I top uomini ci sono, le top donne no. I primi andranno in pensione. Thiem Ringo Starr?

Editoriali del Direttore

I top uomini ci sono, le top donne no. I primi andranno in pensione. Thiem Ringo Starr?

PARIGI – Nuovo siparietto con Djokovic. Anisimova futura regina del tennis? Perché per Federer è fondamentale vincere il primo set

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Dominic Thiem - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Chi può sapere se fra un paio d’anni, o quattro, anche il circuito maschile si troverà nella stessa situazione, abbastanza imbarazzante, del circuito femminile?

Mentre qui a Parigi le prime quattro teste di serie del tabellone sono arrivate in semifinale come non era più successo dal 2011 (la cosa si era peraltro ripetuta all’Australian Open del 2012 e comunque Federer, Nadal e Djokovic erano tutti e tre in semifinale anche a Parigi 2012), fra le donne anche uno dei due ultimi quarti di finale ha riservato una grande sorpresa con l’uscita di scena della campionessa in carica Simona Halep, battuta nettamente in due set 62 64 (con un doppio fallo al penultimo punto…) dalla diciassettenne Anisimova, n.51 (ormai ex n.51…) del mondo.

Così alle semifinali (in programma alle 11 sul Lenglen e sul Mathieu, biglietti al costo di 20 euro… perché non era previsto si giocassero lì, bensì sul centrale) la miglior classificata fra le teste di serie, è l’australiana Ashleigh Barty, n.8 che era n.623 appena tre anni fa quando decise di ritornare a giocare a tennis dopo due anni in cui era caduta in profonda depressione e uno strano tentativo di mollare il tennis per dedicarsi al cricket.

Non sembrava una adatta a giocare sulla terra rossa eppure è arrivata lì. Giocherà contro la Anisimova che non ha avuto complessi nel dare sonore batoste a tutte le avversarie incontrate: 61 61 alla Tan, 64 62 alla Sabalenka, 76 64 alla Begu, 63 60 alla Bolsova, 62 64 alla Halep. Nel giorno in cui Amanda Anisimova nacque nel New Jersey, il 31 agosto del 2001 – incidentalmente il giorno del mio compleanno – Serena Williams n.10 e Venus Williams n.4 giocavano il terzo turno dell’US Open, dieci giorni prima di giocare la finale. Amanda è la più giovane semifinalista qui al Roland Garros dacché Nicole Vaidišová la raggiunse nel 2006. Insomma, lei forse potrebbe – magari non subito – arrivare a fare quello che nessuna tennista ha più saputo fare dopo Serena Williams: restare a lungo al vertice del ranking WTA, o comunque nelle primissime posizioni.

Amanda Anisimova – Roland Garros 2019 (foto via Twitter, @rolandgarros)

L’altra semifinale vedrà impegnate la n.38 Vondrousova e la testa di serie n.26 Konta, che fra tutte le quattro superstiti è certamente quella che ha il miglior palmares. Anche se nessuna ha mai vinto uno Slam, almeno Konta – n.4 nel 2017 e recente finalista a Roma – ha giocato già due semifinali, a Wimbledon 2017 e all’Australian Open 2016 (dove raggiunse i quarti l’anno dopo). Insomma, Konta a parte, un quartetto simile in semifinale i bookmaker lo avrebbero pagato mille volta la posta scommessa.Ma nessuno avrebbe mai pensato a puntarla.

Si poteva puntare, invece, sui primi quattro uomini, soprattutto su Nadal e Djokovic. Federer era davvero un po’ una scommessa, visto che anche se si era fatto valere sia a Madrid sia a Roma, la distanza dei tre su cinque imponeva qualche dubbio. Fugato alla grande, come abbiamo visto. Soprattutto nel magnifico match contro Wawrinka che lo ha impegnato sul serio, molto più sul serio che i precedenti avversari.

Quanto a Thiem, dopo due semifinali e una finale raggiunta nell’ultimo anno, beh le perplessità erano solo legate alla difficoltà di riuscire a ripetere l’exploit per quattro anni di fila. Ma l’austriaco che a Roma aveva perso partita e staffe nella caotica giornata del 16 maggio (Sant’Ubaldo…giusto per restare in tema di compleanni  e onomastici che mi aiutano a ricordare le date…) ha dimostrato di essere… il primissimo dei secondi.

In pratica colui che ha preso il posto dello sfortunato Andy Murray (che pare deciso a ripresentarsi in doppio al Queen’s) che a suo tempo avevo definito il Ringo Starr dei Fab Four. Ho fatto una domanda del genere a Novak Djokovic e vi riporto il nostro scambio perché con Novak c’è stato un altro divertente siparietto, dopo quello dell’Australia e del “Not Too Bad!”.

È la prima volta dall’Australian Open 2012 che le prime quattro teste di serie arrivano in semifinale. Vorrei chiederti se secondo te Thiem è il nuovo Murray. Ovvero il quarto Fab Four, il rimpiazzo di Andy Murray…
Chi è Ringo Starr?

Uno dei Fab Four
Questo lo so, ma chi sarebbe dei quattro?

Ringo Starr era Andy Murray, il meno famoso e il meno vincente dei quattro. E Dominic Thiem è il nuovo Ringo Starr
Sono sicuro che molte persone avrebbero da ridire sul fatto che fosse il meno famoso, lui per primo! A qualcuno magari piaceva più degli altri. Non lo so, ma è quello che mi dicevano i miei genitori. Tu fai le domande migliori, mi sorprendi sempre. Non è facile rispondere. Penso sia una gran cosa per la qualità di un torneo così importante avere i primi quattro giocatori in semifinale. Questo porta maggiore competizione e dà maggiore importanza ai match e al torneo in generale.

Insomma onore al merito di Thiem perché, come ha spiegato lui, “Sono in semifinale per la quarta volta di fila e ho dovuto giocare contro Djokovic, Nadal e poi Cecchinato e Djokovic un anno fa. E’ incredibilmente difficile vincere uno Slam …perché se tutto fila normalmente devo battere due giocatore che come minimo hanno vinto 15 Slam! E poi so che non succedeva più dall’Australian Open del 2012 che le prime quattro teste di serie erano tutte in semifinale e quindi se accade ci vuole anche un po’ di fortuna. Io ho avuto un paio di round difficili… ma non è neppure solo fortuna. Per me è comunque una sensazione stupefacente, mi ritrovo in compagnia con forse i tre giocatori più forti di tutti i tempi…beh i soli che hanno vinto da 15 Slam in su”.

Discorso che non fa una grinza. Nel video che spero ogni tanto guardiate (perdete solo 3 o 4 minuti) ho ricordato i precedenti delle due semifinale di oggi. E in quello inglese con Steve Flink ha fatto ricorso alla legge del sei… E anche qualche dettaglio in più.

Il match più atteso, inutile sottolinearlo, è il Fedal n.39, e io penso che i favori del pronostico debbano essere per Nadal. Sarà importantissimo il primo set, perché secondo me se lo vince Nadal non vedo Federer in grado di rimontare, forse neppure di pensare a rimontare, quindi più quasi per motivi psicologici che fisici. Certo un match di 4 ore per lui sarebbe più duro che per Nadal, ma – resistenza a parte – ho visto che atleticamente sta bene, forse addirittura meglio di Rafa che ha perso qualcosina in velocità (ma non in resistenza). Il ricordo di 5 sconfitte qui, di 13 su 15 sulla terra rossa con quelle due sole eccezioni, non può non tornare alla mente di Roger se le cose si dovessero mettere male per lui, a mio avviso. Non ne farei nemmeno tanto una questione di resistenza, come ho cercato di spiegare. Se invece fosse lui a vincere il primo set quei ricordi peserebbero molto meno e magari sarebbe Rafa a innervosirsi. E allora chissà che cosa potrebbe succedere. Anche perché mi aspetto che tutto il pubblico, o almeno la grande maggioranza, sia per Federer.

Speriamo che la pioggia non rovini tutto, che non si giochi a singhiozzo. Sarebbe un vero peccato e darebbe vita anche a probabili ingiustizie, speculazioni varie. Speriamo quindi che non ci siano strascichi a domani, con semifinali e finale di domenica troppo ravvicinate e quindi “unfair”. Speriamo anche –  infine…è il momento delle speranze a ripetizione – ovviamente da spettatori neutrali, che le partite non tradiscano le attese. Tutte e quattro le semifinali intendo e soprattutto quelle maschili anche perché una in particolare potrebbe essere anche l’ultima. Si ha sempre paura che possa esserlo, anche se poi siamo arrivati a quota 39. Perché no a 50?

Nadal e Federer al Roland Garros 2005

Poi non trascuriamo per favore l’altra semifinale: i precedenti duelli sulla terra giocati da Djokovic e Thiem (di nuovo: ne parlo nei due video, qui non vi dico apposta quanti sono stati e chi li ha vinti) fanno ben sperare anche sulla battaglia cui vorremmo poter assistere. E, chiudo banalmente, vincano i migliori. Sarà comunque un successo (avrebbe detto Chiambretti).

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