfittando proprio di questi giorni di riposo.

Giorgio Di Maio

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