Berrettini: "Oggi più sicuro. Chi vorrei evitare su terra? Quel mancino spagnolo"

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Berrettini: “Oggi più sicuro. Chi vorrei evitare su terra? Quel mancino spagnolo”

ROMA – Berrettini raggiante dopo il successo su Zverev a Roma: “Dire che avevo la voglia di vincere è banale. Ogni boato era un brivido. E non ho pensato di non avere nulla da perdere”. Intanto Sascha spiega i motivi della crisi di risultati

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Matteo Berrettini - Roma 2019 (foto Felice Calabrò)
 

Dopo la grande accoglienza che la sala stampa ha riservato ieri a Sinner, con tanto di applausi da parte dei giornalisti italiani, al Foro italico si registra un altro successo di un tennista azzurro, quello di Berrettini, e la sua conferenza post-partita è stata più affollata che mai. La prestazione di Matteo è stata a dir poco caparbia e, come ha specificato lui stesso, il suo punto di forza è stata la concentrazione:Mi sono detto di rimanere lì, di stare attaccato alla partita. C’erano tanti motivi per distrarmi ma sono contento di come sono rimasto concentrato”.

Le motivazioni per fare bene erano tante e una di queste è stata proprio il pubblico di casa:Dire che avevo la voglia di vincere è troppo banale. Ogni volta che sentivo il boato avevo i brividi e volevo vivere il più possibile quei momenti, non nego che fossi teso all’inizio ma mi sono detto che è normale e fa parte di questo sport”. Tuttavia in questi casi sono sempre la famiglia e gli amici a dare lo slancio necessario: “La cosa più bella successa oggi è stata vedere le persone nel mio box in lacrime al termine della partita. Dimostra che il lavoro e l’impegno hanno pagato, ma avrebbero pagato anche se avessi perso perché comunque mi sento migliorato”.

Zverev e Berrettini si erano sfidati anche nel 2018, e quando a Matteo viene chiesto quali siano le differenze rispetto allo scorso anno, il numero 33 del mondo ironizza: “Forse ho più barba”. Ma poi torna serio: “Mi sentivo un pizzico meno convinto mentre quest’anno sono entrato in campo con più sicurezza, lo scorso anno invece ho provato principalmente emozione. Oggi non ho pensato di non aver nulla da perdere“. Questo risultato gli dà la certezza di essere testa di serie al Roland Garros e anche lui conferma che “un’occhiata alla classifica la do sempre ma non faccio la programmazione in funzione di dove posso fare più punti“.

C’è poi chi addirittura pensa in grande e gli chiede se ritiene esserci qualcuno, sulla terra, fuori dalla sua portata. Berrettini ci pensa un po’ su e prima afferma spavaldamente di “entrare in campo sempre a testa alta”, ma subito dopo confida: “Se dovessi scegliere uno contro cui non giocare, forse quello spagnolo mancino lo eviterei!”, e si lascia andare ad una risata. “Comunque lo scorso anno a Parigi con Thiem ho giocato una partita molto, molto buona ed ero meno completo di quest’anno, quindi non entro in campo sconfitto contro nessuno“. Poi aggiunge: “Quando ho visto il tabellone e ho trovato Zverev non ero proprio contentissimo, ma dopo uno si concentra e si dà da fare”.

Proprio Zverev invece, che al momento sta vivendo una fase di transizione, nei giorni scorsi ha cercato di dare una spiegazione più approfondita del perché stia passando questo brutto periodo: Sono un giovane ragazzo che sta cercando di crearsi un marchio. Non si tratta neanche di una cosa difficile ma più che altro ti porta via un sacco di tempo e di energie. Devi avere a che fare con tante cose differenti, anche avvocati e tutte le attività manageriali, perché al momento io non ho nessuno e devo fare tutto da solo. Lo scorso anno il motivo per il quale stavo giocando così bene era perché mi concentravo sul tennis e basta. Di tutto il resto se ne occupava un altro. La motivazione principale per cui quest’anno non sto giocando così bene è perché sono ancora giovane e devo capire come fare al meglio tutto ciò”.

Infine, con un pizzico di onestà, riconosce che il prezzo da pagare al momento è alto ma conta di esser ripagato in futuro. “Insomma, siamo onesti, negli ultimi anni stavo giocando a tennis ma vivevo una vita dove altri si prendevano cura di tutto il resto. Ora diciamo che ho preso un po’ il controllo. Si tratta di una esperienza formativa e ritengo che una volta che la superi, ne esci più forte“.

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