Su-Wei Hsieh è il fattore del Miami Open. Dopo aver battuto la numero uno Osaka, si qualifica per i quarti di finale eliminando una ex numero uno, Caroline Wozniacki, a cui non sono bastati i miglioramenti sul piano atletico per risolvere il rompicapo taiwanese. Adesso la patata bollente passa alla prossima avversara Anett Kontaveit, che ha passeggiato sui resti di una Andreescu esausta.

Da buona esperta di trucchi e nascondimenti qual è, Hsieh si è presentata in campo in veste total black con maglietta griffata Nike – di solito fa di tutto per nascondere il marchio, se ce n’è uno – e gonnellino dello stesso colore, tanto che sulle prime a qualcuno è saltato in mente che avesse finalmente firmato un accordo di sponsorizzazione. E invece no, il gonnellino era come al solito firmato Adidas; semplicemente lo aveva scelto dello stesso identico colore. La solita vecchia Su-Wei, senza un contratto ma con le idee chiarissime su cosa fare in campo. L’asiatica è riuscita a tenere il controllo della partita più o meno sempre, ma si è presa qualche pausa nel corso del secondo set prima di assentarsi completamente durante il tie-break perso senza vincere neanche un punto. Nel terzo gli equilibri avrebbero potuto rovesciarsi definitivamente, ma sarebbe servita una Wozniacki con più energie a disposizione. Hsieh si è invece prontamente risistemata al centro del campo, a correre il giusto e a sfruttare l’inconsistenza delle seconde della danese, e ha vinto con l’autorità che solo pochi mesi fa sarebbe stato impossibile attribuirle. Tricky e imprevedibile, certo, ma ormai – e almeno per il momento – anche una tennista vera.

Definizione che troppe critiche ingenerose hanno allontanato da un’altra legittima tenutaria, Simona Halep, che sta cercando di mettersi alle spalle le difficoltà di inizio stagione e qui a Miami, seguita dal nuovo allenatore Daniel Dobre, va in crescendo. Demerito anche di Venus Williams, decisamente a corto di soluzioni, che le ha lasciato strada senza opporre una gran resistenza. In termini di game realizzati – sei – la stessa che ha saputo mettere in campo Garcia contro Kvitova, che si prepara nel migliore dei modi alla terza sfida stagionale contro l’australiana Barty, che ha rimontato bene Bertens. I primi due incroci hanno sorriso alla giocatrice ceca, che qui a Miami lotta anche per un altro traguardo: la conquista della prima posizione in classifica. Tanto a Kvitova quanto ad Halep, l’altra giocatrice in corsa, serve la finale per superare Kvitova, ma qualora dovessero raggiungerla entrambe l’atto conclusivo del Miami Open si trasformerebbe anche in una sfida valida ad assegnare la leadership.

Proprio sulla strada di Halep, nella parte bassa del tabellone, prende forma l’inedito derby ceco tra Karolina Pliskova e Marketa Vondrousova. L’ex numero uno è riuscita a battere per la quarta volta in altrettante sfide Yulia Putintseva, ma contro la kazaka c’è sempre un rompicapo da risolvere: mettendo a segno appena il 50 percento di prime Pliskova si lascia sfuggire il primo set, senza però perdere la calma nell’impostare la rimonta fino al combattutissimo parziale decisivo in cui piazza il break che vale la partita sul 5-5. Vondrousova (59 ATP) continua a mostrare segnali di ottima forma in questo Sunshine Double: il successo su Tatiana Maria – che la segue nel ranking di appena tre posizioni – arriva di regolarità, sfruttando il non eccellente rendimento della tedesca quando deve comandare il gioco.

Risultati:

[12] A. Barty b. [7] K. Bertens 4-6 6-3 6-2
[3] P. Kvitova b. [19] C. Garcia 6-3 6-3
[21] A. Kontaveit b. B. Andreescu 6-1 2-0
[27] S-W. Hsieh b. [13] C. Wozniacki 6-3 6-7(0) 6-2
[2] S. Halep b. V. Williams 6-3 6-3
[5] Ka. Pliskova b. Y. Putintseva 2-6 6-3 7-5
M. Vondrousova b. T. Maria 6-4 6-3
[18] Q. Wang b. Y. Wang 7-5 6-4

Il tabellone completo