Halep contro Gauff e Konta contro Kvitova: inizia la stretta finale

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Halep contro Gauff e Konta contro Kvitova: inizia la stretta finale

LONDRA – Ottavi di finale: sul Centre Court Konta contro Kvitova e sul Court 1 Halep contro Gauff

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Simona Halep - Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Day 6 di Wimbledon con le partite dei sedicesimi della parte alta, quella che sino a oggi aveva perso meno teste di serie. Procedo in ordine di tabellone. La numero 1 del mondo Ashleigh Barty ha passeggiato contro la wild card locale Harriet Dart. Barty è arrivata a 15 successi consecutivi; ultima a batterla Mladenovic a Roma, da allora ha vinto Roland Garros e Birmingham. Qui a Wimbledon ha lasciato sei giochi a Zheng Saisai (6-4, 6-2), quattro a Van Uytvanck (6-1, 6-3), due a Dart (6-1, 6-1 in 53 minuti).

Ma quest’ultimo confronto è in un certo senso anche un atto di accusa per Garbiñe Muguruza, che era la giocatrice che presidiava la porzione di tabellone in cui ha fatto strada Dart. Va bene che ogni giorno fa storia a sé e che nel tennis non esiste la proprietà transitiva, ma è quasi inevitabile farsi la domanda: se Dart è riuscita a sconfiggere Haddad Maia come ha potuto perderci Muguruza? È davvero un brutto segnale per lei.

Avversaria di Barty sarà Alison Riske che ha vinto un match in rimonta contro Belinda Bencic. Belinda ha concluso il match furibonda con se stessa, e credo che avesse più di un motivo per esserlo. Prima si è trovata avanti 6-3 3-0, e ha finito per perdere il secondo set. Poi nel terzo è salita 3-0 0-40 sul servizio Riske e ha comunque trovato modo di farsi rimontare.

Ero sul campo durante il terzo set e mi ha sorpreso per l’incapacità di giocare bene i punti che avrebbero messo KO l’avversaria. Di quelle tre palle break consecutive, due le ha mancate tirando passanti alti e senza incisività, colpi che avrebbe senz’altro potuto eseguire molto meglio. Poi, una volta raggiunta sul 3 pari, è riuscita a perdere nuovamente la battuta da 40-15 e nel game successivo ha di nuovo mancato due palle break consecutive. A conti fatti ha compiuto l’impresa di perdere sei game di fila e uscire dal torneo carica di rimpianti. L’erbivora Riske da parte sua ha avuto il merito di crederci e di giocare un match pieno di carattere, approfittando di una avversaria in vena di sprechi come raramente accade.

Secondo match di ottavi sarà Serena contro Suarez Navarro. Sulla carta una dei confronti più a senso unico degli ultimi anni di storia del tennis: sei match sempre due set a zero per Serena, e quello con più game racimolati da Carla è finito 6-2, 6-3. Williams ha ribadito che sui prati di Wimbledon ha sempre la meglio contro Julia Goerges. L’anno scorso il loro confronto era avvenuto in semifinale (6-2, 6-4 il risultato), quest’anno è arrivato prima, ma con un punteggio praticamente identico: 6-3 6-4.

Da parte sua Carla Suarez Navarro ha sconfitto senza problemi la lucky loser Lauren Davis. Il 6-3 6-2 con cui l’ha regolata propone lo stesso ragionamento fatto per Muguruza; riguarda cioè la vittima di Davis del turno precedente: Angelique Kerber. In sostanza le ultime due campionesse di Wimbledon (Muguruza e Kerber) si sono perse per strada quasi da sole, prima ancora che per la difficoltà delle avversarie.

La sorpresa di giornata, almeno in teoria, è stata la vittoria di Barbora Strycova sulla testa di serie numero 4 Kiki Bertens. Eppure quando questa mattina in redazione abbiamo organizzato la copertura dei match, c’era già aria di possibile upset.

Questo il ragionamento: se Bertens aveva rischiato contro Taylot Townsend (“graziata” al momento del match point), avrebbe probabilmente trovato problemi anche contro Strycova, che è un’altra tennista capace di uscire dai soliti schemi di gioco e di muovere molto i match sulla verticale, in modo simile a Townsend. Ma in più Barbora vanta una esperienza ben superiore e una abitudine al palcoscenico di Wimbledon che limitava i rischi di “braccino” che si erano rivelati fatali per la più giovane Taylor. A conti fatti Bertens si è ritrovata di nuovo in difficoltà e per lei questa volta non c’è stato scampo. Troppi i 29 errori non forzati di Kiki distribuiti nei due set (7-5, 6-1).

Strycova se la vedrà con Elise Mertens che (da testa di serie numero 21) ha sconfitto la numero 15 Wang Qiang. Una partita durissima, di 2 ore e 49 minuti totali, una durata quasi record per il tennis da erba e con alcuni quindici davvero spezzagambe. Nel tiebreak del secondo set uno scambio ha richiesto 30 colpi (era un set point), 23 colpi il match point non convertito da Mertens. 6-2, 6-7, 6-4 il risultato finale, e mai come in questo caso risulta provvidenziale il giorno di riposo per Elise.

Ultimo ottavo della parte alta quello forse più interessante: Johanna Konta contro Petra Kvitova. Kvitova ha regolato (6-3, 6-2) Magda Linette.  A dispetto del punteggio finale ho trovato Linette più solida di Mladenovic, e non sono sicuro che la Kvitova di due giorni fa se la sarebbe cavata contro Magda in due set. Per me, quindi, questo successo abbastanza tranquillo segnala un piccolo progresso nel gioco di Petra. Ha continuato a sbagliare più di dritto che di rovescio, ma dal dritto questa volta ha ricavato anche più vincenti. Alla fine entrambe hanno chiuso con un saldo vincenti/errori non forzati attivo (Kvitova +8, Linette +1) a dimostrazione di un match di buona qualità.

La partita del giorno è stata però quella tra Johanna Konta e Sloane Stephens (3-6, 6-4, 6-1). Una di quelle partite difficili da spiegare partendo dalle statistiche usuali, visto che il set che in pratica ha determinato il risultato, il secondo, è andato alla giocatrice che era stata in difficoltà per la maggior parte dei game.

Konta si è aggrappata al servizio per rimanere in corsa, perché quando si entrava nello scambio Stephens aveva più spesso la meglio. Statistiche: se ci limitiamo alla più utilizzata, cioè il rapporto vincenti/errori non forzati non troveremo mai la risposta sull’esito di questo set. Stephens, che il set l’ha perso, ha valori di gran lunga superiori: +8 (13/5) contro -5 di Konta (11/16). Occorre dunque andare più nelle pieghe del set: uno dei dati che in parte lo spiega è quello dei servizi non ritornati: 23% per Sloane, 36% per Johanna.

E poi ci sono gli aspetti più strettamente mentali. Sintetizzati da un altro dato: il 3-0 negli scontri diretti. Forse sbaglio, ma penso che le partite precedenti tutte terminate allo stesso modo possano avere avuto un ruolo significativo sull’atteggiamento agonistico di entrambe. Su quello di Sloane perché malgrado apparisse in controllo non riusciva a staccarsi nel punteggio. E su quello di Johanna, che malgrado fosse in difficoltà aveva come conforto proprio l’esito di quei precedenti tutti favorevoli.

E sono anche convinto che quel 3-0 negli scontri diretti sia stato di aiuto per Konta molto più del pubblico, che naturalmente era per la giocatrice di casa, ma che durante quel secondo set stava assistendo preoccupato all’andamento del match. E posso garantire che dal vivo la preoccupazione degli spettatori si percepiva palpabile, e non poteva essere granchè di conforto per la loro beniamina in difficoltà.

Se davvero stanno così le cose, per Stephens questo match si trasforma in una doppia sconfitta. Non solo perché dopo aver perso da Konta al Roland Garros viene estromessa anche da Wimbledon; ma perché il dato degli scontri diretti assume proporzioni che potrebbero ulteriormente pesare sui prossimi match, rischiando quasi di diventare un complesso.

Ultima nota sulle scelte di programmazione di Wimbledon in vista del lunedì tradizionalmente dedicato a tutti gli ottavi di finale. Il match fra Konta e Kvitova si terrà sul Centre Court, fra la partita di Nadal e quella di Federer (con Berrettini).

Sul Court 1 gli organizzatori hanno invece deciso di offrire il match di Serena contro Suarez Navarro e l’intrigante Halep contro Gauff, il confronto che dovrebbe farci capire definitivamente l’attuale valore di Coco.

Sul Court 2 la numero uno del mondo Barty contro Riske e la numero tre Pliskova nel derby contro Muchova.

Gli organizzatori potevano fare altrimenti? Direi di no. Posto che per gli inglesi Konta ha un ruolo fondamentale e che in base al ranking la partita contro Kvitova è quella più “nobile” di tutte le otto, rimaneva da decidere a chi assegnare il Court 1. Halep vs. Gauff era praticamente obbligatorio, mentre la partita di Serena è sulla carta quella con l’esito più scontato. Ma era impossibile pensare che una 23 volte vincitrice Slam fosse confinata sul terzo o sul quarto stadio del torneo.

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