Pioggia romana quanto ci costi! A rischio un milione di euro - Pagina 2 di 3

Editoriali del Direttore

Pioggia romana quanto ci costi! A rischio un milione di euro

Record di incassi e di vera affluenza a rischio. Non basta mettere in campo Federer perché il Cielo collabori al rincaro di prezzi già cari. Ma c’è stata un’altra furbata… sfumata. Il tetto chimera

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Per il turno serale, originariamente impostato soltanto su due match, Djokovic-Shapovalov e Kontaveit-Sakkari, nella speranza (risultata poi vana) che Giove Pluvio si calmasse, la FIT ha infatti provveduto a stilare un nuovo programma serale che prevedeva, accanto a quei due match già programmati fin dalla sera prima, altri due match non previsti da disputarsi non prima delle 19,30: sul Grandstand Putintseva-Kvitova, sul Pietrangeli Kohlschreiber-Cecchinato.

In che cosa consisteva la gran furbata? Semplice. Poiché Putintseva-Kvitova e Kohlschreiber-Cecchinato erano match del pomeriggio, se si fossero potuti giocare anche a sera tardi, i possessori dei biglietti del Grandstand e del ground-Pietrangeli, non avrebbero avuto diritto ad alcun rimborso. Erano andati via dopo sette ore di pioggia battente? Peggio per loro! Lo spettacolo di un match per ciascuno dei due campi, più quelli previsti per il centrale alla sera, sarebbe stato garantito – se avesse smesso di piovere nella serata e nella prima parte della notte – e il rischio di dover restituire un milioncino sarebbe scomparso. Machiavellici. Avrebbero semmai dovuto essere rimborsati soltanto i possessori dei biglietti pomeridiani del campo centrale. Biglietti più cari, ma per un numero molto più limitato di persone, perché nei primi giorni del torneo il grosso del pubblico è più fuori dal centrale che dentro.

Il cielo non ha voluto sentire ragioni, ha piovuto anche tutta la sera, e la furbata – secondo me una vera nefandezza che neppure un imprenditore privato ispirato dal mio concittadino Machiavelli dovrebbe mai accingersi a mettere in pratica – non ha avuto alcun seguito. A mio avviso sarebbe stato uno scandalo. Così come ritenni un mezzo scandalo quel che fece il Roland Garros due anni fanobody is perfect –  alla prima edizione del torneo diretta dall’ex campione francese Guy Forget, massacrata dalla pioggia più di tutte le venti edizioni precedenti.

Sebbene la Federazione francese avesse sempre stipulato una assicurazione con una compagnia francese per tutelarsi dal caso di una pioggia che cancellasse un’intera giornata di gioco – e a me non risulta che la federazione italiana abbia stipulato alcun accordo con alcuna compagnia assicurativa (lo si sarebbe saputo, avremmo certamente visto qualche brand di assicurazione ospite al Foro Italico o su Supertennis) – c’era una clausola al Roland Garros che prevedeva il diritto al rimborso del biglietto se si fosse giocato meno di un’ora nell’arco dell’intera giornata.

Ebbene ci fu un match, mi pare che a giocarlo ci fosse Djokovic, che fu cominciato, interrotto e ripreso più volte, anche quando si capiva benissimo che non si sarebbe mai riusciti a portarlo a termine perché il calar delle tenebre lo impediva. Ma il match a singhiozzo fu preso e ripreso finché faticosamente l’organizzazione centrò l’obiettivo: furono giocati 62 minuti e addio rimborsi per tutti. Milioni veri risparmiati. Pubblico furibondo ma impotente. Altrettanto impotenti sarebbero stati i possessori dei biglietti pomeridiani di ground e Grandstand se Putintseva e Kvitova, Kohlscreiber e Cecchinato avessero giocato anche in tarda serata, sia pure davanti a soli quattro gatti irriducibili.

Per la programmazione del Super-Giovedì, con anche i non più giovanissimi Federer, Djokovic e Nadal costretti – se vincitori al loro primo turno – a giocare due partite in un giorno, fra singolari e doppi (eh sì, ci sono anche i doppi) mi pare di aver contato 55 incontri.

I possessori dei biglietti del giovedì non dovrebbero poter entrare prima delle 13, ma mi chiedo come si farà a far uscire i possessori dei biglietti del mercoledì dal Pietrangeli (per esempio) se i due match che si dovrebbero svolgere fra le 10 e le 13 non si fossero conclusi. Di solito 3 ore non bastano per due partite. Come faranno a non accavallarsi gli spettatori del giovedì con quelli del mercoledì? E come si procederà a far uscire da dove si saranno sistemati quelli del mercoledì? Mah, non invidio chi dovrà gestire il tutto e evitare proteste e assembramenti. Ogni match che finisse al terzo set invece di chiudersi in due sarà un colpo al cuore per chi dovrà mettere in campo i match a seguire. Sarà una giornata caotica? Vedremo.

Non è la prima volta che accade, nei tornei non Slam in cui non esiste più il tre su cinque, che diversi giocatori debbano giocare due match nella stessa giornata. Certo la cosa non favorisce i più anziani…e non solo nel giorno stesso in cui devono affrontare due partite invece di una, ma anche all’indomani. I tempi di recupero per un trentaduenne non sono gli stessi di un venticinquenne. Abbiamo visto come fosse spento Tsitsipas rispetto alle normali performances nella finale di Madrid contro Djokovic, dopo che la sera prima aveva lottato fin quasi mezzanotte per aver ragione di Nadal. E era stata una partita sola. Sotto l’aspetto tecnico-sportivo si potrebbero creare situazioni discriminante a favore di un tennista piuttosto che di un altro.

Insomma, in questo caso non sarebbe colpa di nessuno. Il destino. Anche se… anche se… mi chiedo tuttavia: ma perché non si è potuto programmare la partita di Federer, che a Madrid aveva perso già venerdì, o di Nadal che ha perso sabato, già fin dal martedì? Era proprio impossibile imporlo, pretenderlo, quantomeno discuterne?

Ricordo bene, fin da quando dirigevo il ben più piccolo torneo Atp di Firenze, che i tennisti di maggior nome, le teste di serie, premevano sempre per giocare il più tardi possibile. Anche se non sempre finiva loro per convenire. Un giorno di pioggia ed ecco che chi ha richiesto di non giocare prima di mercoledì (non so se qui a Roma ci sia stata esplicita richiesta in tal senso di Federer e Nadal) si ritrova a dover affrontare eventualmente 5 partite in 4 giorni se approda alla finale. Il tennista stesso, specie se non più giovanissimo, dovrebbe capire che può essere meglio cominciare un giorno prima piuttosto che rischiare di dover giocare due partite in un giorno. I tennisti hanno il coltello dalla parte del manico, gli organizzatori non se la sentono quasi mai di scontentarli. Federer ti fa capire che viene solo se non lo fate giocare prima di mercoledì (perché magari loha deciso Mirka…)? E tu allora, prono, lo metti in campo al mercoledì. Che puoi fare altrimenti? Certi tornei sono più forti dei loro protagonisti. Ma sono pochi. Tutti gli Slam, certo, e solo i Masters 1000 più potenti, Indian Wells più degli altri.

Voglio chiudere qui raccontandovi le difficoltà che Ubitennis incontra a Roma e in nessuna altra parte del mondo, in nessun altro torneo.

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