La maturità di Ashleigh Barty - Pagina 3 di 5

Al femminile

La maturità di Ashleigh Barty

A Miami la giovane tennista australiana ha raggiunto un doppio traguardo: la vittoria nel torneo e l’ingresso in Top 10

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Ashleigh Barty - Miami 2019 (foto via Twitter, @WTA)
 

3. Le caratteristiche tecniche
Di base, penso non ci sia una sostanziale differenza tecnica tra la Barty degli esordi e quella del suo ritorno ad alti livelli nel 2017; e nemmeno con la giocatrice capace di vincere Miami. Però, come logico, con il crescere dell’età e con la maturazione fisica, le sue doti si sono affinate e migliorate. In più nell’ultimo periodo è anche riuscita a limitare i (pochi) punti deboli: partendo dallo stesso repertorio, ha in parte modificato le scelte tattiche e i tempi di gioco.

Per un osservatore estemporaneo il colpo di Ashleigh che inizialmente si fa notare di più è il dritto, che produce una palla “pesante” con più topspin della media, di stampo quasi maschile. In questo Barty è davvero l’erede di Samantha Stosur, che sul dritto molto carico di spin (oltre che sul servizio in kick) ha costruito la carriera. Un colpo giocato con grande sicurezza, forse perfino troppa. Lo dico perché in qualche situazione ho come l’impressione che alcuni errori arrivino perché Ashleigh dà quasi per scontata la perfetta esecuzione del dritto, finendo per sbagliare per mancanza di concentrazione.

Ma a lungo andare ciò che sorprende di più della Barty attuale, e che è sicuramente cresciuto nel tempo, è il servizio. Sorprende perché oggi nessuna tennista della sua statura (1,66 per la scheda WTA) può vantare una palla di inizio gioco di pari livello. La battuta non è solo potente, ma è anche molto varia: kick, slice, direzioni centrali, al corpo o a uscire, non manca nulla nel repertorio. E quando comincia ad aggiustare il mirino, è capace di sfornare ace a ripetizione (specie verso la T centrale). Ricordo che in questo momento Barty è la quinta del circuito per numero di ace stagionali, e che nel 2018 aveva concluso al quarto posto, superata solo da Goerges, Pliskova e Bertens.

Prima di ragionare sul rovescio, che merita una analisi più approfondita, è da sottolineare la notevole completezza di repertorio. Sicura nei colpi di volo (e non è sempre così automatico anche per una forte doppista) sa costruire soluzioni di gioco estremamente varie sulla verticale, tanto che può permettersi il serve&volley, ma perfino il chip&charge. E lo può fare visto che, da doppista, esegue con naturalezza anche le risposte bloccate, usando il backspin sia di rovescio che di dritto. Sempre in questo quadro vanno ricordate le smorzate, e in generale una facilità di gestione della palla in ogni parte del campo quando è richiesta la sensibilità di mano.

Questa completezza tecnica la aiuta anche a difendere molto bene, con i chop (a volte in scivolata anche sul cemento) così come con i recuperi in lob. E visto che non le manca il tocco, spesso i suoi pallonetti atterrano a pochi centimetri dalla riga di fondo. Se occorre, Barty può affrontare interi scambi sulla difensiva. Quando l’avversaria riesce a prendere il controllo dello scambio, Ashleigh è in grado di rincorrere la palla in giro per il campo, rimandando quasi tutto; in sostanza possiede la capacità di far eseguire il classico “colpo in più”, tipico di chi è molto forte nel contenimento.

A mio avviso l’ulteriore salto di qualità che ha compiuto nell’ultimo periodo è legato a tre progressi; due tecnici e uno mentale. Il primo progresso tecnico è il miglioramento nella esecuzione dei colpi in controbalzo. Significa la capacità di accorciare i tempi di gioco, attraverso frequenti ingressi dentro il campo per attaccare le parabole meno profonde, colpendole appena possibile (specie dalla parte del dritto).
Si tratta in sostanza di un aumento di aggressività che è frutto di un perfezionamento fisico-tecnico; più sicura nell’esecuzione, ma anche più reattiva in termini di mobilità, attacca la palla on the rise e spesso produce il vincente. Inutile dire che quando si colpisce in questo modo, di solito non è nemmeno necessario spingere a tutta per riuscire a chiudere lo scambio, semplicemente perché il notevole anticipo toglie all’avversaria il tempo di organizzare una replica.

Anche grazie a questa ulteriore dote, Barty è diventata una tennista sempre più a tutto campo, in grado di proporre tattiche differenti: a volte più basate sulla difesa, altre volte sul controllo del gioco e l’aggressività. Una duttilità che è diventata una risorsa preziosa per potersi misurare alla pari con quasi tutte le tipologie di giocatrici.

Il secondo progresso tecnico è legato alla gestione del rovescio, frutto di una evoluzione piuttosto interessante.

a pagina 4: L’evoluzione del rovescio di Ashleigh Barty

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