Isner: "Roger era dappertutto. Ho sentito dolore fin dal primo set"

Interviste

Isner: “Roger era dappertutto. Ho sentito dolore fin dal primo set”

Lo statunitense si rammarica per l’infortunio: “Non che avrei vinto, ma almeno avrei potuto rendere la partita più interessante”. John mantiene di un soffio il posto in top 10

Pubblicato

il

 

101, 38 e 1000. Quando arrivi a 101 titoli ATP a 38 anni e soprattutto così, spazzando via un top 10 “casalingo” e sempre ostico come Isner nel Masters 1000 di Miami, c’è poco da fare se non alzarsi in piedi ed applaudire. Bisogna però riservare uno spazio anche allo sconfitto della serata, “Long John” Isner, che dopo essere stato surclassato nel primo set, è caduto vittima di un infortunio al piede che lo ha pesantemente limitato nella parte finale del secondo set.

L’infortunio è stato, suo malgrado, l’argomento principale della conferenza stampa di Isner. Uno sviluppo normale, considerando che dalla seconda metà dell’ultimo set il gigante americano è sembrato progressivamente più in difficoltà. Un dolore tale da costringerlo a chiamare un medical time-out e poi finire il turno di servizio immobilizzato dall’infortunio e quasi in lacrime: “Non saprei, in un momento non specifico del primo set ho sentito un dolore al collo del piede, e non è mai andato via. Anzi, è peggiorato. Isner stesso però, con grande sportività, non ha voluto utilizzare l’alibi dell’infortunio per giustificare la sconfitta. “È tremendo giocare in questa bellissima atmosfera, e sentire il dolore del piede che ti tormenta. Non che avrei vinto, in ogni caso, mettiamolo in chiaro, ma almeno avrei potuto rendere la partita più interessante e divertente”.

Traspare una certa arrendevolezza dal tono dell’intera conferenza, e non potrebbe che essere così. Isner non è mai stato realmente in partita, se non in parte nel secondo set, e non ha mai dato l’impressione di poter difendere il titolo conquistato l’anno scorso. Roger era semplicemente troppo forte. Nei primi cinque game stavo bene, senza problemi. E lui era dappertutto. Ha sofferto un Federer pressoché perfetto al servizio (32 su 35 punti totali), mentre il suo servizio non è stato efficiente come al solito, merito soprattutto di Federer, che l’ha tenuto al 59% di punti vinti con la prima di servizio (contro la media di carriera del 79%) rispondendo a due spanne dalla riga di fondo.

Proprio Isner ha provato a spiegare la strategia usata da Federer, capace di limitare così tanto l’efficacia del suo colpo principale. “Si, lo fanno diversi giocatori. Lui però lo fa in una maniera leggermente diversa, in un certo senso te la “blocca” indietro. Invece Djokovic, quando è concentrato, ti rimanda la palla indietro con violenza, non blocca la risposta più di tanto. Roger era anche vicino alla linea, ha risposto bene e velocemente al mio servizio. È su un altro livello.

Federer con questa vittoria ha interrotto la striscia di 33 vincitori diversi tra ATP e WTA nel 2019; quando sei incudine statti, dice il proverbio, e John non ha potuto fare altro che dispensare complimenti al suo avversario. “È giusto così, uno dei più grandi nella storia del nostro gioco, sia tra i giocatori in attività che considerando quelli di tutti i tempi”. La sconfitta resta una brutta botta per il tennista statunitense, che però ha dimostrato di saper elevare il livello di gioco in occasione del torneo più importante del suo 2019, quello che avrebbe potuto costargli l’uscita dalla top 10. Perdendo ‘solo’ 400 punti John è retrocesso di una posizione, ed è adesso numero 10 del mondo con 70 punti di margine su Cilic e poco meno di 300 punti su Khachanov. Insomma, lo statunitense dovrà difendere il suo posto tra i migliori dieci del mondo del mondo con i denti anche sulla terra battuta, superficie che certo non ama.

Per adesso l’obiettivo è completare la transizione senza acciacchi, dopo aver appurato l’entità dell’infortunio al piede che durante il medical time-out gli aveva addirittura fatto sospettare – confidandolo al suo angolo – di esserselo rotto. “Non pensavo lo avessero sentito, ma è così che sentivo. Ora, invece, non ne ho idea. Non ho mai avuto un piede rotto, ma immagino che il dolore sia simile a questo”. Da programma, Isner dovrebbe tornare in campo a Houston tra una settimana per poi fermarsi tre settimane – saltando anche Montecarlo – e rientrare per il trittico Madrid-Roma Parigi. Non è detto però che l’infortunio non modifichi i suoi piani.

In conclusione, un pensiero per il pubblico dell’Hard Rock Stadium e in generale per l’organizzazione del nuovo Miami Open. L’atmosfera oggi è stata talmente fantastica, con tutta la parte superiore dello stadio piena. Ho pensato fosse fantastico. (dice poi sul torneo, ndr) Penso che i giocatori si siano divertiti, c’è un sacco di spazio. Penso pure i tifosi. È stato semplicemente fantastico”. Con un ultimo sguardo amaro verso quello che sarebbe potuto essere. Rimpiango solo non avergli potuto dare una partita migliore oggi.

Giorgio Di Maio

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement