Roland Garros, Djokovic in souplesse: "Una partenza così era quello che ci voleva"

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Roland Garros, Djokovic in souplesse: “Una partenza così era quello che ci voleva”

Agevole vittoria all’esordio per il n. 1 del mondo sul polacco Hurkacz. Djokovic non si nasconde: “Ho la fiducia ed il gioco per vincere di nuovo qui e completare lo Slam”

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Novak Djokovic - Roland Garros 2019 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Praticamente un allenamento agonistico l’esordio del numero 1 del mondo Novak Djokovic al Roland Garros. Il fuoriclasse serbo ha lasciato 8 giochi al 22enne polacco Hubert Hurkacz, dando addirittura la sensazione, a partire dalla fine del secondo set, di provare colpi e schemi in funzione dei prossimi match. Sebbene nel fine partita abbia invece dichiarato di aver approcciato con molta attenzione la sfida, conoscendo bene le potenzialità di Hurkacz. “Mi ero allenato con lui, lo conoscevo, anche se in partita è un’altra cosa. Lui è uno dei migliori Next Gen. Sapevo di dover fare attenzione e mi sono preparato analizzando nei dettagli il suo gioco. Ed ho giocato veramente bene, con la giusta intensità. Sono stato solido in tutti i settori del gioco. Era proprio quello che speravo, iniziare in maniera così convincente queste due settimane.

Djokovic è stato infatti in controllo assoluto dall’inizio, brekkando il suo avversario già nel primo game (“Importante strappargli il servizio subito, mi ha dato tranquillità, mentre per lui sicuramente c’era anche a pressione di giocare sul Centrale”), sino alla fine (ultimo game vinto a zero: “Ho veramente dominato sul mio servizio“) del match, dando quindi l’impressione di aver pienamente recuperato le fatiche romane, di essere in assoluta fiducia e pronto lottare fino all’ultimo per la conquista del suo secondo Roland Garros. E di conseguenza di realizzare nuovamente l’impresa di essere il detentore di tutti e quattro i titoli del Grande Slam.

“Sì, mi sento bene, sono in fiducia. Chiaramente l’obiettivo è ripetere l’impresa di tre anni fa e conquistare tutti e quattro gli Slam. Ci sono riuscito già una volta, perché non posso ripetermi? Credo in me, so di avere il gioco per riuscirci. D’altro canto, l’esperienza di tanti tornei Slam, che durano due settimane, mi dice che devo affrontare le cose con razionalità, gestire bene le energie e i giorni di riposo. Perché la pressione si farà sempre più forte con il passare dei giorni e gli avversari saranno sempre più forti. Bisogna anche considerare che gli anni passano e quindi saper conservare le energie è un aspetto importante.

Ma per capirne un po’ di più servirà un test più probante del n. 44 ATP, oggi veramente mai in partita. Difficile però che lo possa essere il lucky loser svizzero Laaksonen, prossimo avversario del tennista di Belgrado e che Nole ha ammesso di non conoscere: “Sinceramente, credo di averlo visto giocare una volta. Ma ho due giorni per preparami: c’è You Tube, chiederò agli altri giocatori… Sarò pronto“. Conoscendolo, non c’è il minimo dubbio.

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