In una tranquilla serata davanti al suo computer portatile, Mr. Smith decide che il momento di vedersi per la prima volta il tennis dal vivo è arrivato. O, almeno, è arrivato il momento di comprare un biglietto per l’anno successivo. Invece di andare a Washington come gli suggerirebbe il proprio cognome, pensa in grande e decide per Indian Wells: Stadium 1, martedì, sessione diurna e serale.
All’approssimarsi dell’apertura dei cancelli e con un occhio alle previsioni meteo, si può affermare che mai scelta si sia rivelata più azzeccata. Complice la pioggia della sera precedente che ha fermato l’ultimo incontro in programma dopo appena un gioco, gli occhi affamati di Jeff (così gli amici chiamano il signor Smith, anche se di nome fa James) vedranno entrare in campo nell’arco di poche ore i portatori di 55 titoli Slam complessivi. Parliamo ovviamente dei Big Three: in ordine di apparizione, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer, con la partecipazione speciale di Stan Wawrinka nel ruolo di The Man.
Per una giornata di terzo turno di un Masters 1000, è un evento certo non unico, ma piuttosto fortunato. Lo sarebbe anche in un evento del Grande Slam, considerando che gli incontri della parte alta e di quella bassa del tabellone si disputano a giorni alterni e solo a Wimbledon gli ottavi sono programmati nello stesso giorno. Una situazione simile si era peraltro verificata proprio in questo torneo nel 2017, quando tra i match degli ottavi di finale figuravano il secondo Fedal dell’anno e un Nole-Kyrgios con Nick che si apprestava a replicare la vittoria in quel di Acapulco. A tal proposito, Mr. Smith, ormai incontenibile e incontentabile, ha avuto l’ardire di inviare un tweet in cui palesava la delusione per la mancanza di una terza sfida tra i due, dandone colpa agli organizzatori del torneo che non hanno saputo attrezzare l’australiano degli stimoli necessari per superare Philipp Kohlschreiber. Perché, sì, bellissimo il tennis di Kohli, ma il pronostico della sua decima sfida con Djokovic appare decisamente chiuso, con l’unica vittoria tedesca che risale al 2009 e una striscia aperta di dodici set vinti dal serbo.
Anche i precedenti fra Nadal e Diego Schwartzman (6-0) danno un’indicazione piuttosto netta, ma non bisogna dimenticare che lo scorso anno il combattivo argentino ha tolto un set a Rafa sia all’Australian Open sia – unico a riuscire nell’impresa – al Roland Garros. L’incontro più atteso, tuttavia, è certamente il derby svizzero che aprirà la sessione serale.
A dispetto delle 21 vittorie di Federer contro le 3 (tutte su terra) di Wawrinka, il tennis e la tenuta atletica del monomane di Losanna convincono ogni giorno di più e, insieme ad un’auspicabile buona giornata del Centenario di 37 anni, concorrono ad alimentare le promesse di scambi spettacolari e ad alta intensità guarniti da chiusure vincenti di potenza e tocco.
Tra variazione e anticipi da parte di quello con 20 Slam, riuscirà Stan a ritagliarsi il tempo per caricare i suoi colpi e spararli carichi di topspin cercando di infastidire il rovescio avversario? Quale versione di Roger regalerà il deserto californiano? Lascerà a casa gli esperimenti più o meno forzati con il servizio? Finirà con The Man che, come dopo la finale di due anni fa, chiama simpaticamente (insomma…) asshole l’avversario? Queste e altre domande affollano la mente di Mr. Smith mentre guarda con insospettato interesse il campo occupato da Garbiñe e Kiki e si mette a contare con crescente entusiasmo anche il numero di Slam delle ragazze: 55 più 12 uguale…