Roland Garros: Dimitrov elimina Cilic al quinto. Ora sfiderà un Wawrinka tonico

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Roland Garros: Dimitrov elimina Cilic al quinto. Ora sfiderà un Wawrinka tonico

PARIGI – Il campione 2015 appare in forma smagliante. 6-1, 6-4, 6-0 a Garin. Sfiderà un ritrovato Dimitrov, che supera dopo una battaglia di quasi quattro ore e mezza Marin Cilic

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Grigor Dimitrov - Roland Garros 2019 (via Twitter, @rolandgarros)
 

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da Parigi, i nostri inviati

[24] Wawrinka b. Garin 6-1 6-4 6-0

C’era una doppia curiosità nel vedere l’incontro tra lo svizzero di Losanna (che su questi campi non vale di certo l’appellativo di svizzero di riserva…) e il giovane Garin. Per chi non lo conoscesse ancora, il cileno Cristian Garin è numero 37 del mondo, classe 1996 ed è a tutto il 2019 l’unico tennista ad avere vinto almeno due tornei su terra battuta: Houston (d. Ruud) e Monaco (d. Berrettini). Per chi volesse conoscerlo ancora meglio, il cileno è anche stato vincitore dell’edizione juniores del Roland Garros nel 2013 e in quell’anno gareggiava alla pari con il nostro Gianluigi Quinzi nel circuito degli under 18. Poi, i due hanno preso strade e successi diversi.

La prima curiosità era dunque vedere come si sarebbe destreggiato Wawrinka contro cotanto avversario. La seconda era poi valutare le condizioni dello svizzero, ancora non apparso al meglio dal rientro dopo essere stato operato al ginocchio ormai oltre un anno e mezzo fa.

Il campo uno consente a chi vi scrive una visuale ideale dei colpi dei giocatori, e da subito Stan appare avere una cilindrata decisamente superiore a quella del suo avversario. Non che Garin sia gracile: l’allievo di Capdeville appare ben strutturato e piazzato fisicamente per avere solo 23 anni. Ma la meccanica dei colpi di Wawrinka consente a quest’ultimo un maggiore trasferimento del peso del corpo, portandolo in alcuni casi ad impattare in avanzamento e generare colpi a velocità sconosciute ai più.

Garin sa opporre una più che dignitosa resistenza, sia in difesa che con il dritto, tenendo la diagonale del più quotato avversario, ma qualche errore di troppo col rovescio ed alcune esecuzioni pregevoli di “Stan the Man” portano a casa Svizzera due break ed il 6-1 nel primo set.

Stan Wawrinka – Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

Alla ripresa Garin sembra scuotersi. Il linguaggio del corpo appare più propositivo, i suoi autoincitamenti trasudano grinta, fiducia e ben si intonano con il campo n. 1, quella più simile ad una arena tra i campi di Port d’Auteil. Ci pensa allora Wawrinka a smontare a furia di colpi sontuosi la belligeranza ritrovata del suo avversario.

Dal punto di vista tecnico, nei propri turni di servizio Wawrinka tiene saldamente il pallino del gioco, muovendo a piacimento Garin, permettendosi di spingere costantemente in lungolinea. Ma è nei turni di risposta che si nota la maggior esperienza dell’ex numero tre mondiale: se Garin non riesce a prendere l’iniziativa, Wawrinka riesce a fare un passo verso la linea di fondo, e da lì piovono sassi, macigni, montagne sull’avversario, davvero lodevole nell’inseguirli, ma per lo più impotente.

Un doppio fallo ed una volée lunga spalancano davanti a Cristian Garin il baratro, nel quale il cileno cade concedendo il break a Wawrinka. “Pas trop vite!” (“non troppo in fretta”) gridano dagli spalti del numero uno, ma lo svizzero non pare d’accordo. Solo il tempo di steccare una palla fuori dall’impianto (appena cambiate… se fossimo stati al club partita sospesa e squadre di recupero in azione…) e il grido di Stanimal annuncia l’incameramento del secondo set.

Il terzo set si apre con un sontuoso rovescio lungolinea sempre di Wawrinka e con il break che porta Garin a smettere i panni del guerriero latino e a cedere di schianto. Giusto il tempo di passare da “Stan the man” a “Stan the Superman” e aiutare a partita finita un ragazzino in difficoltà mentre viene un po’ schiacciato contro le transenne dello stadio e la testa è al terzo turno.

In conferenza stampa Wawrinka riconosce di essersi aspettato un match difficile: “quando entro in campo mi aspetto sempre degli incontri difficili. Sapevo che stava giocando bene specialmente questi ultimi mesi. Ha vinto molto sulla terra ma sono contento del modo in cui ho giocato. Penso di avere giocato aggressivo e di essermi mosso meglio di ieri.  E alla domanda se pensa che sia stato uno dei migliori match giocati dopo l’intervento alle ginocchia Wawrinka ha commentato: Sì, è stato uno dei migliori match. Un incontro completo. Qui amo le condizioni di gioco, so come si gioca qui. So come mi sono allenato ma bisogna essere pronti per il prossimo”.

Agostino Nigro


G. Dimitrov b. [11] M. Cilic 6-7(4) 6-4 4-6 7-6(2) 6-3

Una sfida tra nobili decaduti, quella tra Marin Cilic e Grigor Dimitrov, ha deciso l’avversario di Wawrinka al terzo turno. Un anno fa erano rispettivamente testa di serie n. 3 e n. 4 qui a Parigi, oggi sono entrambi fuori dalla top ten. Ma se almeno il 30enne tennista di Medjugorje – nonostante un anno finora avaro di soddisfazioni – è comunque ancora n. 11 del seeding e n. 13 del ranking, il bulgaro è scivolato invece ai margini della top 50 (è n. 46). I favori del pronostico erano quindi dalla parte del croato. Ma Dimitrov, in una battaglia di cinque set e quasi quattro ore e mezza che ha entusiasmato il pubblico del Mathieu (“Grande qualità da entrambi le parti” ha dichiarato Cilic, seppur visibilmente deluso, nel dopo partita), ha ribaltato quel pronostico, qualificandosi per la quarta volta ai sedicesimi del Roland Garros. E chissà che queste due vittorie al quinto (anche al primo turno infatti si era imposto su Tipsarevic nel set decisivo) non facciano ritrovare a Grigor la fiducia necessaria per tornare ai vertici della classifica (“Ci voleva un match come questo dopo gli ultimi tre mesi che ho avuto, i problemi alla spalla… Ci voleva una vittoria del genere. Sì, può rappresentare un punto di svolta per la mia stagione” ha risposto ad una nostra domanda al riguardo).

LA PARTITACilic aveva vinto il primo set al tie-break, non prima di essersi complicato la vita – come spesso gli capita – non  sfruttando un set point sul proprio servizio sul 5-4. Nel secondo set la musica cambiava, l’unico ad avere occasioni (sei in tutto, in tre game) per strappare il servizio all’avversario era infatti Dimitrov. Che ci riusciva nel decimo gioco, al terzo set point, chiudendo per 6-4. Cilic aveva ancora un momento di difficoltà al servizio anche nel terzo parziale, annullando una palla break nel secondo gioco, ma poi sfruttava l’unica occasione che gli concedeva Dimitrov. Il croato otteneva il break nel settimo gioco e poi incamerava il parziale senza grosse sofferenze con il punteggio di 6-4.

Si poteva pensare che Dimitrov accusasse il colpo, invece il 28enne di Sofia rimaneva attaccato al match e cambiava l’inerzia del match imponendosi nettamente nel tie-break (7-2) e portando il match al quinto, dove strappava subito il servizio a Cilic. Ma c’era ancora da lottare, perché il croato non era disposto a cedere: troppe cose in ballo per lui, tra le quali la leadership nazionale dato che con questa sconfitta verrà infatti scavalcato da Coric (“Non è un problema, Borna ha fatto una grande stagione e credo che entrambi possiamo fare ancora molto quest’anno” ha glissato, alla nostra domanda al riguardo). Ma Dimitrov era in piena trance agonistica (e più reattivo fisicamente) e i punti più importanti e più lottati erano quasi sempre appannaggio del bulgaro (“Nel quinto set sono un po’ calato, ma merito a lui che ha continuato a tenere un livello molto alto” ha ammesso il croato), che nel quarto gioco annullava due palle del contro-break. Sembrava finita quando Dimitrov otteneva il secondo break per il 5-2 e nel game successivo arrivava al match point. Ma il match doveva regalare ancora qualche emozione al pubblico del Mathieu: Cilic lo annullava e alla quarta palla break (dopo aver annullato un’altra palla del match) accorciava le distanze. Il croato però non ne aveva più e cedeva nuovamente il servizio nel game successivo, consegnando il set e la vittoria a Dimitrov. Che ora è atteso da un’altra sfida dal sapore antico: quella, appunto, con Stan Wawrinka, altro nobile decaduto. Per Griga la speranza è quella di potersela giocare senza problemi fisici. Non per la stanchezza dopo due match al quinto (“Credo che alle mie gambe un giorno di riposo basti“), ma per i cronici fastidi alla spalla (“Dipende da come mi sveglio, ogni mattina. Oggi mi sono svegliato senza dolore. Spero che sia così anche il giorno del prossimo match“).

Ilvio Vidovich

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