Thiem all'ennesima potenza, è suo il titolo a Barcellona

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Thiem all’ennesima potenza, è suo il titolo a Barcellona

L’austriaco vince 12 degli ultimi 13 giochi contro Daniil Medvedev in una finale che delude le aspettative. Ma l’austriaco si propone come grande protagonista anche a maggio

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Dal nostro inviato a Barcellona, Federico Bertelli

[3] D. Thiem b. [7] D. Medvedev 6-4 6-0

Il tabellone completo del torneo

Le aspettative erano buone, ma purtroppo la finale è durata circa un quarto d’ora; dal 3-0 Medvedev del primo set, parziale di 12 giochi a 1 in favore di Thiem che porta a casa il match con tanto di bagel finale. Saranno solo 5 i punti per il russo nel secondo set, che per la seconda volta dopo Montecarlo, dove aveva subito un parziale di dieci giochi a zero da lajovic, prende un’imbarcata pazzesca. L’unica buona notizia oggi per il russo è che con i 300 punti della semifinale scavalca Kachanov e ritocca il suo best ranking salendo al 13° posto del ranking mondiale.

Dopo che gli ultimi due vincitori del torneo – Nadal e Nishikori – sono stati detronizzati in semifinale, oggi il torneo iscrive nell’albo d’oro un nuovo nome. Entrambi si affiancherebbero a connazionali illustri come Munster e Safin. La partita si preannunciava intrigante: da un lato uno dei migliori specialisti della superfice del circuito; dall’altro lato il tennista con il maggiore numero di vittorie incamerate in stagione, ad oggi 25. Il russo è alla sua prima partecipazione e fino ad oggi l’occasione era stato a Barcellona… solo per assistere alle nozze del suo compatriota e coetaneo Kachanov. Il russo sta trovando la stabilità emotiva che gli mancava – si pensi all’episodio di Wimbledon 2017, quando lascio cadere qualche moneta sotto il giudice di sedia o i battibecchi più recenti con Tsitsipas – al punto da apparire quasi una macchina sul campo da tennis, tanto è degna di nota la consistenza del suo gioco. Come contro Lajovic a Montecarlo, però, il meccanismo oggi si incepperà. Chissà se Daniil, che ha comunque giocato un gran tennis qui in Catalogna, avrebbe potuto immaginare di arrivare in finale al debutto.

L’unico precedente fra i due risale al 2018 a San Pietroburgo su veloce indoor; quel confronto se lo aggiudicò Thiem, un risultato tuttavia poco indicativo viste le condizioni così differenti rispetto a quelle odierne. In carriera le performance su terra del russo parlano invece di un bilancio di 10 partite vinte e 12 perse, statistica che però da quando è cominciata la collaborazione con Igoor Andreev è migliorata sensibilmente. Thiem invece vanta il quarto miglior record su terra con una percentuale di vittorie sulla superficie seconda solo a Nadal, Federer, e Djokovic. Per dare un’idea della qualità delle semifinali di Barcelona quest’anno, evidenziamo come fossero rimasti in gioco il primo, il quarto e il quinto (Nishikori) specialista della superficie per percentuale di partite vinte, e un Medvedev che quest’anno vantaa, prima della finale di oggi, un record di 9-1 sul mattone tritato.

LA PARTITA – Ma veniamo al match. In avvio Medvedev è più propositivo, cerca anche la via della rete e prende il controllo delle operazioni da fondo campo, soprattutto sulla diagonale di rovescio, sulla quale Thiem viene inzialmente dominato; si va così subito 3-0 per il russo. Thiem però è abile nel trovare i necessari aggiustamenti, in particolare con lo slice di rovescio, che dopo qualche minuto di riscaldamento per trovare la misura del colpo comincia a diventare un fattore importante. L’austriaco comincia a fare un uso massiccio della rotazione per congelare la diagonale di rovescio in attesa di trovare lo spunto giusto. Il russo dal canto suo no riesce a trovare contromisure a questa situazione di gioco, in quanto con il rovescio non è in grado di attaccare in maniera decisa le palle senza peso proposte dal suo rivale. La situazione si ribalta quindi con Thiem che trova un parziale di cinque giochi consecutivi e col servizio va a chiudere il primo parziale.

Medvedev cerca di trovare soluzioni alternative con attacchi in controtempo ma gli esiti sono altalenanti. Si arriva così al secondo parziale con il russo che inizia con due game di servizio orribili e regala subito il doppio break all’austriaco. Sul 5-4 Medvedev chiama il fisioterapista per un problema alla spalla; onestamente non si capisce quanto stia realmente influendo il fastidio e quanto invece sia la frustrazione di non trovare risposte adeguate alla trama tattica proposta dal suo rivale, che oggi sta accettando di impostare la partita più sulle difficoltà del rivale, a differenza di quanto fatto vedere ieri. Contro Nadal uno schema simile sarebbe stato suicida data l’abilità del maiorchino di girare intorno al rovescio e rilasciare il suo miglior colpo, il diritto a sventaglio. Oggi però, la soluzione paga dividendi enormi.

In un certo senso il Daniil di oggi ricorda il primo Murray, che proponeva senza troppa efficacia soluzioni col diritto anomalo. Il secondo set scivola via così senza storie e Thiem può così iscrivere il suo nome all’albo d’oro sulle note della famosa Barcelona di Freddy Mercury e Montserrat Caballe. Si chiude così anche questa tappa di avvicinamento al Roland Garros, un torneo che per la storia e per il quadro dei partecipanti si pone al vertice degli ATP 500, e che quest’anno ha ricevuto anche il media service award, riconoscimento effettivamente meritato vista il supporto di grande valore che offre ai giornalisti che scelgono di seguire il torneo sul posto.

Di seguito le dichiarazioni di Thiem a caldo rilasciate alla televisione spagnola: “All’inizio ero in difficoltà, lui non sbagliava niente. Però quando ho cominciato a giocare lo slice le cose sono cambiate, era l’unico modo per giocare contro il russo. Non è stato facile, dovevo poi cercare di mettere in gioco il diritto, e viste le condizioni di gioco non era facile chiudere il punto. È veramente un onore vincere qua e aggiungere il mio nome nell’albo d’oro accanto a quelli di Muster e Nadal”. 


LE PAROLE DI DOMINIC –Ho visto molti match di Daniil e ho ricordato che a San Pietroburgo lo slice gli aveva dato fastidio e ho provato a usarlo per farlo uscire dalla comfort zone. Vincere questo titolo significa parecchio per me, vista la tradizione che si porta dietro, sono il secondo austriaco dopo Muster che ha vinto qua due volte. Inoltre è il mio titolo più prestigioso sulla terra. Per i prossimi eventi, devo dire che vittorie come questa danno molta fiducia. Staremo a vedere, avrò bisogno di allenarmi e abituarmi alle condizioni. Parigi è ancora lontana, io sono contento. Qua a Barcelona c’è una tradizione per cui il vincitore si tuffa nella piscina del club e fortunatamente era riscaldata (ridendo, oggi faceva freddo, ndr) ed ero felicissimo di potermi tuffare, farlo era un sogno per me e si è realizzato. Dopo questo titolo non cambio la mia opinione per cui Rafa è sempre il favorito per ogni evento sulla terra. Per quanto mi riguarda ho giocato molto bene negli ultimi anni, ma adesso penso a Madrid dove ho giocato bene e raggiunto la finale lo scorso anno. Essere top 4 nel tabellone del Roland Garros sarebbe comodo per evitare i giocatori più forti“.

LE PAROLE DI DANIIL “La spalla è ok, sul 5-3 ha cominciato a fare male e poi dopo l’intervento del fisioterapista il problema è rientrato. Dominic ha cambiato modo di giocare a metà primo set e io non sono riuscito ad adattarmi e poi ho cominciato a sbagliare troppo. Tatticamente lui ha fatto tutto quello che doveva, con lo slice mi teneva a bada e poi è stato bravo a prendere il controllo del punto. È vero che ha cominciato a usare molto lo slice, io mi sentivo in fiducia con il rovescio ma non riuscivo a fargli male. Come giustamente suggerite – ed è la stessa cosa che mi ha detto Igor – forse era il caso di girare attorno al rovescio e usare il diritto anomalo. Per quanto riguarda la collaborazione con Igor è un tentativo. Non c’è una cosa in particolare, lui mi dice il suo punto di vista e io provo a metterlo in pratica. Comunque adesso mi sento a mio agio anche sulla terra battuta e penso di poter fare buoni risultati anche su questa superficie”.

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