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Anisimova spensierata e ambiziosa: “Questo è solo l’inizio”
La diciassettenne statunitense diventa la 18esima vincitrice diversa in altrettanti tornei. Il suo primo titolo è però solo un punto di partenza

Il successo di Amanda Anisimova al Claro Open di Bogotà è importante sotto molteplici aspetti. Intanto per la giocatrice stessa, che a 17 anni si vede catapultata alla posizione numero 54 del ranking WTA e forte di un precoce titolo in bacheca, ma anche per il circuito WTA che si sfrega le mani vedendo la crescita e i buonissimi risultati delle sue nuove leve. Anisimova diventa inoltre la diciottesima vincitrice diversa in altrettanti tornei e conferma dunque lo straordinario equilibrio che attualmente regna nel tennis femminile.
La stessa Anisimova ha riconosciuto l’importanza di questo suo successo. “Penso che sia una grande cosa e un grande traguardo perché ho superato così tante sfide questa settimana. Sono molto felice e orgogliosa di me stessa per come le ho affrontate e vincere questo titolo significa così tanto per me“.
Prima di sollevare il trofeo in effetti la 17enne statunitense ha dovuto giocare ben quattro match al terzo set, inclusa la finale vinta in rimonta contro l’altrettanto sorprendente Astra Sharma. “Non penso di aver giocato così tanti match al terzo set in una sola settimana e in molti di questi sono stata sotto di un set. Certamente ha aiutato molto la mia tenuta mentale e mi sento molto bene mentalmente dopo aver superato tutte queste partite“.
Ora la mira si sposta verso il resto della stagione su terra, che Anisimova approccia con entusiasmo e tanta fiducia. Nonostante nel 2018 sia stata costretta a saltare l’intera parentesi sul rosso per un infortunio al piede, la giovane Amanda non sembra preoccupata, anzi. “Ho giocato molto sulla terra durante la mia carriera junior e molto anche in Sud America. Mi sentivo in fiducia anche se non sono stato in grado di giocare la stagione sul rosso lo scorso anno per l’infortunio. Sono molto emozionata di giocare di nuovo sulla terra, perché è la mia superficie preferita. Questo titolo mi dà grande carica in vista dell’Europa“.
La mentalità vincente vuole che ogni successo non sia un punto di arrivo, ma anzi un trampolino per poi puntare sempre più in alto. Anisimova lo sa bene o forse lo sa la spensierata incoscienza dei suoi diciassette anni. “Questo è solo l’inizio. Sono contenta di essere in salute quest’anno e non vedo l’ora di giocare a Parigi“.
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Sara Errani: “Dedico questa vittoria a mia nonna, venuta a mancare nella notte. Da un lato non vorrei essere qui”
Le parole dell’azzurra dopo la vittoria su Teichmann, con il pensiero alla nonna deceduta

La vittoria di Sara Errani di oggi al Roland Garros è speciale. E non solo perché ha ritrovato un trionfo in un main draw Major dopo più di due anni, ma per la persona a cui l’ha dedicata. La scorsa notte, infatti, come raccontato da Sarita nella conferenza post gara, è venuta a mancare sua nonna. E questo chiarisce anche le lacrime e il bacio verso il cielo sul punto che le ha regalato il 6-2 al terzo.
D: “Complimenti per la vittoria. Ti mancava un success lottato, una partita difficile. Hai perso il primo, eri sotto di un break nel secondo“
Errani: “Sì partita difficile, oggi è stata una giornata difficile. Stanotte è venuta a mancare mia nonna, mi sono svegliata con questa notizia. Purtroppo è stata una giornata complicata fin da stamattina, però sono riuscita comunque ad entrare, a lottare, star lì…e alla fine l’ho portata a casa, non so neanch’io bene come. Mia nonna guardava tutte le mie partite, ovviamente questa vittoria è per lei. É difficile essere lontano da casa quando succedono queste cose, lontano dai miei, da mia mamma. Mi dispiace da un lato esser qua“
Vanni Gibertini (Ubitennis): “Sono anche partite come questa che ti danno la spinta, la convinzione di continuare. Quando non hai niente da dimostrare puoi prendere le decisioni che vuoi. Sono queste le partite per cui alla fine dici ‘domani ci si alza di nuovo, ci si allena di nuovo’?“
Errani: “No, per me sono un po’ tutte, non ho una che dici “per questa”. Anche al primo turno di un torneo da 60000 io ci metto la stessa voglia che in un primo turno di uno Slam. Non sono quelle. Ovvio che non mi mancherà ancora tanto, però mi piace. Ho ottenuto la soddisfazione che volevo quando sono riuscita a rientrare nelle prime 100, erano anni che ero lì fuori e non riuscivo mai a rientrarci. Quindi dopo quasi quattro anni rientrare tra le prime 100 è stata proprio una mia soddisfazione. Era quasi diventata una sfida personale, riuscirci mi ha un po’ tolto un peso. Adesso gioco sicuramente un pochino più tranquilla, e prendo quello che viene. Ovvio che quando entro in campo do tutto, però son cosciente che sono agli sgoccioli. Quindi ci metto tutto come sempre ma perché amo il tennis, perché mi piace giocare, lottare, e quindi provo con tutte le mie forze“
D: “Una volta finito col tennis giocato, vorresti comunque rimanere nell’ambito del tennis sotto altri aspetti?“
Errani: “Anni fa pensavo di no. Invece adesso penso di sì. Ogni tanto mi piace anche guardare altri ragazzi che giocano, se posso aiutare e dare consigli mi piace, mi piace guardare dove possono migliorare. É una cosa che fa un allenatore, ed è quindi una cosa che mi piace abbastanza. Poi vedremo cosa farò, non lo so ancora. Sicuramente il tennis farà sempre parte della mia vita, è uno sport che mi piace da morire. Quindi mi piace anche guardarlo, vado a vedere il figlio del mio allenatore ai tornei ed impazzisco, mi piace tantissimo guardarlo, star lì, cercare di capire cosa potrebbe fare e cosa no“
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Il commento di Ubaldo: “5 su 5 per l’Italia nella prima giornata”
Il direttore commenta l’eccellente giornata inaugurale per il tennis italiano con le vittorie di Arnaldi, Musetti, Sonego, Giorgi ed Errani
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Matteo Arnaldi dopo la prima vittoria slam: “il mio livello può essere vicino a quello dei migliori”
Dopo il primo successo in uno slam, il giovane sanremese si guarda indietro: “Il sunshine double è stato la svolta”

Matteo Arnaldi ha ottenuto oggi, nella giornata inaugurale del Roland Garros 2023, la sua prima vittoria nel tabellone principale di uno slam, ai danni di Daniel Elahi Galan.
Un match che era iniziato male (6-2 il primo set a favore del colombiano), ma le cui sorti si sono poi rovesciate a partire dal secondo parziale. “Ero partito un po’ teso-ha detto il sanremese-essendo la prima volta che giocavo in un main draw slam. Ma le esperienze dell’ultimo periodo mi hanno aiutato a restare tranquillo, e sapevo che alla distanza sarei potuto entrare in partita.” Esperienze che, dice Arnaldi, “mi hanno aiutato a prepararmi per oggi. La prima vittoria ATP a Barcellona, il successo con Ruud a Madrid, la prima partita vinta a Roma sono frutto del lavoro mio e del mio team negli ultimi due anni. Dedico questa vittoria a tutti noi. È un periodo buono, per via delle esperienze di tante prime volte che mi permettono di essere più tranquillo in partite come quella di oggi.”
Un successo che sa anche di rivincita, arrivato contro quel Galan che l’aveva estromesso dalle qualificazioni dello scorso US Open, prima di battere Stefanos Tsitsipas nel tabellone principale. “Erano due superfici diverse, e questo ha fatto la differenza. Oggi sono entrato con le idee più chiare. Il mio livello era molto simile a quello di oggi, ma la differenza è che i match bisogna vincerli, ed è quello che sto facendo ora. Questa è la cosa che reputo più importante.” Alla domanda del nostro Vanni Gibertini sulle condizioni di gioco poco clementi a causa del caldo e del vento, Arnaldi ha effettivamente confermato che “più che altro c’è stato un po’ di vento. Non è stato semplice neppure avere una partita di fianco, una condizione nuova per me.”
Ma qual è stato il punto di svolta di questa stagione? “Quando ho giocato a Doha, Dubai, Indian Wells e Miami. Sono state le esperienze a livello ATP che mi permettono di scendere in campo, ora, con più tranquillità. Sto imparando a conoscere il livello dei più grandi, come Medvedev, come Ruud. Inizio a capire che il mio livello può essere vicino al loro.”