Zverev è un'altalena. Ma passa agli ottavi di finale del Roland Garros

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Zverev è un’altalena. Ma passa agli ottavi di finale del Roland Garros

PARIGI – Prestazione a dir poco discontinua del tedesco che ha bisogno di 5 set per superare Lajovic. Avrà Fabio Fognini in ottavi

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Alexander Zverev - Roland Garros 2019 (foto via Twitter, @rolandgarros)
 

da Parigi, il nostro inviato

[5] A. Zverev b. [30] D. Lajovic 6-4 6-2 4-6 1-6 6-2

Un Alexander Zverev in apparente crescita scende in campo nel Simonne Mathieu, campo incorniciato dalle Serres d’Auteil e dal pubblico piuttosto sonnecchiante delle 11 del mattino. Dopo l’esordio tribolato contro Millman ed il più convincente successo contro Ymer, lo attende un test decisamente più impegnativo.

Dusan Lajovic, testa di serie numero 30 e numero 35 del mondo, ma soprattutto avversario di Fognini nella finale di Montecarlo e brillante vincitore in quel torneo su Thiem, Goffin e Medevedev. Certo anche per il serbo il momento è un po’ particolare. Dopo l’exploit monegasco, l’allievo di José Perlas ha collezionato solo precoci eliminazioni a Estoril, Madrid, Roma (nelle qualificazioni) e Lione. Nessuna vittoria in un tabellone principale ATP per il serbo prima dei successi su Monteiro ed il qualificato francese Benchetrit.

La partenza dei due riflette il loro particolare stato di forma psicofisica. Zverev perde il servizio, Lajovic restituisce il break ma Zverev perde ancora la battuta lanciando il serbo avanti 3 a 1 ed ancora 0-40 sul proprio servizio. Lì è bravo Zverev a restare agganciato al suo avversario, anche con una pregevole volée bassa di rovescio e dopo quasi venti minuti il tedesco tiene il primo servizio del match. Lajovic gioca troppo lontano dalla riga lasciando a Zverev la possibilità di prendere in mano lo scambio. Dusko aveva dichiarato ieri che riteneva importante vincere il primo set contro un avversario più forte, ma dimentica presto i suoi buoni propositi. Non si può confidare sull’eterna cattiva stella del Maestro 2018 e difatti il tedesco si riprende il break di svantaggio.

Lajovic, perso l’abbrivio, si cimenta in un tennis da “regolarista falloso”, offrendo a Zverev palle con rotazione ma scarsa profondità (“Devo migliorare dal lato del dritto, non riesco ad essere aggressivo come vorrei. Oggi non si è visto del gran tennis, abbiamo giocato male entrambi” ha detto onestamente il serbo dopo la sconfitta). Il peso di palla e la profondità di Montecarlo sembrano un ricordo, e sulle comode rotazioni serbe i quasi due metri del tedesco si abbattono con ottimi risultati. Da qui nasce il parziale di otto giochi a due per Zverev, che non solo si aggiudica gli ultimi due giochi del primo set (ed il set per 6-4) ma dopo avere sprecato tre palle break consecutive nel secondo game, fila dritto nel secondo set verso il 6-2.

Tutto facile per il numero 5 del mondo? Neanche per idea. Anche perché Lajovic si ricorda della sua settimana da sogno nel Principato e riprende a giocare il suo tennis da terraiolo puro, manovrando il meno mobile avversario e facendolo ripiombare nei suoi incubi vendemmia 2019. Il terzo set è di marca serba, con Lajovic che non concede nulla a Zverev sul suo servizio ottenendo il break al terzo gioco e portandoselo fino in fondo al set. Zverev regala subito con due errori di rovescio gratuiti il break in apertura di quarto e lascia sfilare via il set perdendo ancora il servizio per due volte.

Il quinto è il miglior set del tedesco che parte forte sul servizio di Lajovic. La discontinuità è però anche di marca serba ed il buon giocatore visto per oltre un’ora si dissolve sotto i colpi di Zverev. In definitiva non si assiste mai, né si è mai assistito ad un match nel quale entrambi abbiano dato il meglio. In ogni caso quando l’altalena torna a pendere dal lato tedesco, Zverev va veloce e finisce con il dritto.

Quando Alexander si accovaccia dopo aver chiuso il match point il sollievo è palpabile. Dovrà fare molto meglio contro il nostro Fabio, un altro che, della continuità, per lungo tempo non ha saputo che farsene. 

In conferenza stampa Sascha riconosce i meriti dell’avversario (già battuto in cinque set nel RG2018): “Sono stato un po’ incostante, ma lui è uno dei migliori specialisti“. A chi gli chiede cosa pensi di Fognini come giocatore e come uomo: “Come uomo? E’ un grande uomo! Ha una moglie, ha un figlio, la vita gli va bene… quanto al giocatore è imprevedibile, sa colpire fortissimo, è molto rapido. Non vedo il nostro prossimo incontro come una vendetta. L’ho già battuto in passato anche sulla terra a Roma. So che lui sta giocando bene ma anche io mi sento molto meglio rispetto a Montecarlo“. Una domanda lo rannuvola. Gli chiedono cosa pensi, durante un torneo del grande slam di un collega che mette all’asta i suoi trofei slam (chiaro riferimento a Boris Becker). Zverev è stentoreo: “non voglio parlare di Boris. Lo stimo per quello che ha fatto sul campo e fuori, non dirò una parola su di lui“.

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