Wimbledon: chi li ferma quei mostri?

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Wimbledon: chi li ferma quei mostri?

Djokovic, Nadal e Federer hanno lasciato 19 game in tre negli ottavi. Una superiorità imbarazzante. Pella contro Bautista Agut unico quarto in teoria equilibrato

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Novak Djokovic - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

da Londra, il nostro inviato

Non nascondo che stavolta il rischio della “gufata” giornalistica è assolutamente ben accetto. Anche perchè prima o poi la “toppata” arriva sempre, soprattutto quando le si è azzeccate quasi tutte per un intero torneo, con l’unica eccezione della sconfitta di Ashleigh Barty con Alison Riske. Carta canta. Come non nascondo che a mio avviso il sale dello sport è l’incertezza del risultato, l’alternanza dei vincitori, l’emozione della lotta in bilico fino alla fine. In rigoroso ordine di Slam vinti (e record assortiti che non sto a riportare, ci sono pagine intere di Wikipedia dedicate a tali aritmetiche faccende), i signori Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic stanno letteralmente fagocitando non solo gli albi d’oro, ma anche parecchi degli spunti di interesse del tennis.

Vincono sempre loro. Sempre. Il problema è che da fenomeni mediatici e tecnici quali sono, hanno creato dietro a sé un seguito di tifosi, o meglio dire fanatici, a cui va benissimo così, il cui unico interesse è che vinca il proprio idolo a qualsiasi costo, e mal che vada, almeno non vinca uno degli altri due. Gente che non è affatto appassionata di tennis, del gioco non gliene frega nulla, ne capisce ancor meno, che se ha cominciato a seguire questo sport da una quindicina di anni o poco più, all’alba dell'”era dei cannibali” insomma, è già tanto. Detto questo, andiamo con i pronostici, che saranno semiseri, come la premessa che avete appena letto (ebbene sì, lo confesso: li amo smisuratamente tutti e tre anch’io. Ma non ditelo in giro).

Roger Federer – Kei Nishikori (secondo incontro, campo centrale, precedenti 7-3 Federer)

SPERANZA: Il leggendario guerriero del Sol Levante piazza una prestazione da Samurai in forma, risponde e passa alla grandissima, imponendo il suo ritmo da flipper forsennato agli scambi. Con gli anticipi del suo straordinario lungolinea di rovescio fa uscire pazzo Roger mandandolo in allungo laterale a ripetizione, fino allo sfinimento. Chiude il match-point con un beffardo serve&volley, il primo in assoluto, una demi-volée accarezzata con taglio esterno, e grida in faccia a Federer “PENSAVI DI SAPERLE FARE SOLO TU, EH? EH?”, ma lo fa in giapponese, quindi Federer non lo capisce e lo ringrazia lo stesso. Il video diventa virale una volta tradotto, lo svizzero per l’incazzo rescinde il contratto con Uniqlo, perde una causa miliardaria in dollari, e finisce a vendere i trofei come Becker.

PROBABILE REALTÀ: Federer in tre, massimo quattro set se si sveglia male stamattina vince senza grossi problemi, dovrà solo stare attento a non entrare in lotta da fondocampo, perchè sull’erba vetrata di quest’anno mettersi a fare a botte con un tipo svelto come Nishikori potrebbe essere pericoloso.

Rafael Nadal – Sam Querrey (secondo incontro, campo 1, precedenti 4-1 Nadal)

SPERANZA: Sam entra in campo con il “Fedora hat” della mitica “Querrey dance” (questa qui: non ringraziatemi per avervi svoltato la giornata), e seppellisce Nadal di ace e terrificanti dritti vincenti, facilitato dalla posizione oscenamente arretrata dello spagnolo in risposta. Rafa litiga con l’arbitro perché vorrebbe che i giudici di linea si spostassero nella prima fila delle tribune posteriori, chiamando le palle da lì, in modo da dargli altri due metri di spazio per indietreggiare. Al diniego dell'”umpire“, Nadal parte con una lacrimevole tirata da piangina professionista, lamentandosi tra le altre cose del fatto a suo dire scandaloso di non aver trovato i corridoi dello stadio e gli spogliatoi pavimentati in terra rossa, come da lui richiesto.

PROBABILE REALTÀ: Per quanto un bombardiere come Querrey possa essere un cliente da trattare con le molle, Rafa prima o poi le risposte giuste nei momenti che contano le trova, come sempre. Dopodiché, una volta entrato negli scambi, per Sam non c’è speranza, la potenza e le accelerazioni di Nadal non gli lasciano scampo. Forse, ma forse, potremmo avere un set o due lottati, magari con dei tie-break, ma sarebbe una sorpresa se lo statunitense riuscisse ad andare oltre.

Novak Djokovic – David Goffin (ore 14 italiane, campo centrale, precedenti 5-1 Djokovic)

SPERANZA: Davidino nostro entra in “god mode” e si mette a giocare come un misto tra il miglior Agassi e un campione di ping pong, anticipando anche i raccattapalle. Nole capisce di essere in guai seri quando vede l’espressione e il linguaggio del corpo di Goffin passare dalla consueta configurazione “cucciolo abbandonato standard” alla ben più pericolosa e intimidatoria “pulcino bagnato”, preludio alla definitiva e letale trasformazione in “gattino con gli occhioni grandi”, che come è noto non lascia scampo agli avversari, travolti da vincenti in avanzamento e like su Facebook a centinaia. Djokovic viene anche ammonito dal supervisor perchè cerca di mandare cuori al pubblico durante gli scambi, tra un dritto e un rovescio, nel vano tentativo di farsi amare più di David.

PROBABILE REALTÀ: banalmente, come sempre quando si incontrano due tennisti che giocano in modo simile dal punto di vista tecnico-tattico, ma uno è nettamente più forte dell’altro, basterà che Nole stia solido e concentrato pressando e comandando gli scambi e non si vede come Goffin possa metterlo in difficoltà. Stiamo parlando di top-player anche nel caso dell’ottimo belga, quindi potrebbe anche essere che David riesca a difendersi con efficacia e a contrattaccare. Ma da qui a vincere, ce ne passa.

Guido Pella – Roberto Bautista Agut (ore 14 italiane, campo 1, precedenti 2-0 Bautista Agut)

Il vero partitone di giornata, nel senso che è quello aperto a qualsiasi risultato, difficilmente pronosticabile, forse Roberto è leggermente favorito grazie al suo dritto adattissimo all’erba. Guido però sta giocando benissimo, tra l’anno scorso (Cilic) e questo (Anderson e Raonic) è stato capace di far fuori tre finalisti di Wimbledon, il che qualcosa significa. Tira più forte di Bautista Agut, ed è mancino, cosa che anche su “terba”, almeno con lo slice di servizio, è un vantaggio. Per entrambi, una semifinale qui sarebbe un traguardo da far tremare i polsi, quindi anche l’emozione per l’importanza della posta in palio potrebbe essere un fattore determinante.

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